Graduatorie

Comunicato stampa on. Russo (PD): dopo sentenze, Miur sani questione graduatorie a pettine

"I Tribunali del lavoro di Milano, Napoli, Verona, Salerno, Lanciano, Cremona, Caltanissetta, Biella, Modica, Vibo Valentia, Brescia, L’Aquila e Avezzano, hanno  confermato le ordinanze cautelari e commissariali del Tar Lazio sull’inserimento a pettine pleno iure ai fini della stipula dei contratti a tempo determinato e indeterminato dei docenti inseriti nelle graduatorie". Lo dice il deputato nazionale del Pd Tonino Russo, che aggiunge “è venuto meno anche l’ultimo pretesto del difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, dietro cui si era trincerato il Miur per non ottemperare alla sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 in tema di inserimento a pettine dei docenti provenienti da altre province”.

Alla luce di tali  molteplici  provvedimenti dei Tribunali del lavoro – prosegue il componente della Commissione cultura alla Camera - mi pare chiaro che il Miur debba predisporre finalmente un atto di transazione che sani definitivamente la situazione di grave illegittimità determinata dall’accantonamento dei posti spettanti ai docenti collocati in posizione utile per ordine del commissario ad acta nominato dal Tar Lazio”.

Nel mese di settembre - sottolinea ancora Russo - proprio in questo senso, avevo presentato un'interrogazione urgente seguita da una lettera al nuovo Ministro per chiedere la chiusura di un contenzioso foriero di pesanti condanne alla refusione di spese legali per lite temeraria a carico del Miur”.

Le decisioni dei Tribunali ordinari rafforzano la  necessità di rispondere con urgenza alla questione dell’assegnazione ai legittimi aspiranti dei posti accantonati, con conseguente ulteriore beneficio dello sblocco di migliaia di immissioni in ruolo a favore degli altri docenti penalizzati dall’accantonamento multiplo di più posti a favore dei docenti pluriabilitati”.

È arrivato il momento - conclude - di chiudere una volta e per tutte tale penosa vicenda; non sarebbe giustificabile il mancato intervento del nuovo ministro per porre rimedio alla grave superficialità di indirizzo della precedente amministrazione, insieme al pretesto del difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, dietro cui si era trincerato il Miur per non ottemperare alla sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 in tema di inserimento a pettine dei docenti provenienti da altre province".