Bandire un maxi-concorso pubblico per diventare insegnanti è una buona notizia, ma non bisogna dimenticare i tanti docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e gli abilitati nell’ultimo biennio: perché non si può aprire la scuola ai neo-laureati senza prima aver stabilizzato i precari con alle spalle almeno tre anni di supplenze. È questa la proposta che l’Anief rilancia al ministro dell’Istruzione, all’indomani dell’annuncio da parte dello stesso Profumo di avviare il concorso per docenti entro il secondo semestre del 2012.
Secondo il sindacato prima di bandire i nuovi concorsi bisogna aprire una seria riflessione con il mondo della scuola e del precariato. L’attuale sistema del doppio canale, infatti, mantiene delle graduatorie di idoneità dell’ultimo concorso a cattedra che sono prossime all’esaurimento, mentre le altre graduatorie ex-permanenti sono ancora sature anche senza l’ingresso dei nuovi abilitati dal 2009 al 2011 che hanno tutto il diritto a esserne inseriti.
“Non vorrei – ha detto il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico - che con la scusa del largo ai giovani si usi lo stesso ‘specchietto per le allodole’ già utilizzato per i precari delle SSIS: la maggior parte di loro - 75.000 su 100.000 - dopo dieci anni ancora fanno supplenze. Malgrado dal 1999 abbiano superato diverse selezioni e concorsi a numero chiuso per diventare insegnanti. Né vorrei che si innescasse una nuova guerra tra poveri, giovani abilitati e precari ormai divenuti storici con lo stesso titolo universitario”.
L’Anief non si dice contrario ai nuovi concorsi annunciati dal Ministro. “Ma nemmeno possiamo ignorare – sottolinea Pacifico - che il personale oggi abilitato ha già superato diversi concorsi - a cattedra, riservato, SSIS, ex lege 143 - per conseguire i titoli culturali utili all’accesso alla professione. La migliore condizione per bandire un concorso, allora, potrebbe nascere soltanto se le graduatorie ex-permanenti, oltre che quelle di merito, si esaurissero”.
Per l’Anief l’unica via per superare questa impasse è stabilizzare immediatamente i precari con diversi anni di servizio: “non si farebbe altro che applicare una nota normativa comunitaria (Direttiva 1999/70/CE) ed in tal modo ‘disinnescare’ un nuovo contenzioso. Nello stesso tempo il Miur farebbe bene a far partire subito il tirocinio formativo attivo (TFA) per non lasciare disoccupati i giovani laureati, sempre più alla mercé del mercato degli istituti privati che possono utilizzare ancora oggi il 15% del personale non abilitato, senza alcun controllo su stipendi e contributi versati”, conclude il Presidente dell’Anief.