Marcello Pacifico (Anief): “In 300mila tra docenti e Ata esclusi nel momento più delicato, ma il problema rimane, le scuole in zona rossa non sono sicure. Bisogna subito programmare più spazi, più aule, più organici o sarà compromesso anche il nuovo anno scolastico. Basta promesse, vogliamo risposte. Il vaccino sembra funzionare sulla protezione dalla morte ma non argina la diffusione del virus. Per questo deve essere una libera scelta del lavoratore ma lo Stato deve garantire l'istruzione in presenza in sicurezza”.
La decisione è contenuta nella circolare firmata del commissario straordinario all’emergenza, Francesco Figliuolo, che punta ad accelerare le somministrazioni di vaccino anti-Covid alle persone più a rischio e avanti negli anni: bisogna «procedere con la massima celerità a vaccinare coloro i quali, dalle evidenze scientifiche ad oggi disponibili, risultano più vulnerabili qualora infettati dal virus Sars-Cov-2» è scritto nell’ordinanza numero 6 firmata dal generale. La precedenza va quindi agli over 80 e alle persone fragili, poi si passerà agli over 70 e successivamente a chi ha oltre 60 anni. Solo dopo riprenderà la programmazione per le categorie che erano state considerate fin qui più a rischio. Si ferma, così, la campagna vaccinale rivolta agli insegnanti e al personale della scuola che ancora non hanno ricevuto la prima dose, anche se già prenotati. Mentre prosegue la vaccinazione di chi ha già avuto una dose ed è prenotato per la seconda. Il cambiamento del calendario della campagna vaccinale giunge dopo il parere dell'Ema sulle dosi anglo-svedesi e il conseguente “aggiornamento delle Raccomandazioni, contenute nella Circolare della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministro della Salute, sul Vaccino Vaxzevria (precedentemente denominato COVID-19 Vaccine AstraZeneca) del 07 aprile 2021”. Intanto, in 16 mila, tra infermieri e medici, insorgono su Facebook contro l'obbligo della somministrazione, in risposta al cambiamento di posizione del Governo.
Secondo il leader dell’Anief, Marcello Pacifico, “un quarto del personale della scuola viene messo in attesa delle vaccinazioni proprio nel momento in cui gli si chiede il massimo sforzo, visto che si aprono le scuole in presenza pure nelle zone rosse e all’indomani dell’annuncio da parte del premier Mario Draghi di far tornare tutti gli studenti in presenza per l’ultimo mese di scuola, anche alle superiori. Proprio adesso che occorreva la massima copertura anti-Covid si decide dunque che gli insegnanti e il personale Ata possono aspettare. Anief fin dai primi giorni aveva espresso dubbi sul perché negli USA e in Israele non era stato autorizzato questo vaccino, chiedendo risposte, oggi sappiamo soltanto che la prima dose è vietata dopo un milione di vaccini somministrati al personale scolastico agli under 60. Che vaccinarsi oggi rimanga l'unica soluzione per poter limitare gli effetti mortali dell'epidemia è tutto evidente, tuttavia, il Governo dovrebbe concentrarsi su come rimuovere quanto di insicuro negli ospedali e nelle scuole che provoca la diffusione virus piuttosto che approvare norme che sospendono i lavoratori non vaccinati. Ne va della salute. Alle scuole servono certamente anche spazi ed aggiuntivi, oltre che le stabilizzazioni dei precari e indennità di rischio a tutto il personale: per farlo occorrono idee chiare e investimenti, quelli che chiederemo nel prossimo incontro con i dirigenti del ministero dell’Istruzione sulla sicurezza”.