Il 29 novembre ANIEF ha inviato una richiesta ufficiale al Ministero per ottenere l’intera batteria dei test e le relative risposte corrette per le preselezioni del concorso a cattedra.
Come già rilevato dal nostro sindacato, infatti, non solo è pochissimo il tempo prima delle preselezioni, ma soprattutto sono troppo numerosi i problemi legati alla scelta del Miur di far conoscere ai candidati i 3.500 quiz della prova preselettiva e le risposte esatte esclusivamente attraverso l’esercitatore on line.
Visto che in rete già circolano versioni “ufficiose” della batteria completa dei quiz e delle risposte, ANIEF ritiene che sia un preciso dovere del Ministero fornire quella ufficiale.
Perché non sono state pubblicate le risposte esatte? Così si discriminano i partecipanti. Ravvisati anche diversi problemi per i candidati non in possesso di computer moderni e di connessioni veloci. Tantissime le proteste. E poi non ci si lamenti dei ricorsi…
“Fa acqua da tutte le parti l’esercitatore predisposto dal Ministero dell’Istruzione per permettere agli oltre 320 mila candidati al concorso a cattedra per diventare tra meno di un anno docenti della scuola pubblica italiana: il Miur deve immediatamente pubblicare le risposte esatte, altrimenti rischia di disorientare gli aspiranti docenti anziché permettergli di studiare i contenuti delle prove preliminari fissate per il 17 e 18 dicembre prossimi”. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir per la scuola, a poche ore dalla decisione del Ministero dell’Istruzione di far esercitare i candidati al concorso senza fargli conoscere l’esito delle 3.500 domande predisposte dalle commissioni di esperti.
Nella giornata di oggi, al nostro sindacato sono pervenute tantissime denunce e proteste per una scelta di cui non si comprendono i motivi: “il Miur abbia il coraggio di pubblicare le risposte esatte. Se non lo fa, discrimina i partecipanti, i quali già hanno avuto inspiegabilmente dieci giorni in meno, rispetto ai concorsi pubblici passati, per prepararsi attraverso la lettura di tutti i quesiti”.
L’Anief si fa portavoce dei candidati, facendo un appello pubblico al Miur, anche per dire che già dal primo giorno il sistema informatico predisposto per rendere pubblici i quesiti è andato in tilt: permangono infatti forti difficoltà a collegarsi, soprattutto per chi non ha la banda larga e diversi problemi nel portare a compimento le sessioni di prova.
Ma soprattutto c’è l'amara sorpresa, qualora non si risponda correttamente alle 35 risposte, di non conoscere quelle a cui non si è risposto in modo positivo. “Allora a cosa serve esercitarsi?”, si chiede Pacifico. “Il sistema sembra quasi tarato per evitare contestazioni immediate contro la formulazione di domande sbagliate. Se così fosse – continua il presidente – saremmo di fronte ad un grave errore, perché per evitare di affrontare i problemi si cercherebbe di aggirarli con un sistema informatico cervellotico e inefficace”.
“Ad essere danneggiati sono tutti i candidati che non sono in possesso di computer e reti di collegamento all’avanguardia. Limitando, inevitabilmente, le loro opportunità. Il Miur non può fare altro che pubblicare, da subito, tutte le risposte esatte. In caso contrario si renderebbe artefice di una clamorosa discriminazione dei partecipanti al concorso. E poi – conclude Pacifico - non ci si lamenti dei ricorsi…”.
Boom di laureati over 40 privi di esperienza, il Governo ha fallito. E solo 100mila provengono dalle graduatorie: è così che si aiutano giovani e precari? Il ministro Profumo sconfessato dai fatti.
I dati ufficiali pubblicati oggi dal Miur sulle domande presentate per partecipare al concorso a cattedra per 11mila posti - oltre 320mila candidati, con un’età media vicina ai 40 anni e per due terzi senza esperienza sul campo – confermano in pieno quanto l’Anief sostiene da mesi: con questa selezione diretta il Governo non vuole di certo stabilizzare i 250mila precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, tanto è vero che meno della metà di questi ha deciso di parteciparvi.
È ora evidente a tutti che il Ministero dell’Istruzione ha invece solo un obiettivo: lasciare i giovani al palo e mettere in competizione decine di migliaia di italiani disoccupati over 40, illudendoli con il miraggio del posto fisso. Solamente uno ogni trenta aspiranti, infatti, la spunterà e diventerà insegnante nel prossimo biennio.
