Condiviso dal ministro Bianchi e dalle confederazioni sindacali, si aspetta il via libera. Lunedì partirà il tavolo urgente sul reclutamento per avere dirigenti, insegnanti, amministrativi, educatori tutti il 1° settembre in cattedra, semplificare i concorsi ordinari e dare soluzioni risolutive al precariato. Marcello Pacifico (Anief): “È importante aver accolto le nostre proposte sull'affrontare il tema della supplentite subito prima dell'inizio del nuovo anno scolastico come avevamo appreso dalla stampa”
Anche in tempo di pandemia da Covid, per la formazione delle classi continua a valere l’organizzazione al risparmio degli altri anni. Pure per il sostegno. Lo si evince anche dall’organico del personale docente del prossimo anno scolastico, come indicato nella n. 13520 del 29/04/2021: ora, è vero che al punto 2 sono compresi 5.000 posti in più previsti dalla legge n. 178/2020, che ha disposto un incremento dell’organico di sostegno, e complessivamente 25.000 posti in tre anni, ma sulla formazione delle classi iniziali, che accolgono alunni con disabilità continua a valere quanto disposto dall’articolo 5, commi 2 e 3, del DPR 81/2009. E l’applicazione di questa norma avrà effetti disastrosi: a settembre ci ritroveremo con disabili collocati in prime classi con più di 20 alunni. Spesso anche più di un disabile.
“In un solo colpo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si calpesta il diritto allo studio, si impedisce il distanziamento fisico, con i docenti costretti a lavorare in condizioni pesantissime. La verità è che gli Usr devono finirla di porre paletti alla formazione delle classi, come pure alle ore di sostegno. E vanno assunti in ruolo tutti gli specializzati, facendo sparire i posti in deroga”.
Subito una fase transitoria su assunzione dei precari e ridefinizione degli organici, il cui primo tavolo parte lunedì prossimo, segue l’impegno a ricercare risorse aggiuntive per valorizzare il personale nel prossimo contratto come richiesto nelle varie assemblee sindacali e a modificare le regole sulla mobilità. Dubbi invece sui possibili contratti pluriennali per garantire la continuità didattica.
Per Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, “la supplentite si vince con la stabilizzazione di tutto il personale precario del sistema nazionale di istruzione, su tutti i posti vacanti in organico, con una specifica indennità nel contratto da aggiungere alla parità di trattamento salariale e giuridica”.
Bocciato. L’attesa modifica al Decreto Sostegni per disapplicare il vincolo di cinque anni allo spostamento dei docenti immessi in ruolo dallo scorso settembre, attraverso almeno l’assegnazione provvisoria, non trova spazio nel maxiemendamento sostitutivo approvato ieri sera a larga maggioranza dall’Aula di Palazzo Madama. Il provvedimento per andare incontro a tanti docenti “ingabbiati” era stato inizialmente scartato, ma poi riammesso. Per poi dissolversi nel nulla proprio sul più bello, a seguito del dissenso delle Commissioni Bilancio e Finanze, pur avendo un ampio sostegno parlamentare e anche tra diversi componenti del Governo. Pure la richiesta a firma del senatore Antonio Iannone (FdI), suggerita dal sindacato Anief, per la riduzione da cinque a tre anni del vincolo sulla mobilità e sulla prossima assegnazione provvisoria, non trova posto nel testo.
“Nell’anno del Covid e del record di cattedre vacanti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ci siamo ritrovati a combattere prima con la ritrosia dell’amministrazione scolastica e ora con la rigidità di una parte del Parlamento, che non vuole guardare in faccia le realtà pur di imporre delle logiche che non hanno motivo di esistere. A questo punto, di fronte alla mancata volontà politica di risolvere il problema, il sindacato agirà con ancora più convinzione nei tribunali. Ci impegniamo, inoltre, per fare in modo di agire nel nuovo contratto di lavoro, perché anche contrattualmente questo genere di vincoli illegittimi vengano rimossi”.
Rimane alta l’attenzione per riuscire a conciliare il diritto allo studio degli studenti con quello della salute degli stessi discenti e del personale scolastico: il ritorno in classe del 90% degli alunni ha acuito il problema, perché con le varianti da Covid19 il rischio contagi è aumentato rispetto al passato. E non si esclude una possibile quarta ondata. Diventa dunque impellente stabilire delle nuove regole per convivere negli istituti scolastici, anche in vista dei prossimi Esami di Stato, a cominciare dalla maturità 2021, ma soprattutto dell’anno scolastico venturo. Il sindacato ritiene che fondamentale adeguare i protocolli di sicurezza, considerando che l’unico sinora sottoscritto, ad inizio agosto 2020, va necessariamente aggiornato alle nuove necessità subentrate. Ciò detto, Anief ritiene però anche indispensabile chiarire un concetto: la sicurezza massima si ottiene non solo applicando i protocolli, giustamente da adeguare, ma cambiando pure in parallelo le norme che oggi regolano la scuola.
“Le scuole – avverte Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – hanno bisogno prima di tutto di maggiori spazi, di sedi e aule aggiuntive, di classi più piccole e di maggiori organici. Banchi monoposto e mascherine rigorosamente indossate non bastano a ridurre al massimo i rischi del contagio se poi non c’è l’adeguato distanziamento fisico in classe: ci sono troppe scuole dove 25 e più alunni sono costretti a fare lezione in meno di 40 metri quadrati di aula, mentre ne non ve ne dovrebbero entrare più di 15. Anche i condizionatori e sanificatori rischiano di diventare inutili. La sicurezza, anche oltre il Covid, si combatte cancellando soprattutto le norme sbagliate sul rapporto alunni docenti, sul dimensionamento, sul tempo scuola ridotto, sul reclutamento bloccato e sugli organici di fatto, che hanno portato diverse aree della scuola italiana a dei livelli di competenza sempre più bassi. Con nuove leggi ed una corretta gestione dei fondi del Recovery plan ce la possiamo fare”.