Ora la parola passerà alla Consulta dopo la pubblicazione della nuova ordinanza. Grazie al Sindacato, la legge 107/2015 arriverà al primo scrutinio del Giudice delle Leggi. La notizia giunge il giorno stesso della pubblicazione della data di pubblicazione delle prove del concorso, dopo l’accoglimento dell’ordinanza cautelare n. 1685/16 con cui i legali dell’Anief hanno chiesto l’ammissione con riserva dei ricorrenti. A questo punto, si aspetta la parola del Consiglio di Stato in merito ai laureati e a tutti gli altri ricorrenti esclusi ma che potrebbero essere ammessi con provvedimenti d’urgenza prima del 31 maggio 2016.
Sarebbe assurdo, infatti, ammettere i docenti di ruolo ed escludere i docenti precari che insegnano da anni o gli aspiranti docenti che hanno seguito uno specifico corso universitario per poter partecipare ai concorsi, o ancora quelli per cui non è mai stato bandito il concorso. E che dire di quelli che sapevano che il corso abilitante universitario sarebbe terminato entro il 2014/2015?
A questo punto il Miur farebbe bene, dichiara Marcello Pacifico, a rinviare le prove concorsuali in attesa di una pronuncia del Consiglio di Stato sulle istanze di chi ancora oggi risulta salvaguardato dalla legge che gli consente di insegnare nelle nostre scuole, per evitare la rinnovazione delle prove o addirittura l’annullamento.
Il presidente dell’Anief, così, risponde alle ultime polemiche nei social network rispetto alle recenti decisioni del Tar Lazio di laureati e ITP. La legge è legge fino a quando non va contro la Costituzione; e, fortunatamente, abbiamo diversi gradi di giudizio.
Nel frattempo, i tempi stringono e non soltanto per colpa dei ricorsi ma dei mancati compensi dei commissari. In molti, infatti, almeno in nove regioni italiane, non hanno presentato domanda e senza commissari non è possibile svolgere le prove, nonostante ricorrenti e candidati abbiano versato più di 2 mln di euro nelle casse dello Stato per poter partecipare.