Marcello Pacifico, nella giornata dedicata agli insegnanti, è tornato a parlare delle urgenze della scuola: precariato, stipendi e rimozione dei vincoli al trasferimento. Questi sono alcuni degli argomenti trattati nel corso di un’intervista rilasciata dal sindacalista autonomo: «Ad oggi rappresentiamo oltre 100.000 insegnanti in tutta Italia. Abbiamo sempre lottato contro la precarietà, anche con azioni giudiziarie in tribunali italiani, alla Corte di giustizia europea e rivolgendoci ad altre istituzioni in Europa, come ad esempio il Comitato europeo dei diritti sociali e il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa». Parlando del dramma del precariato, Pacifico ha continuato dicendo che «nelle scuole italiane il 25% del personale attivo è precario: proprio a questo proposito, si deve notare che l’Italia non ha recepito nel suo ordinamento la direttiva europea n. 70 del 1999 che tratta il contrasto all’abuso dei contratti a termine e il principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato».
“L’odierna giornata mondiale degli insegnanti deve servire a ricordare prima di tutto le condizioni di difficoltà in cui lavorano per svolgere una professione di altissimo valore sociale: in Italia il docente non gode più della stima pubblica ed è spesso bersaglio di critiche e violenze da parte delle famiglie, percepisce stipendi sempre più poveri, in un caso su quattro è precario e rimane tale troppi anni oltre il dovuto tanto da avere indotto due giorni fa la Commissione UE a deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Europea e il nostro sindacato ad avviare una class action per recuperare fine a 24 stipendi come indennizzo per la mancata stabilizzazione. Inoltre, chi insegna nel nostro Paese difficilmente riesce ad avvicinarsi a casa, per via di vincoli immotivati e applicati anche quando vi sono i posti liberi per accoglierlo, hanno una carriera limitata alla sola possibilità di diventare preside”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel giorno della celebrazione della giornata mondale del docente.
L’abuso di precariato costa salato allo Stato italiano: nelle stesse ore del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per l’eccesso di supplenze e mancate stabilizzazioni, arriva notizia della sentenza emessa da parte del Tribunale di Ivrea, datata 2 ottobre, che grazie all’operato dei legali Anief risarcisce con 30.469,20 euro una docente precaria di Religione cattolica dopo bene 22 anni consecutivi di contratti rigorosamente a termine: nella sentenza, si legge, il giudice ha detto che “è evidente la configurabilità della abusiva reiterazione di contratti a termine denunciata dalla ricorrente”.
La notizia è questa e già nota: “la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver posto fine all’uso abusivo dei contratti a tempo determinato e alle condizioni di lavoro discriminatorie nel settore scolastico. Secondo la Commissione, l’Italia non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione e l’abuso di contratti a termine”, riporta anche Orizzonte scuola.
Anche l’anno 2013 va considerato utile ai fini della ricostruzione di carriera: il sindacato Anief lo ha sempre sostenuto, adesso anche i giudici stanno portando avanti questa posizione. Come a Biella, dove il Tribunale ha deciso che l’annualità cancellata dal Governo Letta ai fini della carriera va invece considerata valida e alla pari delle altre. Per il giudice, infatti, deve “essere valutato, ai soli fini giuridici per il calcolo dell’anzianità di servizio, anche l’attività prestata nell’anno 2013 (vd. Cass. Sez. lav., ord. 16632/24)”.
Sono stati presentati alla Camera gli emendamenti al decreto legge Salva Infrazioni - il DL 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano - riguardanti il reclutamento e la stabilizzazione dei precari del comparto Istruzione e Ricerca: subito dopo la loro presentazione, suggerita da Anief e realizzata da alcuni deputati del Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, diverse richieste sono state cassate dai parlamentari di competenza perché ritenuti inammissibili.
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