Per gli studenti il vero problema non sono gli apprendimenti, che si possono recupere da settembre, e nemmeno la socialità, dal momento in cui l’Italia è tornata “gialla”: quello che andava affrontato subito è invece la necessità di far ripartire la scuola in sicurezza dal 1° settembre. Lo sostiene il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico. In un’intervista a Italia Stampa, il sindacalista dichiara: “come abbiamo chiesto al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e sottoscritto qualche giorno fa nel Patto per la Scuola siglato dalle Confederazioni, sul quale aspettiamo la risposta del Governo, quello che ci aspettiamo è un diverso rapporto alunni-insegnanti”, con la fine della classi pollaio e la riduzione sensibile del numero di allievi per classe, ma anche “alunni-classi e alunni-plessi, perché soltanto mantenendo il distanziamento sociale nelle nostre aule è possibile fare didattica in presenza in sicurezza”.
Continuano senza sosta le condanne a carico del Ministero dell'Istruzione per l'illecita discriminazione retributiva posta in essere a discapito dei lavoratori precari della scuola cui non viene riconosciuto il diritto a percepire le progressioni di carriera nonostante tanti anni di servizio con contratti a termine. Marcello Pacifico (Anief): “Le norme che discriminano i precari anche e soprattutto a livello retributivo, vanno disapplicate, bisogna risolvere in contrattazione un'ingiustizia che si protrae ormai da 20 anni”
C’è anche il tema dell’avvio regolare del nuovo anno scolastico tra le misure che potrebbero far parte del decreto legge Riaperture: tra le Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da Covid figurano infatti pure quelle che garantirebbero una frequenza scolastica finalmente in sicurezza e non più con la modalità della dad, sicuramente importante ma da attuare solo come ultima ratio. A questo proposito l'Anief ha presentato diverse proposte di emendamento: "si tratta di proposte che riguardano, da una parte, la riapertura in sicurezza delle scuole il 1° settembre, con tutti gli insegnanti e tutto il personale amministrativo ed educativo" e dall’altra il miglioramento della didattica agendo su alunni e personale. A dirlo, in un’intervista all’agenzia Teleborsa, è stato oggi il presidente del sindacato Marcello Pacifico.
L’effetto della denatalità certificata in questi giorni dall’Istat avrà conseguenze pesanti sulla scuola. Perché l’onda lunga della riduzione di nascite sta portando a un numero progressivamente in calo di iscrizioni degli alunni: ogni anno, ci dicono gli statistici, si perdono oramai oltre 50mila iscritti. La perdita di allievi, particolarmente forte alle superiori, è descritta anche negli allegati al Recovery Plan inviati a Bruxelles nelle scorse settimane, che proietta la situazione ai prossimi tre lustri, al termine dei quali si prevede una perdita di 1,1 milioni di alunni iscritti.
Secondo il sindacato è un’occasione unica per abbattere finalmente classi pollaio e numeri eccessivi di discenti nelle aule: “Per realizzare il progetto – specifica Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – occorre procedere a livello normativo, cancellando i ‘tetti’ Gelmini-Tremonti che hanno di fatto legalizzato 20mila classi pollaio, con 30 alunni, ma anche un numero altissimo di raggruppamenti ben oltre i 20 allievi per classe in presenza di disabili certificati. Ecco perché servono nuove regole che prevedano non oltre 15 alunni per classe. Al massimo 18. Solo in questo modo, infatti, si potrà garantire una maggiore efficacia dell’apprendimento, tornando a livelli eccelsi di apprendimento e riducendo gli attuali gravi gap territoriali, ma anche le condizioni di sicurezza: a questo scopo, si dovranno anche creare almeno 15mila nuovi plessi, così da favorire quel distanziamento che, soprattutto alle superiori, nell’ultimo anno si è purtroppo potuto attuare solo alternando didattica in presenza e a distanza. Parallelamente, infine, bisognerà trasformare tutti i posti dall’organico di fatto a quello diritto, assegnandoli d’ora in poi in base alle esigenze e non ai meri numeri di iscritti. A nessuno venga in mente di ridurne il numero, sarebbe un suicidio”.
Arrivano dai Tribunali del Lavoro di tutta Italia ulteriori sentenze di pieno accoglimento delle ragioni da sempre sostenute dall'Anief in favore del personale precario della scuola destinatario di contratti a termine per supplenze “brevi e saltuarie” con tre nuove condanne a carico del Ministero dell'Istruzione a riconoscere la Retribuzione Professionale Docenti (RPD) e il Compenso Individuale Accessorio (CIA) anche al personale docente e ATA destinatari di supplenze temporanee. Marcello Pacifico (Anief): “I precari con supplenza breve e gli stessi supplenti chiamati sul cosiddetto “organico covid” con i contratti che scadono il prossimo 8 giugno sono discriminati rispetto al resto del personale di ruolo o con supplenza annuale e ogni mese hanno un ammanco nello stipendio pari a circa 170 Euro per i docenti. È una discriminazione illegittima già vagliata e confermata dalla Corte di Cassazione”. L'Anief ricorda a tutti i propri iscritti che è ancora possibile aderire gratuitamente allo specifico ricorso promosso dal nostro sindacato per vedersi riconosciuto l’assegno mensile dal valore di 164,00 euro fino a 257,50 euro per i docenti e da 58,50 fino a 64,50 euro per gli ATA.