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Concorso dirigente: Anief condivide l’appello lanciato da Tecnica della Scuola

Rinnova al ministro Profumo la richiesta di rinviare le prove scritte del 14/15 dicembre, in attesa di chiarezza da parte del Consiglio di Stato, per non lasciare sempre la parola alla magistratura.

A questo punto non è più in gioco l’interesse di idonei o non idonei ma degli italiani che non possono assistere a spreco di tempo, denaro e risorse soltanto perché viene inibito il diritto costituzionalmente protetto al ricorso avverso gli atti della pubblica amministrazione. È ovvio, infatti, che se il Presidente del Consiglio di Stato non rinvia le prove prima della fissazione della prima camera di consiglio utile ai ricorrenti per discutere la richiesta di sospensione cautelare presentata in appello delle ordinanze avverse di primo grado, in assenza di una decisione in via cautelare del Miur, nel merito dei ricorsi presentati dai non-idonei sulle modalità di svolgimento della prova sarà richiesta la sospensione dell’intera procedura concorsuale. E basterà far nominare dal tribunale una perizia di specialisti per trovare almeno una delle 100 domande errate per annullare tutta la selezione.

D’altronde, la stessa adunanza plenaria del CdS, interrogata su quale interesse sia da tutelare rispetto all’immissione con riserva del ricorrente o al rigetto della stessa istanza come richiesto dal contro-interessato, ha ribadito come la prima domanda sia comunque da preferire per il minor danno che produce all’amministrazione in caso di decisione positiva del contenzioso in sede di merito.

Ecco perché anche un’autorevole agenzia di stampa specialistica chiede il rinvio delle prove al ministro, sempre attenta a non schierarsi né per gli idonei né per i non-idonei. L’interesse alla chiarezza e alla giustizia è della collettività, non può essere di parte: meglio sapere subito quale sorte spetta agli uni e agli altri, invece di scoprire fra qualche anno che le nomine dei vincitori effettuate potrebbero essere annullate. Al nuovo ministro chiediamo un po’ di lungimiranza e di saggezza perché la Pubblica Amministrazione non sia semplice una comparsa ma un attore attivo di quanto sta avvenendo.

L’appello de la Tecnica della Scuola