Proseguono i seminari on line organizzati dal sindacato sulla Legislazione scolastica: si svolgono sulla piattaforma multimediale Teams e si protrarranno fino ad aprile, interessando tutte le province d’Italia. A ogni seminario interviene il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico. Tra gli argomenti trattati: reclutamento, organici, mobilità, sicurezza, Ddi e lavoro agile, pensioni, sostegno. Il seminario è rivolto a tutto il personale della scuola e i partecipanti hanno diritto all’esonero dal servizio ai sensi della normativa vigente. Al seguente link è possibile visionare l’intero calendario
“Per garantire il diritto allo studio bisogna ripensare l'obbligo scolastico. È necessario avere più classi, più sedi, più plessi e più organici a partire dalla stabilizzazione dei 70mila colleghi chiamati dall'organico Covid”: a pronunciare queste parole è stato stamani Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, nel corso del seminario sulla Legislazione scolastica organizzato per la provincia di Ragusa.
I concetti inerenti all’importanza dell’istruzione per tutti gli studenti del Paese sono stati espressi ieri dal leader dell’Anief, nel corso dell’intervento al Senato al manifesto dell'autonomia didattica presentato dagli ex ministri Luigi Berlinguer e Valeria Fedeli. Pacifico ha affermato che “è arrivato il momento di avviare una riflessione: anticipare l’obbligo scolastico. Cominciamo dunque ad aggredire questa nostra difficoltà rispetto all’Europa. Abbiamo 10 punti di percentuale di deficit nel percorso 0-6 per i nostri bambini. È lì che prendono corpo le prime disuguaglianze”.
Per il calendario dei prossimi seminari, cliccare qui.
La provincia autonoma ha emesso una nota specifica per la campagna vaccinale “anti Covid-19” del personale della scuola provinciale docente e non docente che equipara l’atto della somministrazione della dose AstraZeneca, praticato una struttura ospedaliera, alle tradizionali visite mediche specialistiche: in questo modo, si permetterebbe la fruizione da parte del dipendente scolastico di quel permesso orario retribuito oggi invece negato.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’esempio di Trento è da prendere in considerazione per l’intero territorio nazionale. L’unico modo per uscire il prima possibile dalla pandemia rimane infatti quello di vaccinare il maggior numero di cittadini nel più breve tempo possibile, a cominciare da chi opera nelle scuole. Non si può certo obbligare il personale a sottoporsi al vaccino, perché si tratta di una scelta individuale e non di una costrizione, ma chi governa la scuola ha il compito di sensibilizzare i lavoratori sull’importanza di aderire. Anche cancellando ogni tipo di decurtazione dallo stipendio. Ci aspettiamo, quindi, che la decisione della giunta di Trento venga estesa. E ribadiamo la necessità di non conteggiare periodi di eventuale assenza dal lavoro per malattia dovuti agli effetti collaterali della vaccinazione. Come pure di cancellare le inique esclusioni di intere categorie, come i dipendenti non residenti, ai quali si chiede di fare un assurdo viaggio interregionale in tempo di pandemia, gli ultra 65enni, i tirocinanti del TFA sostegno e di Scienze della Formazione Primaria e tutto il personale che opera all’estero”.
I Tribunali del Lavoro di tutta Italia stanno riconoscendo il diritto all’immediato e integrale riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata in tutti i servizi non di ruolo, l'applicazione della clausola di salvaguardia prevista dal C.C.N.L del 19 luglio 2011 anche per i docenti immessi in ruolo a partire dal 2011 ma con servizio a tempo determinato precedente e al pagamento delle differenze retributive derivanti dall’applicazione dei conseguenti incrementi stipendiali oltre gli scatti di anzianità maturati con contratti a termine. Sempre aperte le adesioni gratuite agli specifici ricorsi Anief.
Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza non c’è alcun ripensamento rispetto alla bozza del documento italiano approvata dal CdM a gennaio e trasmessa al Parlamento. Il Governo Draghi conferma in pieno l’impegno con l’Unione europea, con sei missioni del programma enunciate nella bozza: innovazione, digitalizzazione, competitività e cultura; transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. A ribadirlo è stato il ministro dell'economia e delle finanze Daniele Franco, che ha definito il progetto “un’assoluta priorità per il Governo”, con il potenziamento della scuola che continua ad essere tra gli obiettivi capofila. Ciò perché si è anche finalmente “consapevoli dei problemi strutturali che hanno afflitto il nostro Paese nel passato in fase di progettazione e realizzazione di investimenti e riforme”. Il titolare del Mef ha ricordato che “la seconda dimensione delle disparità del Paese riguarda i giovani” e che “in Italia il tasso di disoccupazione di chi ha meno di trent’anni è quasi tre volte maggiore rispetto a quello dei lavoratori più anziani. La quota dei giovani che non studiano e non lavorano è la più elevata dell’Unione”. Alla luce di questi dati, anche per il nuovo Governo è chiaro che occorre fare uno sforzo importante per migliorare la formazione giovanile, a tutti i livelli.
Come già detto a gennaio, il sindacato Anief accoglie con soddisfazione ed orgoglio il fatto che la scuola e la Conoscenza siano uno dei cardini del Piano di Rilancio. “La scuola – ricorda il presidente Anief, Marcello Pacifico - determina il futuro del Paese, preparando i più giovani alla vita, al loro inserimento nella società e offrendo loro prospettive professionali. La scuola costituisce anche il primo strumento per l’integrazione, la pari opportunità e migliori prospettive di vita professionale. È la base su cui si poggiano la creazione della comunità nazionale e la coesione sociale garantendo lo sviluppo del Paese e la sua crescita di lungo periodo. Per questi motivi – continua Pacifico -, l’Anief si batte per rafforzare l’accesso all’istruzione indistintamente per tutti, anche attraverso la cancellazione del digital devide, che passa anche per la digitalizzazione. Come pure per la riduzione della povertà educativa, per l’aumento del “tempo-scuola”, per l’anticipo della scuola obbligatoria a tre anni, consapevole che l’abbandono dei banchi passa attraverso la rimodulazione degli organici, la semplificazione del reclutamento, l’assorbimento del precariato così da coprire le supplenze record, ma anche prorogando l’obbligo formativo fino alla maggiore età. E semplificando le procedure, affinché tutti possano conseguire l’abilitazione e avere accesso al ruolo in quei tempi che la stessa l’Ue ci chiede”.