“I numeri emessi oggi dal Miur – commenta Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – dimostrano chiaramente che i precari della scuola hanno snobbato il concorso-farsa. E che coloro che avrebbero avuto più motivi per mettersi in gioco, i giovani, sono rimasti esclusi da una norma incostituzionale che prevede l’accesso alle selezioni solo per coloro che hanno una laurea conseguita da almeno dieci anni. Si tratta di un’esclusione inconcepibile: a parità di titolo, infatti, tutti hanno lo stesso diritto a partecipare al concorso pubblico”.
“È ormai sempre più evidente – continua Pacifico – che il ministro Profumo è stato sconfessato dai fatti. Sia per le tantissime domande, circa 215mila, presentate da personale senza un minimo di esperienza nella scuola, sia perché lasciando fuori i neo-laureati non si ringiovanisce di certo un’età media di insegnamento già tra le più alte al mondo”.
L’Anief torna quindi a chiedere al Governo e all’Amministrazione di non insistere con questa fumosa politica di stabilizzazioni, priva di una reale progettualità. La precedenza nelle immissioni in ruolo, infatti, sarebbe dovuta andare ai precari che hanno svolto almeno tre anni di servizio. Come previsto, del resto, da una direttiva comunitaria che però nel nostro Paese continua ad essere sistematicamente ignorata. A questo punto, il giovane sindacato non ha dubbi: la parola non può che passare ai tribunali della repubblica.
Per approvare il nuovo reclutamento è indispensabile il parere delle commissioni Cultura di Camera e Senato: che ad oggi non hanno ancora ricevuto alcuna proposta.
Il concorso a cattedra per 11.542 nuovi docenti deve ancora essere avviato: solo ieri sono terminati i tempi di presentazione delle domande. Si parla di oltre 300.000 candidati. Anche i Tfa sono fermi alle selezioni, e comunque i 21.000 partecipanti non potranno abilitarsi prima della prossima estate. Eppure il ministero dell’Istruzione continua a concentrarsi sul nuovo corso di reclutamento del personale. Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, già nei prossimi giorni il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, sarebbe intenzionato a firmare il regolamento che per la prima volta introduce una cadenza periodica dei concorsi di tipo biennale: al termine dei due anni decadranno tutti gli idonei non ancora assunti e le graduatorie dove verranno inseriti.
Ma secondo l’Anief se queste sono le intenzioni del Miur stiamo assistendo ad una sorta grande spot. Forse utile all’avvicinarsi della competizione elettorale politica. Ma non di certo al bene dalla scuola e di chi vi opera.
“Per bandire un concorso con modalità innovative – sostiene Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – il Ministero deve necessariamente superare l’art. 400 del D.Lgs. 297/1994, il cosiddetto Testo Unico, che prevede il rinnovo dei concorsi ogni tre anni. E per farlo, Profumo deve per forza introdurre un regolamento attuativo della legge 244/2007, approvata durante la gestione Fioroni, legato alla formazione iniziale. Solo che per concludere questo passaggio è obbligatorio il passaggio in Parlamento”.
“L’esame delle commissioni Cultura di Camera e Senato – continua Pacifico - non è facoltativo. Come ribadito nella legge 296 del 2006, oltre che nella 133 del 2008. E lo stesso obbligo riguarda la revisione delle classi di concorso di insegnamento. Quelle che sempre il ministro Profumo avrebbe promesso di approvare entro pochissimi mesi, in modo da utilizzarle proprio per il concorso a cattedra del prossimo anno. Ma a quanto risulta all’Anief, i parlamentari deputati a tali verifiche ad oggi non hanno ancora nemmeno ricevuto le proposte ufficiali su nuovi concorsi e insegnamenti. Come si fa allora a continuare a prendere in giro centinaia di migliaia di aspiranti docenti, dal momento che i tempi per il nuovo reclutamento non sono ancora maturi?”.
A questo punto, secondo l’Anief non vi sono dubbi: il ministro Profumo farebbe bene, nei pochi mesi di mandato rimasti, ad adottare una politica meno fantasiosa e più di sostanza.
Anche se la notifica dell'esclusione per chi ha presentato domanda può avvenire in qualsiasi momento o dopo le prove preselettive, il ricorso al Tar deve essere notificato entro la terza settimana del mese di novembre, ovvero entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto in gazzetta.
Se vuoi aderire al ricorso, chiedi le istruzioni a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e ricordati di presentare la domanda entro le ore 14:00 del 7 novembre.