Contro la regionalizzazione della scuola, il mancato rinnovo del contratto, le politiche sbagliate sul precariato di migliaia di docenti e Ata. Per Marcello Pacifico, in questo momento è importante, così come contro la Buona Scuola, dimostrare che il bene dell'unità del Paese e della valorizzazione del personale scolastico sia un valore comune. Per questo aderiamo convinti
Ci dichiariamo pure disponibili a partecipare già lunedì prossimo 8 aprile al tavolo di confronto politico presso il Ministero dell’Istruzione con il ministro Marco Bussetti. In caso di mancata risposta o di risposta negativa ai problemi posti siamo pronti a confermare la nostra adesione a un nuovo sciopero per l'intera giornata del 17 maggio”.
I motivi della protesta
Anief conferma la sua adesione alla forma di protesta sindacale congiunta e ricorda che tutte le rivendicazioni che hanno portato allo sciopero – autonomia differenziata, contratto scaduto, stipendi iniqui, reclutamento e mancata stabilizzazione dei precari con oltre 36 mesi di servizio svolto, personale Ata, il ricorso alla Corte di giustizia europea - sono contenute in tutte le piattaforme prodotte in tempi non sospetti dal giovane sindacato.
Tra questi, si ricorda lo stop alla regionalizzazione dei servizi pubblici, la mancata immissione in ruolo di decine di migliaia di precari storici introducendo un automatismo che l’Unione Europea ha indicato dal lontano 1999, la vertenza contrattuale che non può certo essere risolta fino a dicembre con i 5 euro scarsi di incremento accordati con la mensilità di aprile, attraverso l’introduzione prevista per legge dell’indennità di vacanza contrattuale.
Il commento del presidente Marcello Pacifico
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il tempo dell’attesa e della pazienza è finito: il nuovo Governo ha avuto un anno per dare una linea d’indirizzo al comparto scuola: questo non è avvenuto. Anzi, per il contratto è stato detto che c’erano altre priorità; sui precari c’è stata un’inversione di tendenza rispetto a quanto promesso in campagna elettorale, con la volontà a stabilizzarne solo una piccola parte, mentre per il personale Ata non si è fatto nulla”.
“Mentre si sta lavorando alacremente per imporre una pericolosissima regionalizzazione, la quale non farebbe altro che acuire l’attuale gap delle due Italie, con quella del Sud - dove imperversano gli abbandoni scolastici precoci, le criticità del territorio, gli altri tassi di disoccupazione e di Neet - che rischierebbe di affondare del tutto e non solo in chiave scolastica. Il 17 maggio, quindi, a quattro anni esatti dallo stop di massa contro la Buona Scuola di Matteo Renzi e del suo Pd, potrebbe rappresentare un giorno storico, con tutti i sindacati della scuola uniti – conclude Pacifico - a dire no a questo programma governativo sterile e addirittura dannoso”.
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