Recensioni dalla Stampa al 22 luglio 2011

  

ItaliaOggi19 luglio 2011

Stangatina sugli scatti dei neoprof”

░ La ricostruzione di carriera è nel mirino del governo, per garantire la copertura delle nuove assunzioni. Oggi il vertice all’ARAN per definire l’assetto contrattuale (di Alessandra Ricciardi).

Potrebbero servire cinque anni in più per maturare l’anzianità di servizio dei neo assunti. Che comunque salterebbero il primo scatto, che si ha dopo tre anni di servizio, passando direttamente al successivo….. Il congelamento del primo scatto riguarderebbe soltanto i neoassunti… Per chi invece ha già servizio alle spalle, la perdita potrebbe essere contenuto in meno anni, uno o due, perché con la ricostruzione della carriera anche gli anni delle supplenze fanno scattare la progressione di carriera…. Le graduatorie permanenti, da cui si disporranno le assunzioni, sono in fase finale di revisione.

 

 Il Sole 24Ore – 20 luglio 2011

 Si dell’Aran sulle assunzioni

░ Strano titolo; non si capisce cosa vuol dire. Ci sarebbe mancato che, dopo il si di pretoriani del calibro di Tremonti, Brunetta, Sacconi e Gelmini, a mettersi di traverso fosse stato l’ARAN. Forse si è voluta sottolineare la velocità con cui l’Aran ha fatto la sua parte.

Soddisfatti i ministri Gelmini e Brunetta che parlano di accordo di grande importanza… L’intesa rallenta la progressione di carriera per i neoassunti… Di fatto viene cancellato il primo gradone stipendiale (0-2 anni) che viene portato a 0-8 anni. Chi ha dieci anni di anzianità pre ruolo non perde nulla. Chi invece ne ha quattro conserva tale anzianità ma dovrà arrivare a 8 per avere l’aumento.

 

 

 

Avvenire – 21 luglio 2011

“Registratori e computer gli studenti dislessici”

 
 

Il ministro Gelmini dà notizia delle “misure dispensative e degli strumenti compensativi che, col prossimo settembre, saranno a disposizione degli studenti con Dsa. L’iniziativa riguarda anche gli studenti universitari, a partire dalla modalità con cui affronteranno i test di accesso. Con diagnosi certificata sono, in Italia, 70mila, ma si calcola che il disagio ne colpisca 200mila.

Nuove forme didattiche, adeguate modalità di valutazione e una specifica formazione dei docenti attraverso corsi di perfezionamento e master in 32 università, per i quali sono stati stanziati  2 milioni di euro. Lo ha annunziato, durante una conferenza stampa al Senato, il ministro dell’Istruzione, Gelmini siglando il decreto attuativo della legge 170/2010 che riconosce la dislessia, la disortografia e la discalculia come disturbi specifici di apprendimento. Per facilitare lo studio sono previsti la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un esercizio di ascolto, o il registratore, che consente di non scrivere gli appunti della lezione; ancora, i programmi di videoscrittura con correttore ortografico, e la calcolatrice…

 

Domani [Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.] – 21 luglio 2011

Nasce la città del sole, un paese con 200 famiglie padrone dell’energia, primo in Italia ad affidarsi al fotovoltaico

 
 

░ Riportiamo alcuni passi dell’articolo di Sergio Caserta, già pubblicato in Società » Italia »

Lunedì 18 luglio si è costituita a Melpignano in provincia di Lecce la prima "comunità cooperativa" società cooperativa a responsabilità limitata che ha lo scopo di promuovere, sviluppare e realizzare una rete diffusa d'impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici e privati del territorio comunale. La peculiarità dell’iniziativa che fa di Melpignano il primo esperimento del genere in Italia, è rappresentata dal fatto che alla cooperativa promossa dall’amministrazione comunale, aderiscono i cittadini che diventano così, in qualità di soci utenti, anche proprietari collettivi degli impianti fotovoltaici che si realizzeranno, per dotare le case e le aziende di energia da fonte rinnovabile. Il progetto ambizioso e studiato in ogni particolare, rappresenta nel disegno dell’Amministrazione comunale, un importante volano di sviluppo economico, poiché tutte le attività necessarie a realizzarlo saranno affidate a soci lavoratori o a società ad hoc costituite o esistenti nel comune, dagli studi di fattibilità dei tetti, alle pratiche amministrative, autorizzative e finanziarie, al montaggio e attivazione degli impianti…. La risposta dei cittadini di Melpignano è stata molto positiva, hanno manifestato interesse circa duecento famiglie e settantacinque hanno immediatamente aderito versando una quota sociale di 25 euro, il Comune entra invece come socio sovventore, avendo versato cento quote; è prevista anche la partecipazione di altri soci finanziatori e sovventori, in parte rappresentati da istituti finanziari della Lega delle cooperative cui la “comunità cooperativa” ha aderito, così come alcuni istituti di credito forniranno le anticipazioni necessarie a mettere in moto l’attività…. Rappresenta il primo esempio di cooperativa di comunità per lo sviluppo di energie rinnovabili; altri progetti analoghi stanno sorgendo in diverse regioni: la nuova sensibilità sui temi ambientali, la lotta all’inquinamento, il risparmio energetico ed anche la ricerca di nuove strade per realizzare con un’economia sostenibile occasioni di lavoro, vede i comuni diventare imprenditori sociali, riconquistando la centralità d’istituzioni vicine ai cittadini e protagonisti attivi del cambiamento.

