Marcello Pacifico (Anief-Cisal) replica all’ennesimo tentativo del Ministro dell’Istruzione di minimizzare i danni provocati dall’algoritmo impazzito che ha spedito lontano da casa tante migliaia di docenti di ruolo: i numeri sono una scienza esatta e chi è a guida dell’Istruzione pubblica dovrebbe saperlo. Solo nell’Isola siciliana, sono 5mila le domande di trasferimento respinte, formulate dai docenti inseriti negli ambiti territoriali. Se vogliamo essere realisti e guardare ai docenti del potenziamento scolastico, la percentuale di insoddisfatti raggiunge un numero a due cifre. Le stesse 2.600 conciliazioni in qualche modo accolte dal Miur, peraltro solo su una parte dei docenti che le avevano presentate, costituiscono un’ulteriore prova che il fenomeno è vasto. Per questo motivo, siamo ancora una volta scesi in campo, chiedendo giustizia al giudice del lavoro.
“I numeri sono una scienza esatta e chi è a guida dell’Istruzione pubblica dovrebbe saperlo bene: invece, non si comprende quali strani conteggi possa aver fatto il Ministro Giannini per arrivare a dire che solo il 2 per cento di chi quest’anno ha presentato domanda di mobilità è rimasto insoddisfatto. Solo in Sicilia, sono 5mila le domande di trasferimento respinte, formulate dai docenti inseriti negli ambiti territoriali”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, in risposta alle stime al ribasso fornite dal Ministro dell’Istruzione sugli esiti dei trasferimenti dei docenti a seguito della novità degli ambiti territoriali introdotta con la riforma della scuola approvata la scorsa estate.
“Anche conteggiando le richieste complessive di trasferimento che sono poco più di 200mila, il 2 per cento viene superato con la sola Sicilia – dice Pacifico –, ma poi ci sono tutte le altre regioni del Sud. Senza dimenticare i tanti casi di docenti del Centro-Nord mandati su ambiti comunque lontani e non certo soddisfatti della loro richiesta di rimanere vicino casa e gli affetti familiari. Se poi vogliamo essere realisti e guardare solo ai docenti del potenziamento scolastico, la percentuale di insoddisfatti raggiunge un numero a due cifre. Solo il 10 per cento sono i siciliani, a cui vanno aggiunte le altre regioni, soprattutto del meridione che purtroppo vantano anche loro migliaia di trasferiti penalizzati”.
Le stesse 2.600 conciliazioni in qualche modo accolte dal Miur, peraltro solo su una parte dei docenti che le avevano presentate, costituiscono un’ulteriore prova che il fenomeno è tutt’altro che marginale. Non è un caso se, proprio per le tante proteste ancora presenti nel corpo insegnante, Anief ha deciso anche questa volta di scendere in campo per tutelare quei docenti che sono ancora in cerca di una soluzione agli errori provocati dall’algoritmo. Sono troppe le richieste di conciliazione che non sono state nemmeno prese in considerazione: è il caso, ad esempio, di quelle dei docenti della scuola secondaria di II grado, nei confronti dei quali il Miur sostiene non ci siano stati errori.
“Anche aver costretto alcune giunte regionali, come quella della stessa Sicilia, ma anche della Sardegna e altre del Nord, a sottoscrivere degli accordi locali per utilizzare il personale sul sostegno pur non avendo la specializzazione, è una forzatura non da poco. E, a quanto ci risulta, senza precedenti. Poi ci sono tanti per i quali è stato ammesso l’errore ma non è stata trovata la soluzione, sia perché mancavano i posti per conciliare, sia perché le proposte avanzate dall’amministrazione erano totalmente irricevibili. E ora – conclude Pacifico – si cerca di risolvere il tutto in pochissimi giorni, a ridosso dell’avvio dell’anno”.
Per tutti questi motivi, Anief ha deciso di avviare le adesioni al ricorso per chiedere al giudice del lavoro di porre rimedio ai danni causati dall’algoritmo impazzito. Il ricorso è aperto a tutti coloro che possono reclamare la mancata assegnazione all’ambito/sede richiesta, andata invece a docenti della stessa fase con meno punti e senza diritto di precedenza. Per ricorrere, inoltre, la conciliazione deve avere avuto esito negativo o non si deve essere svolta. Non è possibile, invece, ricorrere nel caso in cui sia stata accettata la proposta conciliativa dell’ufficio scolastico territoriale.
Per approfondimenti:
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