Supplenze equiparate, ma rimangono fuori quelle delle paritarie.
ROMA, 1 GEN - Nel 2016 sono stati spesi 1 milione e 170mila euro di risarcimenti ai docenti precari, dal 2012 oltre 3 milioni. I numeri li fornisce il sindacato Anief secondo il quale la cifra "dovrebbe far riflettere i nostri governanti, i quali si ostinano a ergere muri contro la stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio, oltre che l'equiparazione dei diritti del personale non di ruolo con quello assunto a tempo indeterminato". Solo per l'ultimo Concorso a cattedra, l'Anief ha presentato 21mila ricorsi, facenti capo a più tipologie di aspiranti docenti esclusi. I diplomati magistrale, che hanno chiesto l'inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento sono stati 4.500; poi ci sono state 1.400 richieste di inserimento nelle graduatorie ad esaurimento da parte di abilitati Pas e Tfa e, ancora, altri 500 laureati in scienze della formazione primaria e con altre abilitazioni più altri 582 reinserimenti. Sono oltre 3.500 le impugnazioni presentate per chiedere stabilizzazioni, "scatti" automatici in busta paga, da estendere ai precari e per l'estensione dei contratti. Poi, ci sono i ricorsi per tante altre motivazioni, tra cui la tutela allo studio dei disabili. A fine 2015, i lavoratori della scuola iscritti all'Anief - secondo i dati forniti dal sindacato - si fermavano a 21.693, oggi sono poco meno di 30mila. Nell'ultimo periodo, boom di presenze del sindacato anche tra i media. Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "sono risultati che premiano la nostra volontà di agire sempre a tutela di chi opera nella scuola, troppo spesso costretto a vedersi calpestare i propri diritti. Ora ci aspetta un anno di preparazione al 2018, quando, attraverso il previsto rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitari all'interno degli istituti, abbiamo intenzione di diventare un sindacato rappresentativo per portare le nostre battaglie storiche in sede di contrattazione nazionale".
Il presidente dell’ANIEF, Marcello Pacifico, dopo la firma dell’accordo tra sindacati e Ministero sulla mobilità 2017, chiede anche di rivedere la legge Brunetta, che rischia di rendere nullo il contratto.
Accordo raggiunto, tra quasi tutti i sindacati della scuola e il ministro dell'Istruzione, sulla mobilità degli insegnanti nell'anno scolastico 2017/2018. Un'intesa realizzata velocemente, visto il pochissimo tempo da cui il nuovo ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, si è insediata. E probabilmente a facilitare il raggiungimento dell'accordo è stato anche il fatto che la nuova titolare dell'istruzione sia una ex sindacalista. L'intesa riguarda dunque la spinosa questione del trasferimento dei docenti, uno dei capitoli più controversi della legge 107 (Buona Scuola). E si tratta di un accordo "politico", come sottolinea il Miur: la firma del contratto integrativo di mobilità del personale docente avverrà nel mese di gennaio. A siglare sono stati oggi Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal. Non ha firmato la Gilda, che non si è ritenuta soddisfatta dall'accordo. Riserve sono state espresse anche dall'Anief. "Quella siglata oggi è un'intesa a favore della scuola. Abbiamo avviato un percorso di responsabilità e serietà che mette al centro il funzionamento del nostro sistema di istruzione" ha commentato il ministro. "Abbiamo tutti collaborato avendo come obiettivo il miglioramento delle condizioni della scuola, pensando a chi a scuola lavora e a chi la frequenta" ha aggiunto Fedeli. Ci sono state, ha detto, anche "una qualità e un'assunzione di responsabilità nei tempi di chiusura dell'accordo, che dimostrano la serietà di chi si è seduto attorno al tavolo: del decisore politico, dell'amministrazione, delle