 

 

CORRIERE DELLA SERA – 22 luglio 2011

“A Milano le grandi imprese tornano a cercare giovani”

 
 

░ Un sondaggio della Assolombarda rivela: nel 2011 le intenzioni di assunzione sono state ai livelli del 2008. Qualcosa sembra muoversi, ma i dati riguardano le intenzioni.

Alle 50 più grandi imprese associate è stato chiesto quanti, tra neolaureati e neodiplomati, hanno intenzione di assumere nel corso del 2011. Risposta: poco meno di 4700. Se si tiene conto che prima della crisi, nel 2008, le assunzioni di giovani furono poco più di 5100, ciò significa che le aziende tornano ad investire sul futuro…

 

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 22 luglio 2011

“Per chiarezza, in risposta a chi non vuole l'inserimento nelle GAE
dei docenti abilitati ed abilitandi”

░ Riportiamo parte di una dichiarazione dell’On.Russo, primo firmatario

di un progetto di legge volto ad inserire nelle graduatorie ad esaurimento i docenti abilitati ed abilitandi ancora esclusi

…Sono doverose alcune precisazioni. La corte costituzionale non si esprime sugli indirizzi politici delle norme ma sulla loro legittimità costituzionale, ossia sulla conformità delle norme ai principi costituzionali. Nella sentenza citata, la n. 41 del 9 febbraio 2011, la corte richiama la legge ma non dice, e non potrebbe dirlo, che non può essere cambiata la norma permettendo, nella fattispecie nuovi inserimenti. Ciò, infatti, già è accaduto nel 2009, inserendo i sissini del IX corso. La Consulta potrebbe, quindi, esprimersi solo sulla legittimità delle nuove norme. Ma le nuove norme, che noi proponiamo con la nostra proposta di legge, non contraddicono e non violano alcun articolo della costituzione. Anzi, riconoscono diritti ad oggi conculcati. La proposta di legge, come noto, è volta a riconoscere i titoli conseguiti da altri docenti che hanno partecipato a corsi speciali abilitanti e corsi di lauree abilitanti promossi dallo Stato. Si vuole, in sostanza, superare una ingiustizia: oggi, infatti, il tema è che ci sono docenti con identici titoli di abilitazione all'insegnamento ma una palese ed ingiustificata disparità di trattamento verso chi oggi ne è fuori. Per essere ancora più chiari: anche chi ad oggi non è stato inserito nelle gae, nelle more dell'avvio del nuovo sistema di reclutamento, pur in possesso di adeguati titoli abilitanti, ha il pieno diritto, e non meno di altri, di "servire lo Stato". Ovviamente, ognuno ci dovrà stare secondo i titoli ed il punteggio maturato, che in nessun modo non può essere disconosciuto. In merito ai diritti che verrebbero riconosciuti, non si vede lo scandalo. Inoltre, non si capisce perché i diritti riguarderebbero solo alcuni e solo fino ad una certa data. Forse non "ha fatto delle scelte di vita anche importanti che non dovrebbero essere vanificate" chi ha accettato di abilitarsi spendendo denari e sacrifici?"

