Una professoressa era finita in fondo a una graduatoria. Il giudice del lavoro le ha dato ragione.
CORDENONS. «Riammessa in cattedra nell'Isac Galvani: giustizia è fatta per la docente di arte e modellismo che era stata trasferita d'ufficio». Il sindacato Anief ha "salvato" cattedra e lavoro, in tribunale a Pordenone. L'insegnante perdente posto nell'istituto d'arte di Cordenons aveva inghiottito amaro, nel 2012, sul destino di finire sovrannumeraria con altri 7 colleghi. «Mai arrendersi – le hanno detto allo sportello Anief a Pordenone in viale Montereale –. Se l'Ufficio scolastico e il dirigente del Galvani fanno finta di non capire, allora ci ascolteranno i giudici». Altri tre colleghi hanno inoltrato un ricorso analogo, nelle aule di via Sclavons e sono in attesa di sentenza. «L'avvocato Denis Rosa ha ottenuto nel tribunale di Pordenone la riammissione in via cautelare presso la sua scuola di titolarità, della docente che era stata messa arbitrariamente in organico Dop, cioè nella dotazione organica provinciale – la vittoria sindacale è per Ettore Michelazzi, Dario Casonato, Teresa Vitiello vertici Anief –. Era finita in coda attraverso una graduatoria stilata dai dirigenti due anni fa, che è giudicata erronea dal giudice, per le classi di insegnamento atipiche». La sentenza definitiva è attesa a giorni: nel prossimo anno scolastico la docente tornerà in cattedra e lo status di perdente posto sarà un problema per altri colleghi. «Il sindacato Anief ottiene in tribunale la giustizia negata dai dirigenti che hanno compilato una graduatoria falsata – rileva Michelazzi – negli atti dell'amministrazione. Il nostro sportello assicura la vittoria dei diritti: quelli che tanti nell'amministrazione scolastica fanno finta di non conoscere. Il clientelismo e favoritismi hanno i giorni contati nelle scuole di Pordenone: il consiglio è quello di venire al nostro sportello oppure di telefonarci al numero 338 7212490. A Pordenone tentano di boicottarci, ma seguiamo la strada della legalità». Due anni fa, l'Isac di Cordenons era un teatro di tensioni e "guerre" in graduatoria con i sindacati confederali divisi.
Lettere di accusa all'Ufficio scolastico di Pordenone-Trieste, polemiche e sciabolate per l'effetto-bomba di tante cattedre cancellate e professori perdenti posto. Dai primi cinque, a otto. Professori a rischio di licenziamento nel giro di 24 mesi, in caso di mancato impiego altrove. In casa confederale tirava un'aria di crisi. I professori sulla graticola erano quelli di fotografia, discipline geometriche, discipline plastiche, arte e serigrafia, arte e modellistica. La partita finale si è spostata dalle aule in tribunale: altri tre ricorsi sono pendenti. «Crociate della legalità – dice Vitiello –. Tanti docenti, ausiliari, amministrativi, tecnici sono presi di mira».