Sono stati ingiustamente esclusi dalle ex permanenti, che ad oggi rappresentano l'unico canale per lavorare con continuità e per essere assunti sulla metà dei posti. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è davvero grave che non si permetta di inserire nelle ex permanenti dei docenti abilitati istituendo una graduatoria aggiuntiva, nemmeno quando le liste di attesa sono esaurite.
Presto al Ministero dell’Istruzione arriverà una pioggia di ricorsi. A presentarli sono diverse migliaia di insegnanti precari che, per colpa di un paradosso burocratico, il Miur vuole tenere fuori dalle ex graduatorie permanenti. Il Ministero continua infatti a perpetrare un’insensata disparità di trattamento, discriminandoli rispetti ai precari che sono stati selezionati e preparati dallo Stato con le stesse modalità dei colleghi inclusi nelle graduatorie fino a pochi anni fa. Il sindacato è pronto a dare battaglia, per far valere i diritti di chi chiede solo di fare il mestiere per cui ha studiato ed è stato formato: insegnare.
L’aggiornamento riguarda le graduatorie degli insegnanti precari della scuola utili per le assunzioni in ruolo e le supplenze annuali del periodo 2014–2017. Attraverso il D.M. 235/2014, fino al prossimo 17 maggio sarà possibile aggiornare il punteggio sulla base dei titoli acquisiti e dei servizi svolti nell’ultimo triennio. Al provvedimento sono interessati 170mila supplenti giù inclusi, che potranno inserire on line i titoli di studio e i servizi svolti. Mentre viene negato a 12mila nuovi abilitati con TFA, a 70mila con titoli di servizio e abilitandi PAS, a 55mila diplomati magistrali e ad alcune migliaia di idonei al concorso a cattedra, nonché a laureati in SFP o abilitati in Europa.
“Si tratta di una decisione che calpesta i diritti dei cittadini e delle leggi comunitarie. Tanto è vero che sono già diversi i giudici del lavoro che hanno dato ragione agli esclusi. È un paradosso tutto italiano, tra l’altro, che non si permetta di inserire nelle ex permanenti dei docenti abilitati istituendo una graduatoria aggiuntiva, nemmeno quando non c’è più nessuno e le liste di attesa sono esaurite. E diventa particolarmente grave perché si va a sommare alla disapplicazione della direttiva comunitaria del 1999 che obbliga alla stabilizzazione dopo tre anni di servizio anche non continuativo”.
“L’apice del paradosso – continua Pacifico – è che escludendo i precari abilitati dalle graduatorie provinciali, costringendoli a presentare le domande d’insegnamento ad un numero limitato di scuole, spesso si mandano in cattedra degli aspiranti insegnanti privi di esperienza e di abilitazione all’insegnamento. Una scuola di qualità non può accettare tutto questo”.
Tutti gli interessati al ricorso dovranno presentare domanda, in formato cartaceo, entro il prossimo 17 maggio: il sindacato ha messo a disposizione il modello cartaceo (per via telematica non è possibile candidarsi). Possono ricorrere tutti gli abilitati in Italia o all'estero non inseriti in graduatoria, ma anche il personale depennato per non aver prodotto domanda di aggiornamento negli anni passati: è un loro diritto presentare la domanda di inserimento o di reinserimento. Dopo la presentazione della domanda, Anief fornirà precise istruzioni per ricorrere al tribunale amministrativo secondo il recente orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione per contestare la gestione delle stesse graduatorie. Salvo, successivamente, ricorrere al giudice del lavoro per rivendicare l'attribuzione del punteggio spettante e la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato con l'amministrazione.
Per approfondimenti:
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Graduatorie ad esaurimento: la presentazione dei ricorsi ANIEF