Il MIUR comunica ai sindacati le modalità che hanno condotto all’individuazione dei 63.712 posti messi a concorso: consistenza delle GAE, posti residuati dal piano straordinario, pensionamenti previsionali, effetti dei passaggi di ruolo. Anief li contesta: non corrispondono al vero. Il contingente appare inadeguato anche perché non è basato sulla futura riforma del sostegno e dell’infanzia.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la verità è un’altra. I numeri sono lasciati al caso. Basti pensare che un idoneo potrebbe essere assunto dal dirigente scolastico al posto di un vincitore che perderebbe cosi il ruolo se non individuato entro un triennio da una graduatoria di merito che dovrà fare riferimento necessariamente agli ambiti territoriali.
Lasciano a desiderare i criteri comunicati alle OO. SS. per l’individuazione dei 63.712 posti messi a concorso per i tre bandi che sono al vaglio della Corte dei Conti al fine di essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale, come riferisce Orizzonte Scuola. Anief ritiene che si tratti di parametri a dir poco discutibili. Prima di tutto, perché se si fosse tenuto conto della consistenza delle GAE e della volontà politica di esaurirle, i posti da mettere a concorso sarebbero stati il doppio, essendo già in 55 mila i presenti. In forse, anche, i dati sui pensionamenti che sono per il prossimo anno scolastico la metà (13 mila) di quelli dell’anno precedente. Soltanto dai pensionamenti, infatti, avremo liberi quasi 40 mila posti. Drammatico il caso dei maestri della scuola dell’Infanzia per i quali sono stati previsti solo settemila posti a fronte del quadruplo dell’offerta disponibile. Sull’organico potenziato, inoltre, non si potrà fare affidamento in quanto dei 9 mila posti vacanti residuali dal piano straordinario non corrisponde una precisa classe concorsuale, cosicché rimangono soltanto i settemila posti residuali su posto comune e di sostegno delle fasi precedenti. Poca incidenza avranno, infine, i posti liberati dai passaggi di ruolo.
Numeri ballerini, quindi. Resta, pertanto, concreto il rischio di vincere un concorso e ritrovarsi senza cattedra, seppur selezionato dal DS, ultimo responsabile della nomina. Episodio, d’altronde, già noto ai più di 200 docenti dell’infanzia cha hanno vinto l’ultimo concorso e che, dopo un triennio, si ritrovano a essere cancellati dalle rispettive graduatorie di merito. Questa mancata o non corretta programmazione porterà caos nella gestione della procedura concorsuale, per non parlare del fatto dell’individuazione stessa dei posti a livello regionale senza tener conto degli ambiti territoriali che devono essere ancora costituiti.
Per approfondimenti:
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