Il Consiglio di Stato dà nuovamente torto al MIUR e respinge il suo appello contro il favorevole pronunciamento ottenuto dall'Anief presso il TAR del Lazio. Confermato il diritto dei docenti di ruolo a partecipare al concorso a cattedra da cui erano stati esclusi e il vizio di costituzionalità del relativo comma 110, art. 1, della Legge 107/2015. Vittoria piena dell'Anief che con l'Ordinanza n. 1685/2016 del TAR Lazio, e la successiva Ordinanza Collegiale n. 4343/2016, aveva ottenuto per la prima volta la rimessione alla Corte Costituzionale della contestata Legge denominata “Buona Scuola”: escludere dalla selezione pubblica i docenti di ruolo della scuola statale viola palesemente gli articoli 3, 4, 51 e 97 della nostra Carta Costituzionale.
Il Consiglio di Stato, richiamando in premessa anche l'Ordinanza Collegiale del TAR Lazio con cui il Collegio amministrativo aveva rinviato gli atti alla Corte Costituzionale, ha respinto l'appello proposto dal Ministero dell'Istruzione avverso la favorevole Ordinanza cautelare ottenuta dall'Anief e confermato la possibilità, per i docenti di ruolo, di partecipare al concorso a cattedre bandito nel febbraio 2016. L'Ordinanza di rimessione del Tribunale Amministrativo per il Lazio, infatti, sposava in pieno le tesi supportate dai legali del nostro sindacato e, sul punto, sollevava dubbi di costituzionalità della Legge 107/2015 proprio nella parte in cui ai docenti di ruolo risultava “preclusa immotivatamente e illegittimamente, esclusivamente in quanto docenti di ruolo a tempo indeterminato della scuola statale, la possibilità di concorrere in posizione di parità con i docenti cd. precari della scuola ai fini dell’immissione in ruolo in un diverso ordine di scuola o in una diversa classe di concorso”; ancora, il TAR Lazio, rilevava contrasto con principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale nella parte in cui la norma palesemente ha compromesso il loro diritto alla scelta dell’attività lavorativa “come mezzo fondamentale di realizzazione e attuazione dell’interesse allo sviluppo della propria personalità, senza discriminazione che non siano quelle derivanti dalla capacità e/o dalla preparazione specificatamente richiesta dal tipo di attività”.
Ora il MIUR dovrà “cedere le armi” e provvedere rapidamente a predisporre le prove suppletive per consentire a tutti i ricorrenti di partecipare, come era loro diritto, alla selezione pubblica indetta a febbraio 2016 per accedere ai ruoli del personale docente. L'esclusione dei docenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato era palesemente incostituzionale e il nostro sindacato esprime piena soddisfazione per i risultati ottenuti dai propri legali in tribunale per la tutela dei diritti dei lavoratori della scuola pubblica.