rappresentanze dei docenti". Soddisfatti i sindacati firmatari, che sottolineano il "cambio di metodo coerente con l'accordo firmato lo scorso 30 novembre tra Governo e Sindacati per la ripresa di corrette relazioni sindacali e un riequilibrio del rapporto tra leggi e contrattazione a favore di quest'ultima" nonché "l'atteggiamento di attenzione e apertura al dialogo" del ministro. Interviene anche la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che parla di "un bel segnale" e "un buon accordo che dimostra quanto sia utile e conveniente, per tutte le parti e per l'interesse generale, valorizzare il confronto con le parti sociali". Ma quali sono le novità? Sarà previsto per tutti i docenti lo svincolo dall'obbligo di permanenza triennale nel proprio ambito o nella propria scuola. Si tratta di una misura straordinaria: resta fermo infatti l'obiettivo prioritario, indicato dalla legge 107, della continuità didattica. La mobilità avrà un'unica fase per ciascun grado scolastico. Il personale docente potrà esprimere fino a 15 preferenze: potranno essere indicate, oltre agli ambiti, anche scuole, per un massimo di 5. Questo varrà sia per gli spostamenti all'interno che fuori dalla provincia. Quanto all'individuazione dei docenti per competenze, i criteri saranno identificati in un accordo separato, che sarà sottoscritto insieme al contratto sulla mobilità. La Gilda, che non ha firmato l'intesa, spiega che "pur in presenza di aperture quali la deroga al vincolo triennale per tutti e la possibilità di esprimere alcune preferenze su scuola per tutti, non si possa accettare che la maggior parte dei docenti venga collocata negli ambiti territoriali e sottoposta alla individuazione per competenze ovvero alla chiamata diretta". Rifiuta i "facili trionfalismi" l'Anief, che parla di "solo un passo in avanti, ma non certo la vittoria finale contro le norme ingiuste e discriminanti, focolaio di tensioni tra il personale, introdotte con la cosiddetta Buona Scuola del 2015".
Due nuove sentenze ottenute presso i Tribunali del Lavoro italiani segnano questo scampolo di fine anno con la piena conferma delle tesi da sempre sostenute dall'Anief: ai precari spettano gli scatti stipendiali e il periodo svolto durante il precariato non può essere discriminato e deve essere integralmente computato anche ai fini della ricostruzione di carriera. Sono due nuovi provvedimenti che danno ragione ai precari a coronare l'anno di successi del sindacato Anief che rilancia la propria iniziativa legale e promuove gratuitamente gli specifici ricorsi volti all'ottenimento degli scatti per i precari e dell'immediata ricostruzione di carriera con l'integrale computo del servizio preruolo per i lavoratori di ruolo. Al momento, infatti, l'unica strada per ottenere il rispetto dei propri diritti è agire in tribunale, ma l'Anief si aspetta una presa di coscienza seria da parte del Ministero dell'Istruzione e una radicale e immediata riforma della normativa interna. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “L'adeguamento della normativa interna e contrattuale, che viola la normativa comunitaria discriminando il periodo di precariato, non può più attendere. Il nostro sindacato si sta battendo da anni perché il MIUR riconosca pari dignità al servizio a tempo determinato e ormai i tempi sono maturi per una svolta definitiva”.
Atto di indirizzo Miur 2017: Anief chiede riapertura Gae, piano straordinario assunzioni precari, adeguamento organici di fatto in diritto, obbligo a cinque anni. Intervista al presidente Anief, M. Pacifico, appena rieletto alla guida del sindacato per il prossimo quadriennio.
Secondo il sindacato Anief: "Riconosciuti gli incrementi di retribuzione legati all'anzianità di servizio a partire dal primo contratto".
