Per migliaia di candidati meritevoli si prospetta una selezione-beffa. Un esempio per tutti: in Sicilia per la primaria entro fine agosto verranno individuati 202 nuovi insegnanti, ma le cattedre vacanti sono appena 37. Con l’aggravio di altri 87 in soprannumero (già di ruolo) pronti a subentrare. Anief: colpa degli errori di calcolo e di programmazione del Miur, delle norme che fanno decadere gli idonei col nuovo concorso e delle riforme Gelmini e Fornero che hanno ridotto cattedre, tempo scuola e turn over.
I paradossi della burocrazia della scuola italiana non finiscono mai: una fetta consistente degli ormai prossimi 11.542 vincitori del concorso a cattedre bandito lo scorso anno, dopo aver superato una dura selezione – composta dalla prova preselettiva, tre verifiche scritte e due colloqui orali - rischiano di rimanere senza lavoro. Per degli errori di calcolo e di programmazione del Miur, uniti alla “stretta” sulle pensioni introdotta dal Governo Monti, molte delle assunzioni ripartite da tempo a livello regionale non potranno infatti avere luogo. Soprattutto al Sud, dove le opportunità di trovare lavori alternativi sono ridotte al lumicino.
Per loro si tratterà di una vera beffa: poiché la normativa dei concorsi pubblici prevede che con l’espletarsi del successivo bando decadano automaticamente i vincitori del precedente, tra due o al massimo tre anni tutti i candidati idonei che non saranno stati nel frattempo assunti rimarranno con un pugno di mosche in mano. Addirittura, secondo quanto prevede il Ministero dell’Istruzione, non avranno nemmeno il diritto di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento.
Con il risultato che si ritroveranno vincitori di un concorso senza avere goduto di alcun beneficio professionale. Il sindacato è giunto a questa triste conclusione incrociando i dati ufficiali sulla ripartizione regionale delle cattedre da assegnare tramite il concorso pubblico e le recenti elaborazioni su organici e mobilità del personale (in via di ultimazione). La casistica che dà supporto alla denuncia dell’Anief è lunga.
In Sicilia sono 216 i posti che dovrebbero andare ai vincitori del comparto scuola d’infanzia. Peccato che dopo i trasferimenti, secondo un’elaborazione prodotta dalla Flc-Cgil, ne siano rimasti poco più della la metà: 128. Situazione analoga in Campania: per i 243 vincitori del concorso ci sono solo 164 posti disponibili.
Alla primaria va ancora peggio: in Abruzzo si accingono a brindare alla vittoria 100 candidati. Peccato che il Miur ne abbia a disposizione appena 23, di cui 12 a Chieti, 1 a L’Aquila, 4 a Pescara e 6 a Teramo. Un caso eccezionale? Purtroppo no. In Basilicata, a fronte di 71 prossimi vincitori del concorso, ci sono appena 17 posti a disposizione. In Calabria 91 su 202. A dir poco “sballati” anche i conteggi fatti in Campania, dove i 360 idonei e meglio posizionati dovranno spartirsi la miseria di 62 posti.
A leggere le disponibilità dei posti vacanti da chiedersi perché sia stato bandito il concorso della primaria in Molise, dove per i 26 meritevoli al momento sono liberi solo 2 posti nella provincia di Campobasso. Non ridono, comunque, nemmeno in Puglia, dove 284 “eletti” dovranno contendersi 56 cattedre vacanti. E che dire della Sicilia, la quale si dovrà accontentare di 37 posti per 202 vincitori di concorso? Considerando che sempre la regione più a sud d’Italia vanta, sempre nella primaria, addirittura 87 maestri di ruolo soprannumerari, per quelli che hanno vinto la dura selezione del concorso si prospetta un futuro professionale molto probabilmente da precari.
Una situazione, quella dei docenti di troppo, che nella scuola superiore purtroppo diventa ancora più frequente. In Puglia, ad esempio, sulla A060 (Scienze naturali, chimica e geografia), entro fine agosto saranno 13 ad essere decretati meritevoli di accedere all’immissione in ruolo: sempre per effetto della riforma Gelmini, però, oggi su quella disciplina ci sono ben 25 soprannumerari. Situazione leggermente migliore per la A034 (Elettronica) in Sicilia: i 7 che usciranno meglio classificati dalla selezione, al momento sono “chiusi” da 6 docenti rimasti senza cattedra.
Davvero cupe le prospettive della 036 (Filosofia, psicologia e scienza dell’educazione), sempre sia in Puglia che in Sicilia: i rispettivi 8 e 10 candidati da prescegliere, non potranno essere assunti se non prima verranno smaltiti gli attuali 2 docenti privi di posto in Puglia e addirittura 20 in Sicilia. Non vorremmo, infine, essere nei panni dell’unico vincitore del concorso a cattedre in Sardegna appartenente alla classe di concorso A051 (Materie letterarie e latino nei licei e nell'istituto magistrale): dovrà sperare che si esauriscano in fretta gli attuali colleghi già di ruolo di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari, dove dal 1° settembre rispettivamente in 33, 6, 10 e 5 saranno costretti ad essere impiegati su altre cattedre perché rimasti senza posto.
Ci fermiamo qui, anche se potremmo andare avanti. Di sicuro però il concetto è chiaro. Certo, al Miur potrebbero ribattere che siccome le assunzione si attueranno su due anni, la prossima estate le disponibilità potrebbero essere maggiori. Per non illudere nessuno, pensiamo che questa speranza sia davvero difficile dal compiersi. Primo, perché la metà dei già esigui posti disponibili sono destinati a coloro che sono meglio classificati nelle graduatorie ad esaurimento.
In secondo luogo, perché con la riforma pensionistica introdotta dall’ex ministro del lavoro, Elsa Fornero, il turn over è destinato a ridursi ulteriormente. Terzo, ma non per ultimo, perché per colpa di un’altra riforma, quella dell’ex ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, la forte riduzione dei posti e degli orari curricolari, il tempo-scuola per intenderci, ha prodotto un altissimo numero di soprannumerari. Solo quest’anno in tutta Italia ve ne sono più di 7mila. I quali, poiché quella dell’organico funzionale continua ad essere solo un promessa vana, verranno dirottati (seppure spesso privi di specifica abilitazione) sui già pochi posti disponibili.
Per evitare che la politica del merito si trasformi in una colossale beffa, Anief torna a chiedere al Miur di dare attuazione all’annunciata realizzazione di una graduatoria degli idonei al concorso almeno triennale: “il nostro sindacato – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - si era accorto subito, nel settembre scorso, che quella della graduatoria pluriennale era una prerogativa inevitabile: in sua assenza, come aveva deciso il Miur, tanti vincitori avrebbero rischiato di rimanere senza posto di lavoro. Non a caso, annunciammo ricorso contro l’assenza della graduatoria il giorno stesso in cui uscì il bando. Ora però l’assenza dei posti rischia di vanificare tutto. Questa situazione kafkiana, di un paese che bandisce un concorso pubblico lasciando i vincitori per strada, - conclude laconicamente Pacifico - conferma la forte disorganizzazione di cui soffre cronicamente il sistema scolastico italiano”.