Risarcimento del danno per abusiva reiterazione di contratti a termine anche nei confronti dei docenti e degli ATA che, nel corso degli anni, sono stati immessi in ruolo dal MIUR. Questo quanto emerge dalle cinque sentenze ottenute dall’ANIEF presso il Tribunale del Lavoro di Lanciano (CH) che accoglie i ricorsi patrocinati dagli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Francesca Marcone e riconosce a cinque nostri iscritti, precari che da anni prestavano la propria attività lavorativa a tempo determinato come docenti o ATA, il diritto al risarcimento del danno anche se è intervenuta, in corso di causa, l’immissione in ruolo.
La decisione di sanzionare comunque il MIUR, così come riportato nelle sentenze ottenute grazie al sempre attento e competente lavoro dei legali ANIEF “si impone a prescindere dalla intervenuta stabilizzazione del ricorrente” in quanto “tale circostanza non determina la cessazione dell’intera materia del contendere devoluta alla cognizione di questo Giudice, che si verifica esclusivamente per effetto della sopravvenuta carenza d’interesse della parte ricorrente alla definizione del giudizio, postulando che siano accaduti nel corso del processo fatti tali da determinare il venir meno delle ragioni di contrasto tra le parti e da rendere incontestato l’effettivo venir meno dell’interesse sottostante alla richiesta pronuncia di merito”. Determinante, infatti, risulta per il Giudice la palese violazione delle norme comunitarie e a nulla vale l’intervenuta immissione in ruolo del ricorrente in quanto l’abuso permane e può essere sanzionato attraverso un equo “risarcimento del danno derivante dalla illecita reiterazione dei contratti a termine cui il dipendente pubblico è stato assoggettato nel periodo di precariato, nonché il riconoscimento integrale della anzianità pregressa, mediante la corresponsione delle maggiorazioni dovute agli scatti di biennali già riconosciuti ai colleghi a tempo indeterminato”.
Per il Giudice di Lanciano, dunque, il risarcimento del danno, “tenuto conto che “il beneficio della stabilità dell’impiego è inteso come un elemento portante della tutela dei lavoratori, mentre soltanto in alcune circostanze i contratti di lavoro a tempo determinato sono atti a rispondere alle esigenze sia dei datori di lavoro sia dei lavoratori” (Corte di Giustizia sentenza Adeneler e altri e sentenza Fiamingo e altri citate), deve trattarsi di un ristoro che va proporzionato alla singola fattispecie” e, in base agli anni di precariato effettivamente prestati dai ricorrenti alle dipendenze del MIUR, lo condanna a corrispondere a ogni dipendente 6 mensilità, pari a circa 12.000 Euro ciascuno, tenendo conto dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita con contratto a termine e degli scatti di anzianità non corrisposti. Al MIUR soccombente l’onere, anche, delle spese di giudizio commisurate in più di 4.000 Euro per ogni sentenza.
L’ANIEF ha nuovamente dimostrato che la reiterazione illimitata di contratti a tempo determinato per soddisfare esigenze permanenti dell’Amministrazione scolastica configura comunque un abuso, anche se il docente è stato poi “stabilizzato” dal MIUR e ricorda a tutti i lavoratori della scuola precari che da anni lavorano alle dipendenze del MIUR, soprattutto ai tanti precari tenuti fuori dalle Graduatorie a Esaurimento e dalla possibilità di essere immessi in ruolo, che è ancora possibile aderire al ricorso per ottenere la conversione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato o un giusto risarcimento del danno subito per essere stati condannati dal MIUR alla condizione di precari “a tempo indeterminato”.
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