(ANSA) - ROMA, 22 DIC - Una sentenza della Corte d'Appello di Palermo ha sancito la restituzione di parte dello stipendio per 36 docenti precari, con un ammontare previsto di circa 300 mila euro: lo sottolinea l'Anief in una nota, segnalando che la sentenza riguarda supplenti con oltre 10 anni anni di servizio svolto. In questo modo "è stata accolta la richiesta di tutela del diritto dei supplenti a percepire la stessa progressione stipendiale riconosciuta ai docenti di ruolo; viene così bocciato l'operato del Ministero dell'Istruzione, che da tre lustri si ostina a discriminare i lavoratori precari, eludendo la normativa comunitaria sull'abuso del precariato". "Dopo la Corte di Giustizia Europea, anche la Cassazione ci ha dato ragione", afferma il presidente di Anief e Cisal Marcello Pacifico. "Gli scatti di anzianità per i lavoratori a termine sono una realtà ormai indiscutibile. Il Miur non può più indugiare e deve riconoscere ai precari le medesime prerogative dei lavoratori a tempo indeterminato. Come sindacato chiediamo a gran voce una modifica della normativa e del contratto, che riconoscano pari dignità a tutti i precari della scuola, ad iniziare dallo stipendio". Il sindacato Anief, viene ricordato, "ha posto la battaglia in favore dei lavoratori della scuola come punto cruciale della sua politica di azione sindacale e attende dall'amministrazione una presa di coscienza nei confronti dei precari che da anni sono sfruttati e discriminati. Al momento, l'unica via per il riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità rimane quella del ricorso in tribunale"
Con una mozione sindacato punta a nuova stagione diritti
(ANSA) - ROMA, 21 DIC - Gli stipendi degli insegnanti sono bloccati: per il rinnovo del contratto servono risorse adeguate. La richiesta proviene dal Congresso nazionale Anief, che ha approvato all'unanimità una mozione per tracciare gli atti d'indirizzo dell'associazione sindacale per il prossimo quadriennio. Il sindacato punta dritto verso una nuova stagione dei diritti, all'insegna della piena e compiuta parità di trattamento tra personale della scuola, docente e non, con contratto a tempo determinato e di ruolo. Sono anche maturi i tempi - sostiene Anief - perché sia riconosciuto a tutti gli insegnanti l'elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado. Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "è l'ora di abbandonare quella visione politico-economica che in questi anni troppe volte ha guardato alla scuola solo come una voce di bilancio da tagliare. Occorre attuare forti segnali di discontinuità con quel recente passato: per farlo, bisogna partire dal nuovo contratto, anche per il personale precario, che svolge le stesse mansioni di quello di ruolo ma con un trattamento decisamente più sfavorevole. Occorre discontinuità e per farlo bisogna puntare al nuovo contratto".
Trovano conferma piena le diverse immissioni in ruolo attuate negli scorsi anni attraverso le graduatorie concorsuali 2012, su cui pendeva la cosiddetta "riserva". Il Consiglio di Stato, infatti, secondo quanto riferisce l' Anief, ha confermato la posizione del sindacato già fatta propria dal Tar del Lazio: per partecipare serviva qualsiasi laurea e per superare lo scritto bastava prendere 30/50. Il Tar - spiega l'Anief - "aveva già previsto l'annullamento di quella disposizione del bando 2012 emanato dal Miur, il quale prevedeva il punteggio di almeno 35/50 per ottenere l'accesso alle prove successive del concorso a seguito dello svolgimento della prova pre-selettiva. Allo stesso modo, cade pure la norma imposta illegittimamente dalla stessa amministrazione scolastica di far partecipare alla selezione nazionale per diventare insegnanti, solo i laureati entro il 2003". "Sull'accesso al Concorso per docenti del 2012, dopo il Tribunale amministrativo, anche il Consiglio di Stato dà piena ragione al sindacato - sottolinea l'Anief - confermando l'annullamento di quella disposizione del bando emanato dal Miur che prevedeva il punteggio di almeno 35/50 per ottenere l'accesso alle prove successive del concorso a seguito dello svolgimento della cosiddetta prova pre-selettiva. Allo stesso modo, cade pure la norma imposta illegittimamente dalla stessa amministrazione scolastica di far partecipare alla selezione nazionale per diventare insegnanti, solo i laureati entro il 2001/2002 per le lauree quadriennali e entro il 2002/2003 per quelle quinquennali".
ROMA, 18 DIC - Marcello Pacifico è stato oggi confermato a Roma presidente nazionale dell'Anief per altri quattro anni: a deciderlo sono stati gli oltre 400 delegati, nel corso del secondo Congresso nazionale Anief, durante il quale sono state approvate diverse mozioni, che rappresentano gli obiettivi prioritari del prossimo quadriennio. Si va dalla nuova contrattazione, con il recupero totale dell'indennità di vacanza contrattuale, all'incremento degli organici, dalla lotta al precariato a una nuova gestione delle supplenze, dalla necessità di bandire diversi nuovi concorsi all'abolizione del Tfr nel pubblico impiego fino alla nuova rappresentatività, alla nuove regole sui trasferimenti del personale, il ripristino di 200mila posti tagliati a partire dal 2008 e il recupero del "tempo-scuola" cancellato. "Credo che per il nostro sindacato - ha detto Pacifico - sia arrivato davvero il momento di diventare rappresentativi, di sederci ai tavoli contrattuali, per ridare dignità ai docenti e al personale Ata. Ci impegneremo al massimo per far valere il diritto nelle nostre scuole. Il Governo Renzi ha sbagliato tutto, imponendo una Buona Scuola che ora va modificata in tantissime parti. La riforma è stata impostata senza ascoltare il personale:se ci sono 600mila persone che scendono in piazza, non si può fare finta di niente. È, dunque, giunto il momento di valorizzare la scuola, tornando a dare voce a chi la vive, per il rispetto dei nostri giovani e della scuola del domani e, inoltre, per la cultura della giustizia e della legalità".