Domani [Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.] – 18 luglio 2011

         L’Egitto in fiamme acquista elicotteri made in Italy con i soldi americani per aiuti umanitari

Nuovi affari in Egitto per i piazzisti d’armi mentre le forze armate continuano a reprimere brutalmente le manifestazioni per il pane, la libertà e la democrazia. Due elicotteri AW139 in configurazione ricerca e soccorso SAR della società AgustaWestland (gruppo Finmeccanica) saranno

trasferiti all’aeronautica militare egiziana via Stati Uniti d’America. Il contratto, per un valore di 37,8 milioni di dollari, è stato sottoscritto dall’azienda italiana con U.S. Army Aviation and Missile Command (AMCOM), il comando aereo e missilistico dell’esercito USA che poi girerà all’Egitto i due mezzi attraverso il programma Foreign Military Sales (FMS). Una triangolazione per certi versi incomprensibile …. Gli elicotteri destinati alle forze armate egiziane saranno prodotti negli stabilimenti di Philadelphia di AgustaWestland North America e saranno consegnati entro il novembre 2012. Il contratto prevede anche l’addestramento dei piloti e del personale di terra e la fornitura delle attrezzature e dei ricambi necessari per la messa in servizio e la manutenzione dei velivoli. L’Egitto è il maggiore recettore al mondo degli aiuti militari USA dopo Israele. … Per il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, la grave crisi politica e sociale scoppiata quest’anno in Egitto non comporterà alcuna riduzione negli aiuti militari USA. Non sembrano impensierire l’amministrazione Obama e i contractor statunitensi e internazionali le sempre più numerose denunce sulle violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia e dai militari egiziani nel “nuovo corso” post-Mubarak. …

 

Domani [Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.] – 18 luglio 2011

“Gli italiani bombardano per amore: parole del vescovo generale dei cappellani militari, ma di quale amore si tratta ?

Enrico Peyretti ironizza, a buona ragione, sul messaggio secondo cui la guerra potrebbe essere “caritatevole”, e poi riassume un articolo del  filosofo liberal statunitense Michael Walzer, apparso sul settimanale de Il Fatto Quotidiano, col titolo “Per carità, fate la guerra”).

L’uso della forza per finalità umanitarie genera sempre qualche sospetto di essere fatto per fini di dominazione, ma ciò non è sempre vero, e dipende anche dal non conoscere bene la situazione di crisi che richiede un intervento. È vero che l’intervento in Libia fu deciso senza rispettare il test della proporzionalità, e che sembra aver prolungato più che fermato i massacri, con poca prudenza e giustizia, ma Usa e Nato non intendono sottomettere la Libia (il petrolio era già disponibile), e hanno motivazioni umanitarie. Interventi come questo sono da appoggiare, in quanto sono bontà e dovere, carità e giustizia. Gli stati ricchi e potenti devono contribuire in proporzione al loro benessere e potere al bene comune. L’errore del non far nulla è più frequente dell’intervento imperialistico. Le crisi umanitarie sono più spesso ignorate che prese a pretesto per dominare. Molti stati, e non solo le grandi potenze, possono operare come agenti umanitari, perché possono mobilitare cooperanti e soldati…. Non c’è un agente designato per l’umanitarismo internazionale. Potremmo aspettarci che sia l’Onu a incaricare, sia per interventi militari che per aiuti umanitari. Ma non è prevedibile che possa agire tempestivamente. «Il principio guida è: chi può deve», scrive Walzer, alludendo a quella che oggi viene detta la “responsabilità di proteggere”. Quel principio-guida non può essere imposto legalmente – continua il filosofo – ma lo impone politicamente l’opinione critica, l’appello morale, talvolta la mobilitazione popolare. E cita i casi del Kosovo, del Rwanda, del Darfur, come differenti effetti di tale pressione. La combinazione di carità e giustizia, «due in uno», richiede che il soccorso – nutrire gli affamati, fermare i massacri – sia prioritario, ma poi deve venire la riparazione dei torti: nonostante i rischi che comporta, essa è l’obiettivo a lungo termine. Si tratta di costruire nazioni che possano difendere la vita dei loro cittadini e li aiutino a cavarsela da soli. Devono essere progetti umanitari e non ideologici (come furono l’Armata Rossa in Polonia 1919, gli Usa in Iraq 2003, e forse in Libia nel 2011), tesi a costruire lo stato e non a imporre un cambio di regime. Le missioni umanitarie mirano alla riparazione solo dopo il soccorso e allo scopo di sostenerlo.… La guerra caritatevole fa un bene impregnato di male, dà un pane tossico. Lo sanno i popoli “liberati”, le vittime di quel “bene”, i milioni di profughi sradicati dalla loro terra, le strutture vitali distrutte, e soprattutto lo sanno gli animi e le memorie, ricolme di dolore e corrotte spesso nella volontà di vendetta, o – quasi peggio – nel culto della fatalità della violenza, nell’immagine del mondo come un regno sotto la legge delle armi, dove anche la giustizia è ingiusta. Ma l’umanità non è destinata a questa dannazione