Le pressioni del sindacato sembrano produrre i primi effetti positivi: non si raddoppieranno gli anni di permanenza sul delicato ruolo e perde consensi pure la cosiddetta ‘medicalizzazione’ dell’insegnante specializzato nella didattica agli alunni disabili. La doppia novità, che avrebbe danneggiato gli alunni, non è più prevista nella delega da approvare entro i prossimi 12-18 mesi, hanno assicurato gli esperti di settore, incaricati dal Governo, ai tanti dirigenti e alle parti sociali che stanno collaborando al nuovo testo di riforma. Via libera alla formazione di base per tutto il personale scolastico, con 10mila docenti che faranno da tutor.
Marcello Pacifico (presidente Anief): se si vuole migliorare il servizio, si cominci ad assumere gli oltre 12mila docenti specializzati con i corsi Tfa sostegno e di scienze della formazione primaria, relegati a fare le supplenze sulle graduatorie d’Istituto. Il rispetto del rapporto 1 docente ogni 2 studenti e anche il diritto alla deroga ribadito dalla sentenza della Consulta n. 80/2010 sono diritti inalienabili.
Elena Duccillo (responsabile settore Sostegno Anief): i veri nodi da sciogliere sono quelli dell’approvazione di norme che permettano una migliore gestione e organizzazione lavorativa, centrata sul discente, e la reale l’applicazione delle tante buone leggi già esistenti che sono sistematicamente violate o private della copertura economica. Tutte contraddizioni che noi docenti di sostegno viviamo ogni giorno sulla nostra pelle e su quella degli alunni che seguiamo.
Sulla riforma del sostegno il Governo sembra finalmente aver imboccato una strada migliore: cade l’ipotesi del vincolo decennale di permanenza sul ruolo, perde consensi anche la cosiddetta ‘medicalizzazione’ paventata rispetto al profilo dei nuovi docenti che insegneranno nelle classi frequentate da alunni disabili. Il ravvedimento giunge a ridosso della ‘Giornata internazionale delle persone con disabilità’, che si celebrerà domani, 3 dicembre, con il coinvolgimento, a Montecitorio, delle più alte cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente della Camera, Laura Boldrini, e quello del Senato, Piero Grasso. La giornata servirà anche a promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone disabili in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione.
A partire dalla scuola. Dove sta entrando nel vivo la discussione per realizzare la legge delega che la riforma ha assegnato all’Esecutivo proprio sulla revisione della “Inclusione e integrazione degli studenti con disabilità”. Sono diverse le novità, a tal proposito, emerso nel corso del tavolo di lavoro allestito dal Pd sulla materia. Ora, se per 10mila docenti si prevede un iter di iper-specializzazione, introdotto con la Nota Miur n. 37900 del 19 novembre scorso, il partito di maggioranza sembra ravvedersi su alcuni punti.
Gli esperti di settore, incaricati dal Governo della realizzazione del testo di legge delega, hanno spiegato che l’obbligo di mantenere il docente di sostegno per 10 anni anziché 5, e di spostare la sua formazione più sul versante sanitario che sul didattico, erano solo ipotesi. A ben vedere, nonrisultano nemmeno nella Legge 107/2015 e a quanto appreso non verranno inserite nella delega da approvare entro i prossimi 12-18 mesi. Così hanno assicurato i referenti ai tanti dirigenti e alle parti sociali che stanno collaborando alla riforma, sia durante i lavori che nelle relazioni conclusive.
Secondo il sindacato, se confermata, la decisione dell’Esecutivo di tornare sui propri passi sui due punti sarebbe davvero saggia. L’Anief si è infatti espressa sempre contro sia sull’ipotesi dai allungamento del periodo obbligatorio di permanenza sul ruolo del sostegno, sia sulla possibile specializzazione del profilo professionale. Il miglioramento del servizio e la sua continuità didattica, passano infatti per ben altre novità: come l’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto, la trasformazione degli attuali circa 35mila posti in deroga in posti normali utili alle stabilizzazioni, la sparizione del vincolo quinquennale di permanenza, la piena rivalutazione del docente di sostegno senza l’obbligo di inserirlo nella cattedra “mista” del team docente.
Il sindacato ritiene invece condivisibile l’eventuale approvazione, che continua a trovare consensi a tutti i livelli, di una norma da tutti invocata che preveda la formazione di base per tutto il personale scolastico e quella parallela alle esigenze del contesto classe. Davvero importante sarebbe anche il recupero di tutti i dati raccolti sulle buone prassi dalle sperimentazioni, come il dimenticato progetto ‘I care’, comprendente un monitoraggio di quanto avvenuto e dei risultati raggiunti a seguito dai tanti investimenti realizzati, di cui non si sono mai seriamente raccolti i “frutti”. Tali risultati rappresentano a tutti gli effetti delle buone prassi, che è giunto il tempo di valorizzare e trasferire nei contesti scolastici. Come va ricordata l’opera che svolgono gli assistenti specialistici, i quali, seppure con funzioni diverse, forniscono un prezioso apporto agli alunni disabili.
Il giovane sindacato, dopo aver ribadito la necessità di collocare tutti i posti di sostegno in organico di diritto, ha quindi chiesto di prevedere per gli alunni ‘certificati’ delle attività specifiche di alternanza scuola-lavoro, introducendo un contratto-permesso che agevoli un loro collocamento formativo aziendale mirato: sarebbe utile, a tal proposito, l’introduzione di riserve di legge per le stesse aziende, finalizzato ad un’eventuale successiva assunzione come naturale prosecuzione dello stage. Anief ha anche rimarcato l’errore di prevedere delle carriere separate per i docenti di sostegno rispetto ai colleghi che insegnano sulle discipline: il docente di sostegno deve rimanere parte del team docente a tutti gli effetti e non al solo alunno disabile, fuori da ogni possibile scambio dei ruoli con questi ultimi.