(ANSA) - ROMA, 13 DIC - "A Viale Trastevere finalmente un ministro in grado di dialogare con i lavoratori". Così l'Anief commenta la scelta di Valeria Fedeli per il ministero dell'Istruzione. "Dopo un lungo periodo, durante il quale al Miur si sono succeduti professori universitari e rettori, approda alla guida del Dicastero dell'Istruzione, la vice presidente del Senato Valeria Fedeli: visti i suoi trascorsi sindacali, si presume che possa detenere quella sensibilità e volontà di dialogo con le parti sociali totalmente mancate al suo predecessore Stefania Giannini che, non a caso - fa notare il sindacato - è stato l'unico ministro 'silurato' del Governo uscente. Il sindacato Anief rivolge i migliori auguri di buon lavoro al nuovo titolare del Miur, auspicando che sappia intervenire laddove Renzi e il suo esecutivo hanno clamorosamente fallito". "Siamo pronti a riallacciare quel dialogo indispensabile con chi conosce i problemi dell'Istruzione italiana e può fornire un prezioso contributo nel risolverli. Per questo motivo, per avviare da subito un confronto costruttivo, invitiamo pubblicamente il ministro Fedeli - afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - al secondo congresso nazionale Anief, che si svolgerà a Roma sabato e domenica prossimi: pur consapevoli della durata ridotta dell'operato di questo Governo appena insediato, riteniamo che non si possa perdere ulteriore tempo".
ROMA, 12 DIC - Gentiloni "valuti con ponderazione a chi affidare il Miur. Serve un Ministro credibile e avulso dalla riforma che ha fatto cadere Renzi". E' quanto afferma l'Anief aggiungendo che il futuro premier "deve avere ben chiaro in mente che il personale della scuola è di gran lunga la categoria più presente nell'amministrazione pubblica: questi lavoratori sono stati determinanti nella débacle a cui è andato incontro il Governo lo scorso 4 dicembre. Ignorare questo risultato inequivocabile nella scelta del nuovo primo 'inquilino' del Miur sarebbe un grave errore". "A viale Trastevere - afferma Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - deve arrivare un esponente capace di realizzare un dialogo costruttivo con chi opera nella scuola ogni giorno, per avere un filo diretto con insegnanti, personale tutto, studenti e famiglie: esattamente il contrario di quanto fatto dall'ultimo esecutivo che si è tenuto stretto le proprie convinzioni sbagliate su meritocrazia e chiamata diretta, salvo rimetterle in discussione quando ormai era troppo tardi. Per questi motivi è indispensabile - prosegue - individuare qualcuno con esperienza diretta nella scuola, oltre che con un alto spessore culturale ed etico, che non abbia condizionamenti nel superare, con una contro-riforma, quei provvedimenti dannosi approvati contro il volere della stragrande maggioranza degli addetti ai lavori e dell'opinione pubblica: attraverso obiettivi semplici e condivisi, si potrebbe davvero voltare pagina e risollevare un settore chiave per il presente e per il futuro del Paese. Pensare, invece, di rilanciare il sistema d'istruzione senza liberarsi della zavorra delle norme della Legge 107 significherebbe perseverare nello sbaglio".
