Per tanti precari la situazione rimane pesante: dei circa 70.000 supplenti Covid assunti, secondo quanto riferisce La Stampa, “tutti non hanno ancora ricevuto lo stipendio di dicembre, almeno metà quello di novembre e almeno un quarto non ha mai visto un euro”. Per ovviare al problema, nei giorni scorsi un istituto comprensivo, in provincia di Alessandria, ha attivato il progetto Charity “Prestito d’onore”, attraverso il quale accedere a un bonifico di almeno 200 euro che verrà restituito alla scuola non appena il lavoratore avrà percepito lo stipendio. Permane poi il problema del taglio dell’importo, a causa del mancato riconoscimento della retribuzione professionale docenti e del compenso individuale accessorio al personale Ata, pari rispettivamente a 174,50 euro e a 64,50 euro al mese.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ribadisce che “assegnare lo stipendio in ritardo e con le voci accessorie eliminate in modo ingiustificato è inaccettabile, perché lo Stato cerca di fare cassa sulla pelle del personale più indifeso ma che in realtà ha gli stessi doveri, come anche però i diritti, dei colleghi già di ruolo. Non dimentichiamo che tutto questo si fa a spese di chi è collocato professionalmente spesso molto lontano dalla propria casa e deve quindi anticipare affitti, bollette per le utenze e spese di viaggio non indifferenti. Il compenso per il lavoro svolto non deve essere reclamato, ma va assegnato a scadenza. In caso contrario, per noi il tempo dell’attesa è finito: è giunto quello della procedura di diffida e messa in mora”.
Su questi aspetti, oggi, alle 17.00, il sindacato ha organizzato un webinar tematico, proprio per illustrare le azioni legali da portare avanti. Per partecipare è sufficiente registrarsi cliccando su questo link”.