Esemplare sentenza del tribunale amministrativo: condannati Miur e Usr e Sicilia per l’annullamento del provvedimento del dirigente di un istituto di istruzione secondaria superiore con il quale non è stata assegnata nessuna ora di sostegno scolastico al minore che aveva problemi di apprendimento.
I giudici: “a causa della mancata assegnazione, il minore non ha potuto fruire del percorso di istruzione di suo diritto perché impossibilitato ad accedere ai contenuti in assenza di misure compensative adeguate; non potendo partecipare alle attività didattiche, precluse dalla sua disabilità, il minore ha, quindi, subito un danno non patrimoniale”.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): se il Parlamento non incrementerà l’organico di diritto dei docenti di sostegno di 40mila posti, i ricorsi in tribunale da parte delle famiglie non potranno che moltiplicarsi. Con sempre più giudici chiamati a sostituirsi al legislatore.
Ancora una storia di sostegno negato da parte dello Stato nei confronti di un alunno disabile, con la famiglia del giovane disabile costretta a fare ricorso e a ottenere giustizia dal tribunale. Stavolta la sentenza è stata esemplare, con l’amministrazione scolastica condannata non solo ad assegnare il docente di sostegno per il massimo impegno orario previsto, ma anche all’assegnazione di 1.000 euro all’alunno disabile per ogni mese in cui è stato privato dell’insegnante specializzato: ad emetterla è stato il Tar di Palermo, lo scorso 4 novembre ma divenuta pubblica in queste ore, che ha condannato il Ministero dell’Istruzione e l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia per l’annullamento del provvedimento del dirigente di un istituto di istruzione secondaria superiore con il quale non è stata assegnata nessuna ora di sostegno scolastico ad un minore con grave disabilità.
La sentenza, scrive la rivista specializzata ‘Orizzonte Scuola’, annulla i provvedimenti impugnati dai ricorrenti e riconosce al minore disabile il diritto di essere assistito da un insegnante di sostegno con il rapporto 1/1 condannando il MIUR all’assegnazione di tale insegnante e al risarcimento del danno non patrimoniale, da assegnare al minore e ai suoi genitori, quantificato in via equitativa in 1.000 euro per ogni mese di mancanza dell’insegnante di sostegno nel rapporto 1/1 dall’inizio dell’anno fino all’assegnazione: un risarcimento ritenuto equo “per i danni sofferti a causa della mancata assegnazione del numero adeguato di ore di sostegno”.
Il Tar ha in prima istanza valutato che “per il minore, affetto da grave disabilità, pur alla presenza della necessaria documentazione medica e didattica, non c’è stata assegnazione di un insegnante di sostegno. A causa della mancata assegnazione, il minore non ha potuto fruire del percorso di istruzione di suo diritto perché impossibilitato ad accedere ai contenuti in assenza di misure compensative adeguate; non potendo partecipare alle attività didattiche, precluse dalla sua disabilità, il minore ha, quindi, subito un danno non patrimoniale”. Di conseguenza, lo stesso tribunale “si pronuncia a favore del ricorso riconoscendo il diritto di un insegnante di sostegno nel rapporto 1/1 per il minore, accertando una condotta illegittima dell’amministrazione che non ha assegnato la giusta assistenza nel corso delle ore di frequenza scolastica”.
“Quanto accaduto in Sicilia – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – non è altro che l’ennesimo caso di negligenza della macchina organizzativa scolastica a danno dell’apprendimento scolastico di un alunno disabile. Il mancato assolvimento di un diritto sacrosanto deriva dal fatto che gli uffici periferici del Miur hanno indicazione dall’amministrazione centrale di Viale Trastevere di continuare ad organizzare l’assistenza didattica agli alunni disabili riferendosi all’organico fortemente sottodimensionato previsto dalla Legge 128/2013. Ma se si vuole rispettare il rapporto uno a due tra docenti e studenti con disabilità, come anche ribadito dalla sentenza n. 80/2010 della Corte Costituzionale, occorre svincolarsi da ogni riferimento all’organico dell’anno scolastico 2006/07”.
Oggi gli alunni disabili ufficiali sono infatti diventati quasi 230mila. Con la prospettiva di crescere fino a 260mila nel prossimo biennio. “Di fronte a questi numeri - continua Pacifico - non ha più senso pensare di assegnare il giusto organico a questo sempre più corposo numero di discenti con limiti di apprendimento, tenendo come base i 90mila docenti di sostegno dell’organico di otto anni fa. Tanto è vero che i 26.684 docenti specializzati da assumere in un triennio, grazieal Decreto Scuola n. 104/2013, si stanno rivelando ogni giorno che passa sempre più insufficienti: già nel corrente anno scolastico abbiamo assistito ad un fabbisogno di oltre 110mila insegnanti di sostegno a ‘copertura’ del fabbisogno educativo speciale. Con 30mila assegnazioni in deroga. È per tutti questi motivi che abbiamo chiesto al Parlamento di incrementare l’organico di diritto del personale di sostegno di 40mila unità, portandolo da 90mila a 130mila posti”.
L’inosservanza di tale adeguamento avrebbe effetti davvero nefasti per migliaia di alunni disabili: si andrebbe infatti verso l’inevitabile aumento di docenti specializzati precari, cosiddetti in ‘deroga’, che continueranno a cambiare quasi sempre scuola ogni anno. Compromettendo quella continuità didattica di cui gli alunni disabili necessitano più degli allievi normo-datati. “Continuare a mantenere un basso numero di docenti di sostegno in organico di diritto, comporterebbe anche il moltiplicarsi dei ricorsi in tribunale. Con sempre più giudici chiamati a sostituirsi al legislatore”, conclude Pacifico.
Il sindacato conferma pertanto la propria azione di lotta sul fronte della disabilità a scuola, continuando a condurre l'iniziativa “Sostegno: non un'ora di meno!”: l’intento è garantire l'immediata attivazione, con ricorsi d’urgenza gratuiti, di nuovi posti di sostegno in organico e il recupero delle ore negate agli alunni con disabilità grave riconosciuta ai sensi dell'art. 3, comma 3 della Legge 104/92. L’Anief invita docenti, famiglie e operatori della scuola sono chiamati a vigilare sulle ore negate o non richieste - ma comunque spettanti in base alla normativa vigente e alle indicazioni delle commissioni mediche - scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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