Il sindacato ritiene assurdo averli selezionati e formati nelle università per poi ora negargli l’inserimento nelle graduatorie provinciali: la verità è che li si vuole lasciare precari a tempo indeterminato, anche se poi a conti fatti allo Stato nemmeno conviene perché negli ultimi anni gli oneri per “il tempo determinato” sono passati da 512 a 861 milioni di euro. Serve una modifica di legge. Nel frattempo non rimane che ricorrere in tribunale.
Si è svolta oggi davanti al Ministero dell’Istruzione la manifestazione dei docenti abilitati con TFA, cui l’amministrazione continua a negare l’inserimento nelle graduatorie provinciali. Lasciando agli oltre 13 mila insegnanti coinvolti solo la possibilità di accettare supplenze brevi, tramite le convocazioni dei dirigenti scolastici: attraverso striscioni, cartelli e slogan centinaia di insegnanti, abilitati alla professione al termine di un percorso di formazione altamente selettivo in ingresso, hanno espresso tutta la loro indignazione perché, al di là degli annunci, il cambio di Governo e di Ministro non hanno prodotto alcun provvedimento che riconosca finalmente la loro formazione e professionalità acquisita.
Tra le richieste presentate al Ministero, i “tieffini” hanno in particolare ricordato all’amministrazione scolastica che meritano il godimento del diritto al doppio canale di reclutamento stabilito dalla Legge 124/99, tuttora vigente, attraverso l’inserimento nella fascia aggiuntiva delle GaE o in alternativa la costituzione di una nuova graduatoria provinciale valida per il 50 per cento delle immissioni in ruolo.
Secondo il sindacato Anief questa richiesta dei manifestanti deve essere accolta con effetto immeditato senza più se e ma: “hanno ragione i ‘tieffini’ a chiedere la fascia aggiuntiva – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché non bisogna dimenticare che stiamo parlando di docenti che sono stati scelti e formati da commissioni statali, hanno finanziato a proprie spese i corsi universitari abilitanti ed hanno svolto il medesimo percorso formativo che per tanti anni è stato considerato valido per l’inserimento nelle graduatorie provinciali”.
“Non è più possibile continuare a tenere lontano dalla stabilizzazione decine di migliaia di precari per la salvaguardia di presunte ragioni finanziarie. Che, tra l’altro, nemmeno esistono: di recente la Ragioneria Generale dello Stato ha rilevato che i comparti pubblici, come la sanità, che assumono il personale a tempo determinato hanno i conti in attivo; quelli, come la scuola, chi si ostinano a mantenere in vita un esercito di oltre 140 mila precari sprecano ogni anno oltre 800 milioni di euro”.
“L’Anief – continua Pacifico – ha più volte dimostrato che oggi ci sono già 100 mila posti vacanti e disponibili in organico di diritto. Se inoltre innalzassimo l'obbligo scolastico fino a 18 anni e anticipassimo l’inizio della scuola a 5 anni, si diminuirebbero i Neet e si creerebbero dei posti di lavoro sufficienti per assumere anche i 100 mila docenti. Tra i 13 mila che si sono abilitati con il Tfa e che rischiano di rimanere senza lavoro”.
Per dare possibilità agli abilitati di inserirsi nelle GaE, entro il 21 aprile Anief metterà a disposizione il modello cartaceo per chiedere l'inserimento per tutti i docenti abilitati nella fascia aggiuntiva. Subito dopo la pubblicazione del modello di ricorso verranno rese pubbliche anche le istruzioni per il passaggio dalla IV alla III fascia di coloro che si sono inseriti con D.M. 53/2012, prima del bando dell’ultimo concorso a cattedra, vero discrimine per il collocamento in una fascia aggiuntiva, come per quello precedente. Successivamente sarà possibile ricorrere al tribunale amministrativo secondo il recente orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione per contestare la gestione delle stesse graduatorie. Salvo, in una ulteriore fase, ricorrere al giudice del lavoro per rivendicare l'attribuzione del punteggio spettante e la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato con l'amministrazione.
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