Profumo fermi il concorso, in 70mila usciti delle Ssis sono ancora precari. La categoria non va illusa e la manifestazione di oggi lo conferma.
Migliaia di docenti precari hanno manifestato oggi a Roma per opporsi alla farsa del concorso a cattedra organizzato dal Ministero dell’Istruzione al fine di assumere nei prossimi due anni 11.542 insegnanti.Alla manifestazione ha aderito anche l’Anief, il cui presidente, Marcello Pacifico, ha ribadito il no del sindacato ad un concorso inopportuno, visto che dei 100mila abilitati presso le scuole universitarie di specializzazione all'insegnamento nell’ultimo decennio solo il 30% è stato assunto. Tutti gli altri, idonei e abilitati, si sono andati ad inserire nelle graduatorie ad esaurimento che oggi sono arrivate a contenere 250mila precari.
“Non comprendiamo – ha detto Pacifico – quale motivazione logica abbia spinto il ministro Profumo ad illudere nuovamente la categoria degli insegnanti con un concorso umilante e inutile, dal momento che esclude i giovani laureati mentre punta a valutare esclusivamente personale già abilitato, vincitore di concorsi e che svolge la professione da anni. Le tante persone giunte qui a Roma oggi per dire no a questa insensata selezione lo confermano: il ministro Profumo fa ancora in tempo a ripensarci e a non a far bandire il concorso”.
“Lo stesso ministro – ha sottolineato il presidente dell’Anief - continua a dire che è un’opportunità per chi è in fondo alle graduatorie. Ecco, noi oggi siamo qui per dirgli che questa ennesima selezione di docenti non serve a nulla. Che un milione di euro si poteva spendere per mettere in ruolo 100mila precari, di cui 60mila docenti e 40mila Ata, che continuano ad essere assunti su posti liberi con contratti a termine”.
L’Anief ricorda al Governo che negli ultimi sei anni sono stati tagliati 275mila posti nella pubblica amministrazione. Di questi 200mila riguardano la scuola. Inoltre, rispetto alla media europea l’Italia continua a mantenere l’investimento complessivo per l’istruzione pari ad un punto e mezzo in meno. Ora, anziché affrontare questi argomenti, il Miur ci dice che basta un concorso per salvare la scuola italiana.
“Facendo finta di dimenticare – ha continuato Pacifico - che ci sono già delle graduatorie, con centinaia di migliaia di candidati al ruolo suddivisi sulla base di titoli, servizi e merito. I precari hanno intenzione, come in ogni sana competizione, di aspettare il proprio turno: non, come vorrebbe il Miur, di programmare lo sgambetto e passare avanti agli altri”, ha concluso il presidente dell’Anief.