ROMA, 11 DIC - "In piazza contro la 'Buona Scuola' sono scesi, con i docenti, anche gli Ata, gli studenti e pure alcuni Dirigenti scolastici. La maggioranza parlamentare non ha voluto ascoltarli e, solo a distanza di un anno, ha compreso quanto quelle norme fossero nocive alle scuole. Perché non si parla, invece, della mancanza cronica dei capi d'istituto, del problema delle reggenze e del concorso per Dirigenti che continua ad essere rimandato?". E' quanto chiede in una nota il presidente di Anief e Cisal Marcello Pacifico, secondo il quale "senza nuovi presidi una scuola su tre l'anno prossimo inizierà le lezioni con il dirigente in condominio, andando così a peggiorare quanto accaduto quest'anno". Lo stesso poi, aggiunge Pacifico, "vale per i Direttori dei servizi generali ed amministrativi. Sarebbe stato molto più logico, ad esempio, chiedere per quale motivo i Dirigenti scolastici assunti negli ultimi 10 anni debbano guadagnare meno di 2.500 euro netti", conclude.
ROMA, 6 DIC - "Per il sostegno agli alunni disabili, il Miur ha pubblicato il decreto per specializzare 5.108 docenti su 40mila posti liberi. Numeri risibili. E che fine hanno fatto, poi, gli altri Tfa?". Se lo chiede l'Anief. "L'iter di attivazione del terzo ciclo prevede l'avvio dei corsi universitari nell'anno accademico 2016-2017: con successivo decreto saranno individuati i posti assegnati a ciascun ateneo che, successivamente, dovrà anche emanare il bando con modalità e tempi di attuazione. In ogni caso, è una cifra - sostiene il sindacato - troppo piccola, rispetto alle 40mila cattedre vacanti assegnate, quest'anno, ai supplenti annuali con scadenza 30 giugno 2017: si intende, quindi, regolarizzare meno del 15 per cento dei posti vacanti". "Prevediamo un buco - afferma Marcello Pacifico, presidente Anief - di almeno due-tre anni, prima di vedere a compimento il nuovo modello selettivo e formativo dei nuovi insegnanti, ancor di più dopo la caduta del Governo Renzi: diventa, quindi, una necessità impellente pubblicare il terzo ciclo abilitante Tfa anche per tutte le discipline. Non nascondiamo che siamo preoccupati: nell'Atto di indirizzo ministeriale sugli obiettivi da raggiungere nell'anno 2017, pubblicato qualche settimana fa, il tirocinio abilitante non era, infatti, neppure citato. Occorre, invece, fornire a tante migliaia di giovani laureati precise indicazioni su come potranno diventare insegnanti". (ANSA).
Roma, 5 dic. - (AdnKronos) - "Il popolo della Scuola ha avuto un ruolo decisivo sulla vittoria del 'no' al referendum e la decisione di Renzi di lasciare l'Esecutivo, dopo che i contrari alla riforma costituzionale hanno fatto registrare quasi 20 punti di scarto. Qualsiasi Governo si andrà a costituire, di questo aspetto se ne dovrà tenere conto: chi guiderà l'Italia nei prossimi mesi, prima e dopo le elezioni politiche, dovrà pertanto avere ben presente che la Legge 107/2015, la cosiddetta 'Buona Scuola', deve essere archiviata, proprio perché approvata senza consenso, persino con l'opposizione di oltre 600 mila docenti e Ata". Lo afferma l'Anief in una nota. "E', pertanto, importante, se si vuole davvero puntare ad una svolta politica che risponda alle richieste dei cittadini, ricucire il rapporto con gli educatori che ogni giorno crescono nel Paese le generazioni del domani - aggiunge -. Nei mille giorni del Governo Renzi che si e' frantumato stanotte, i suoi rappresentanti hanno invece fatto di tutto per allontanarsi da chi opera nella scuola: e pensare che, fino a qualche tempo fa, si trattava di un 'bacino elettorale' davvero molto vicino, almeno sino alla penultima riforma firmata Tremonti-Giannini - prosegue - che traccia sin d'ora la strada da percorrere per arrivare a questa meta: bisogna prima di tutto rispondere seriamente al problema del precariato e, in contemporanea, all'esigenza di conferire degli stipendi dignitosi, sia per il personale dipendente che dirigente, i quali non possono di certo risollevarsi con gli 85 euro medi lordi promessi dalla Funzione Pubblica". "In questo modo, si riscoprirebbe la dignità di una professione che è ormai percepita dall'opinione pubblica come quella di lavoratori che