Cancellare la parte del decreto Sostegni-bis che impone l’obbligo di svolgimento di almeno tre anni di servizio a tutti i candidati abilitati o specializzati nel sostegno agli alunni disabili collocati nella prima fascia Gps, ma anche prevedere la stabilizzazione dei precari inseriti nella seconda fascia. Perché il problema dell’alta mole di precariato nelle scuole non si risolve di certo assumendo non più di 18mila precari della prima fascia, come indicato nella Relazione Tecnica dello stesso decreto. Le osservazioni sono più volte riprese in diversi punti dei 57 emendamenti Anief allo ddl fatti pervenire in queste ore alla V commissione Bilancio della Camera dei deputati. Il giovane sindacato chiede quindi di procedere con l’assunzione a tempo indeterminato di coloro che sono collocati nella seconda fascia Gps, prevedendo per loro uno specifico “percorso abilitante e di specializzazione” da definire “con decreto del ministro dell’Istruzione di concerto con il ministero dell’Università e della ricerca”. La stessa stampa specializzata oggi dice che una soluzione del genere non sarebbe altro che “una versione 3.0 del doppio canale di reclutamento, sistema di assunzioni previsto dalla legge 417 del 1989 e nasce da un decreto voluto dall’allora Ministro dell’Istruzione Sergio Mattarella. Sistema poi cancellato ma che oggi, viene considerato il metodo più efficace per far fronte alla stabilizzazione dei precari. Ma prima c’è da modificare il testo del Dl sostegni bis in Parlamento”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, chiede ai deputati di “prendere in seria considerazione le proposte emendative, perché rispondono in modo efficace al problema della supplentite. È sempre più urgente il doppio canale di reclutamento riservato, da una parte ai vincitori dei concorsi ordinari e dall’altra ai docenti abilitati e specializzati su sostegno inseriti nelle GaE oggi. La riduzione sensibile di assunzioni deriva proprio da questa scellerata scelta che, assieme alla mancata trasformazione dell’organico fatto a quello di diritto, ha prodotto un numero inaudito di non adesioni alle immissioni in ruolo programmate dal Mef, come lo scorso anno, quando ne sono sfumate in media tre su quattro, con il record delle 220mila supplenze annuali dell’anno in corso. Nel frattempo i concorsi ordinari riservati e straordinari hanno mostrato tutti i loro limiti. Adesso diventa necessaria una risposta, altrimenti il danno alla didattica, agli studenti e alla scuola tutta è garantito”.