Il Disegno di Legge 1122 sul miglioramento della Pubblica Amministrazione, recentemente presentato al Senato, vuole riportare la scuola indietro di trent'anni proponendo di estendere l'obbligo del giuramento per rafforzare lo spirito di servizio del lavoratori della PA. Anief, ascoltata in audizione in XI Commissione il 9 aprile, dice no alla volontà di ripristinare il giuramento dei pubblici dipendenti, abolito nel lontano 1981 per i docenti e successivamente per gli altri lavoratori statali
Alla Pubblica Amministrazione non servono vuote formule, dal sapore vagamente reazionario, per migliorare le performance dei propri dipendenti. Quello che serve è riconoscerne il lavoro e la professionalità garantendo la libertà di insegnamento sancita dalla costituzione, oltre ad aumenti stipendiali congrui e moderni, quelli sì, al passo con i tempi e - soprattutto - con il costo della vita. Soprattutto per il personale scolastico, fanalino di coda nelle retribuzioni statali.
Per Anief serve uno sguardo vigile sul presente e proiettato sul futuro, che riconosca l'impegno delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, che gli stessi dati della funzione pubblica dipingono come rispettosi del proprio ruolo e delle proprie mansioni nella schiacciante maggioranza dei casi. A rilanciare il patto e a rinnovare fedeltà sia piuttosto lo Stato, che troppe volte ha tradito le aspettative dei suoi dipendenti e - peggio ancora - ha contribuito a tratteggiarne un profilo falsamente furbesco, generalizzando inopportunamente sporadici casi di mele marce, sui quali si deve intervenire con fermezza senza però intaccare la correttezza e la professionalità della quasi totalità di dipendenti che fa il proprio lavoro con abnegazione e onestà.
PER APPROFONDIMENTI:
Riforma Bongiorno della pubblica amministrazione, Anief audito in Senato