Ben 170 mila candidati potranno inserire on line i titoli di studio e i servizi svolti quasi sicuramente tra il 10 aprile e il 9 maggio. In arrivo un’altra battaglia legale per la decisione del Miur di respingere le richieste di inserimento da parte di 12 mila nuovi abilitati con TFA, di 70 mila con titoli di servizio e abilitandi PAS, di 55 mila diplomati magistrali e alcune migliaia di idonei al concorso a cattedra. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): stavolta le esclusioni potrebbero superare le 140 mila richieste. È assurdo che per loro debba essere il tribunale a decidere e non il legislatore, ma i diritti professionali vanno tutelati.
Il Ministero dell’Istruzione si appresta a pubblicare il decreto per l'aggiornamento delle Graduatorie degli insegnanti precari della scuola, utile per il periodo 2014–2017. Al provvedimento sono interessati circa 310 mila precari: 170mila già inseriti, cui si aggiungono altri 140 mila aspiranti tra neo abilitati, diplomati magistrali e idonei all’ultimo concorso a cattedra. Ai sindacati è stato comunicato che i candidati potranno inserire on line i titoli di studio e i servizi svolti già nei prossimi giorni: quasi sicuramente tra il 10 aprile e il 9 maggio.
Una volta definite, le graduatorie provinciali saranno valide per conferire le supplenze annuali (fino al 31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (con scadenza al 30 giugno) nel prossimo anno scolastico e nei due successivi. Verranno inoltre utilizzate per il 50% delle immissioni in ruolo sui posti annualmente autorizzati (l’altra metà è riservata ai vincitori di concorso). E qui sta il punto. Perché il Miur si ostina a respingere dalle GaE i 12 mila nuovi abilitati TFA, i 70 mila con titoli di servizio e abilitandi PAS.
Il Ministero dell’Istruzione continua, inspiegabilmente, a prendere tempo sui 55 mila diplomati magistrali, malgrado da alcuni mesi il Consiglio di Stato si sia espresso chiaramente in merito. Come non apre le porte a migliaia di idonei al concorso a cattedra non assunti, che tra un paio d'anni si ritroveranno per strada, per mancanza di posti liberi, dopo aver vinto una dura procedura selettiva. Poche, inoltre, le novità regolamentari previste: le tabelle di valutazione dei titoli rimangono, infatti, pressoché immutate rispetto all’ultimo aggiornamento.
Sarà sempre possibile cambiare provincia. E, salvo colpi a sorpresa, chi lo richiederà dovrebbe essere collocato nella corrispondente fascia di appartenenza con il punteggio spettante, eventualmente aggiornato. Mentre chi non presenta la domanda verrà depennato. Inoltre, la mancata presentazione della domanda comporterà l’automatica cancellazione definitiva degli aspiranti docenti. Come non è previsto il reinserimento di coloro che sono stati esclusi per non aver presentato la domanda di aggiornamento nelle precedenti occasioni. Contro tutte queste esclusioni illegittime il sindacato è pronto a ricorrere: negli ultimi tempi tanti giudici del lavoro hanno già dato ragione al sindacato.
“L’attesa per l’emanazione del decreto è tanta – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché dopo la bocciatura di alcune mozioni in Parlamento attraverso cui si sarebbe voluto aprire le graduatorie ai nuovi abilitati e agli idonei ai concorsi, a quanto ci risulta, si continua a perpetrare nella scelta incoerente e irragionevole di tenere esclusi delle supplenze annuali e dalla stabilizzazione 140 mila precari meritevoli. Vale la pena ricordare che quasi tutti sono stati selezionati, formati e abilitati presso università statali. I rimanenti hanno vinto un concorso pubblico che dà diretto accesso al ruolo. Ma invece di dare loro il via libera per inserirsi nelle graduatorie pre-ruolo, come anche previsto dal nuovo Regolamento sulla formazione iniziale al fine di migliorare lo standard qualitativo del servizio nazionale di istruzione, cosa si fa? Si decide di continuare a negare un diritto professionale sacrosanto”.
"Contro l’esclusione dalle GaE il sindacato è pronto a ricorrere – continua il presidente Anief – : ancora una volta potrebbe così essere il tribunale a decidere al posto del legislatore. È una pratica assurda in uno stato civile e moderno, alla quale però il giovane sindacato è costretto a ricorrere, visto che l’amministrazione continua a fare ostruzione nei confronti di tantissimi docenti precari. La maggior parte dei quali, ricordiamo, per abilitarsi ha speso fino a 4mila euro. Quella assunta dal Ministro – conclude Pacifico – è una scelta in spregio al buon senso. Oltre che ai diritti dei cittadini italiani e alle leggi comunitarie”.
Per approfondimenti:
Graduatorie ad esaurimento 2014-17: chi non presenta la domanda sarà depennato
La bozza del decreto ministeriale per l'aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento 2014-17