vanno catalogati tra i più bassi gradi sociali. Occorre, - prosegue ancora l'Anief - poi, agire sugli organici e sulle deroghe ai pensionamenti alle soglie dei 70 anni o dei 43 anni di contributi versati". ''Il giovane sindacato - spiega il suo presidente nazionale Marcello Pacifico, anche segretario confederale Cisal - è pronto a questa sfida, con alcune risposte che possono essere già fornite nella Legge di Stabilità ora in discussione al Senato e a cui il nuovo Governo dovrà orientarsi con netta discontinuità rispetto a chi ci ha rappresentato negli ultimi due anni e mezzo. All'Esecutivo uscente è stato chiesto fino all'ultimo di cambiare rotta: anche nei giorni scorsi, quando si è detto sordo alle richieste che provenivano dalle nostre scuole, attraverso precise modifiche alla legge di bilancio, e pure di fronte al riuscito sciopero indetto dal sindacato il 14 novembre con oltre mille manifestanti riuniti davanti a Montecitorio.Ed ora è arrivato il conto''. "Tra le richieste emendative più sentite non poteva non figurare l'eliminazione della piaga del precariato scolastico che passa per l'adozione del doppio canale di reclutamento, comprendente da una parte le graduatorie di merito, dall'altra GaE e graduatorie d'istituto, ma anche per un Concorso a cattedra che torni ad essere aperto a tutti i laureati. - continua il sindacato nella sua nota - È, poi, fondamentale approvare un contratto che produca aumenti veri e non ''mance'' politiche da 85 euro lorde, che partano, tra l'altro, da settembre 2015, in linea con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale. "Tra gli interventi più celeri da attuare vi è, poi, la trasformazione di tutti i posti liberi, da verificare previo censimento nazionale, dall'organico di fatto a quello di diritto, ad iniziare dal sostegno che annovera quasi 40mila cattedre vacanti ma non assegnabili oggi alle nuove assunzioni: queste ultime vanno, subito dopo, attuate su tutti i posti liberi, anche sulle discipline curricolari. Serve, - continua l'Anief - infine, allargare l'Ape ''social'', l'uscita anticipata fino a tre anni e mezzo che si vuole adottare solo per la scuola dell'infanzia, a tutti i gradi di insegnamento, sempre in attesa di tornare ad una soglia pensionistica ragionevole andando a mettere mano alla legge di riforma del settore Monti-Fornero". ''Anief, pertanto, si appella ai senatori, chiunque essi siano dopo la caduta del Governo, perché tengano conto di queste e altre proposte emendative che il sindacato si appresta a presentare a Palazzo Madama: solo approvandole, risollevando finalmente l'istruzione pubblica, si potrà iniziare a parlare di vera svolta'', conclude Pacifico.
Inarrestabili le vittorie Anief presso i Tribunali del Lavoro di tutta Italia nella lunga battaglia promossa dal nostro sindacato volta a tutelare i diritti dei lavoratori precari della scuola da anni discriminati dal MIUR a causa del mancato riconoscimento del diritto a percepire le medesime progressioni stipendiali riservate ai docenti di ruolo. Stavolta è il Giudice del Lavoro di Milano ad accogliere in pieno le richieste patrocinate dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Francesca Lideo che, ancora una volta, si sono fatti valere in udienza ottenendo la condanna del MIUR per evidente discriminazione nei confronti dei lavoratori precari. Riconosciuto a una docente precaria “storica” il diritto alle differenze retributive mai percepite e che il Ministero dell'Istruzione le aveva negato applicando le disposizioni di un Contratto Collettivo Nazionale illegittimo sul punto, perché in aperto contrasto con la normativa comunitaria. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Ancora una volta un successo, ancora una volta la nostra azione legale mirata e puntuale ha ottenuto giustizia e rispetto per i precari della scuola. Non ci fermeremo finché il Ministero non riconoscerà pari dignità ai lavoratori a termine anche a livello retributivo”. Anief ricorda che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuti i propri diritti e per ottenere uno stipendio commisurato agli anni di servizio effettivamente svolti, anche se con contratti a tempo determinato.
