Se per Giannini “la legge è chiara e inequivoca: il bando è riservato ai soli abilitati” e che sinora “non è stato espresso alcun giudizio di merito”, il giovane sindacato ricorda che è pronto a dimostrare la fondatezza delle proprie posizioni sino all’ultimo grado di giudizio.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la transizione sarebbe dovuta rimanere in vita sino alla fine dell’ultimo ciclo del Tfa, che terminerà tra poche settimane. È certamente vero che un decreto monocratico non rappresenta ancora un’espressione sul merito del ricorso. Giannini, però, deve anche sapere che un regolamento concorsuale non può ledere i principi della parità di accesso ai pubblici concorsi, del merito rivolto a tutti i cittadini e dell’affidamento: tutti punti fermi per le selezioni nella pubblica amministrazione, peraltro costituzionalmente protetti.
“I docenti laureati hanno buoni motivi per ricorrere in tribunale contro l’esclusione dal concorso a cattedre: dire loro che vanno contro la legge è un'asserzione tutta da dimostrare”. Risponde in questo modo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, alle risposte fornite all'AdnKronos dal Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, sulla pertinenza dei tanti ricorsi presentati dagli esclusi dalla procedura selettiva nazionale. Per il Ministro, riporta la stampa specialistica, “la legge è chiara e inequivoca: il bando è riservato ai soli abilitati''. E rispetto alle prime ordinanze del Tar Lazio, ''si tratta al momento di alcuni decreti di carattere cautelare, che non entrano nel merito - precisa il Ministro - e rimandano a successive decisioni collegiali del Tar. Per ora non è stato espresso alcun giudizio di merito. Qualora fosse necessario, ci opporremo nelle sedi opportune''.
Anief ribatte alle dichiarazioni del Ministro, sostenendo che l’ultima parola sulla diatriba giudiziaria in corso spetterà ai giudici. E che, comunque, anche il giovane sindacato è pronto a dimostrare la fondatezza delle proprie posizioni sino all’ultimo grado di giudizio.
“Giannini dovrebbe sapere – spiega il presidente Anief – che la legge in vigore sul reclutamento del personale prevedeva una fase transitoria di cui il Miur avrebbe dovuto tenere conto anche per questo concorso pubblico. La norma, che si rifà anche al Testo Unico della scuola, ancora di piena vigenza, prevede che la transizione sarebbe dovuta rimanere in vita sino alla fine dell’ultimo ciclo del Tfa. Invece, così non è stato. Così come il Miur non si è curato di attendere il termine degli ultimi corsi Pas e Sostegno, ben sapendo che pure questi andavano chiusi entro l’anno accademico 2014/2015”.
“Non è colpa dei docenti, spesso anche docenti curricolari e di sostegno in servizio come supplenti nelle scuole, se si sono iscritti a dei corsi formativi abilitanti, organizzati dal Miur, svolti nelle università ma a spese dei partecipanti, se ci sono stati dei prolungamenti dei tempi inattesi. Se dovessimo rispettare il regolamento ministeriale, sarebbero esclusi dalla possibilità di far misurare il loro merito per fare gli insegnanti. Mentre quella possibilità – continua Pacifico – viene data ad altri cittadini. Ad esempio ad un qualsiasi impiegato del Comune”.
“Si rasenta l’assurdo, poi, quando le norme di accesso del concorso permettono allo stesso impiegato comunale di fare il concorso, mentre sbarrano le porte ad un maestro di scuola primaria che vuole insegnare alle medie o alle superiori pur avendo tutti i titoli per farlo. A questo punto, preso atto dell’ingiustizia che si sta perpetrando, il Miur farebbe bene a a modificare il bando di concorso. E rispondere adeguatamente, includendo anche loro, a tutti coloro che sono stati esclusi per via del black out accaduto nell’ultimo giorno di iscrizioni”.
Il leader del giovane sindacato replica anche ai riferimenti del Ministro al fatto che il Tar non si è ancora espresso in modo definitivo: “è certamente vero che un decreto monocratico non rappresenta ancora un’espressione sul merito del ricorso. Per questo dobbiamo attendere. Giannini però deve anche sapere che un regolamento concorsuale non può ledere i principi della parità di accesso ai pubblici concorsi, del merito rivolto a tutti i cittadini e dell’affidamento: tutti punti fermi per le selezioni nella pubblica amministrazione, peraltro costituzionalmente protetti. Se il legislatore e un Ministero non tengono conto di questo – conclude Pacifico – per noi è ovvio che un sindacato che tutela i lavoratori decida di rivolgersi agli organi giudiziari preposti”.
Anief ricorda che è stato prorogato fino al 6 aprile il termine per aderire al ricorso contro l’esclusione illegittima dalla procedura selettiva. E che ci sono fondate speranze di far partecipare alle prove tutti i ricorrenti, alimentate ancora di
più dalle prime sentenze positive in merito, sui 10 provvedimenti d’urgenza presentati, che i Tar hanno emesso proprio in questi giorni.
Infine, si ricorda che sarà sempre possibileaderire al ricorsoavverso la tabella valutazione dei titolifino alla pubblicazione dell'esito degli scritti.Per i corsi di preparazione organizzati da Eurosofia, si potrà sempre svolgerli in modalitàon line.
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