Personale Ata fanalino di coda della pubblica amministrazione
ROMA, 2 DIC - "Come si può pensare di rendere dignitoso lo stipendio di un collaboratore scolastico neo-assunto, che oggi percepisce 1.008 euro al mese, concedendogli un incremento stipendiale di 20-30 euro?" Lo chiede l'Anief facendo riferimento alle parole del Ministro Madia secondo la quale l'intesa sottoscritta sul pubblico impiego servirà ad "accorciare la forbice tra chi guadagna di più e chi guadagna di meno". "Diversi rappresentanti del Governo si stanno rincorrendo nel dire che a seguito dell'accordo raggiunto il 30 novembre a Palazzo Vidoni, gli aumenti per i lavoratori statali di 'fascia' alta riceveranno meno, per privilegiare chi guadagna poco: prevarrà, infatti, un approccio alla 'Robin Hood'. Peccato che questo accostamento (togliere ai ricchi per dare ai poveri) potrebbe avere un senso - fa notare l'Anief - laddove vi siano risorse congrue da assegnare ai lavoratori. Invece, gli aumenti da dividere tra 3,3 milioni di dipendenti sono a dir poco esigui: se si dividessero equamente, per il 2017 la media di incremento sarebbe di soli 258 euro lordi annui. Che corrispondono a 20 euro lordi, ovvero 14 euro netti mensili. Ammesso, poi, che agli Ata della scuola si assegni un aumento doppio, per la logica tanto sbandierata di 'Robin Hood', si potrebbe arrivare a 30 euro netti di aumento. Praticamente, per il 2017 si passerebbe dal 'trancio' di pizza di un anno fa a una cena frugale". "Se gli ultimi dati Aran ci dicono che il fanalino di coda della Pubblica Amministrazione sono proprio gli assistenti amministrativi, i tecnici e gli ausiliari della scuola, che percepiscono in media meno di 22mila euro di media lordi annui, queste cifre diventano imbarazzanti - osserva ancora il sindacato - quando si scopre che la retribuzione dei dirigenti di prima fascia delle Agenzie fiscali raggiunge i 220mila euro annui. Francamente, non crediamo che possa essere giustificato un gap retributivo così mastodontico, con i secondi che beneficiano di una busta paga dieci volte maggiore del personale non docente". Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief "questo accordo quadro sul pubblico impiego ha tutta l'aria di essere finalizzato a ricevere consensi politici". (ANSA).
Roma, 25 nov. (askanews) - La Commissione Bilancio della Camera, all'ultimo momento ha dato il via libera all'ampliamento, seppure di appena 2 milioni di euro, del fondo legato ai contenziosi per le mancate assunzioni dei supplenti storici con almeno 36 mesi di servizio svolto (a firma del relatore Mauro Guerra del Pd).
Parallelamente, è stato chiesto di effettuare il conteggio delle supplenze, pari a 36 mesi di servizio complessivi pure non continuativi, solo a partire dal 1° settembre scorso. Secondo il sindacato della scuola Anief, questa modifica non basta a coprire la mole dei risarcimenti richiesti dai docenti ricorrenti che si sono rivolti o si stanno rivolgendo al sindacato, anche per ottenere gli scatti di anzianità non corrisposti per il periodo di precariato. "Finalmente i parlamentari si rendono conto che se non si affronta la situazione del precariato a livello nazionale, attraverso norme ad hoc, le rivalse dei tanti danneggiati dalla mancata applicazione delle indicazioni europee faranno scoppiare una situazione sinora tenuta solo sopita. Perché d'ora in poi - ha detto Marcello Pacifico (Anief-Cisal) - a seguito delle ultime sentenze nazionali e transnazionali, tutti coloro che hanno svolto almeno tre anni di supplenze possono vantare risarcimenti tutt'altro che figurativi. L'importo previsto è basso, seppure incoraggiante: solo in Piemonte, grazie ai legali Anief, in un solo anno sono stati conferiti dallo Stato, tramite i tribunali, più di un milione di euro di risarcimenti. A beneficiarne sono stati solo una settantina di precari. Ora, il sindacato sta cercando giustizia per risarcire i precari che hanno stipulato 1 milione e mezzo di contratti nell'ultimo decennio: molti riguardano precari o ex precari che hanno svolto 36 mesi di supplenze".