In aggiunta alle fondamentali richieste, ha poi chiesto di prevedere un organico dell’autonomia attraverso docenti di sostegno realmente utili e formati con un approccio sistemico darebbe ossigeno all’inclusione. Che senso avrebbe, infatti, istruire decine di migliaia di nuovi docenti di sostegno nella didattica e strumentalità del sistema braille, dal momento che gli organici di rete prevedono appena lo 0,5 per cento di iscritti disabili ipovedenti o non vedenti per avvantaggiarsi di questo sistema? Il problema, inoltre, si potrebbe superare attuando un’efficiente rete di scuole, che metta a disposizione il medesimo personale – composto dall’organico maggiorato previsto dalla Legge 107/15 e da docenti in sovrannumero - non solo per un istituto, ma per una serie di scuole collegate una con l’altra.
“A queste scuole – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief,– stanno per essere assegnate, attraverso la riforma, poche migliaia di assunzioni. Che ora scopriamo anche difficili da attuare. Mentreoltre 12mila docenti specializzaticon i corsi Tfa sostegno e di scienze della formazione primaria, restanorelegati a fare le supplenze tramite le graduatorie d’Istituto: il punto è che il salto di qualità del sostegno non può prescindere da loro. Perché per supportare adeguatamente gli attuali 240mila disabili iscritti ad un corso scolastico in Italia, occorre prima di tutto assegnare il personale docente effettivamente necessario. Il rispetto del rapporto 1 docente ogni 2 studenti e anche il diritto alla deroga ribadito dalla sentenza della Consulta n. 80/2010 sono diritti inalienabili. Solo dopo aver appriovato questo passaggio – conclude Pacifico - si potranno dedicare le energie a progetti ulteriori”.
“Se effettivamente il Governo vuole finalmente alzare l’asticella sul sostegno, puntando dritto alla continuità didattica – ha ricordato Elena Duccillo, responsabile del settore Sostegno dell’Anief - è bene sapere che questo obiettivo non si ottiene con il vincolo di permanenza, né con il docente iper-specializzato su una specifica disabilità. I veri problemi da affrontare, e questa legge delega ha il dovere di affrontarli, sono quelli dell’approvazione di norme che permettano una migliore gestione e organizzazione lavorativa che sia centrata sul discente e la reale l’applicazione delle tante buone leggi già esistenti che sono sistematicamente violate o private della copertura economica. Sono questi, in fondo, i veri motivi che fanno apparire il fulcro delle cattive prassi il sistema negativo e inadeguato attorno alla figura del docente di sostegno”.
“Un esempio è presto fatto: io stessa – dice la responsabile Anief - sono una docente specializzata nell’insegnamento agli alunni disabili. Attualmente seguo quattro bambini, in quanto contitolare di due classi e diverse volte dall’inizio di questo anno scolastico sono stata contemporaneamente anche l’insegnante curricolare della terza o della quarta in una primaria. Ciò è avvenuto in corrispondenza del primo giorno in cui al collega disciplinare succede di assentarsi. Mi ritengo fortunata, anzi, che il supplire non mi sia richiesto estrapolandomi dal contesto in cui io sono assegnata come risorsa docente. In altri contesti è oramai sistematico, invece, ricorrere al docente di sostegno per la sorveglianza di alunni qualsiasi sia il grado di scuola e la classe priva di docente”.
Il sindacato ricorda che è tristemente noto come la Legge di Stabilità, approvata a fine 2014, ci abbia “regalato” anche questo vincolo. I dirigenti, per motivi di risparmio, non possono chiamare più alcun supplente nel corso del primo giorno di mancato servizio.
“Così, attenendosi alla norma, aumentano le possibilità del verificarsi di cattive prassi, è il caso di dire, cioè di utilizzare i docenti di sostegno per sostituire il collega assente o svolgendo le due funzioni nella propria classe o destinandolo a supplire colleghi in classi estranee alla propria assegnazione. Ricordiamo che l’utilizzo del docente di sostegno su altre classi non è previsto da alcuna normativa, perché applicando in modo generalizzato il divieto di sostituzione si va a danneggiare lo studente disabile, in quanto il docente specializzato – conclude Duccillo – dovrà occuparsi per quel giorno dell’intera classe rimasta senza il suo maestro curricolare”.
Per approfondimenti:
Tra cattedre vuote e turnover. La carica dei supplenti (Corriere della Sera del 21 agosto 2015)
15 mila domande per l'infanzia irricevibili (Tuttoscuola del 28 agosto 2015)
Bussetti: “Mancano gli insegnanti per centinaia di disabili” (La Repubblica, ed. Milano, del 28 agosto 2015)
Il "sostegno" per una nuova vita. Valanga di posti, ma pochi docenti (La Nazione del 28 agosto 2015)
Assunzioni fase B e C sul sostegno: tutti assunti. Anche sostegno II grado? (Orizzonte Scuola del 29 agosto 2015)
Assunzioni su sostegno previste dalla "Buona Scuola" (L. 107/15)
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Deleghe. Oggi il tavolo sull'inclusione degli alunni disabili (Tuttoscuola del 7 ottobre 2015)
Docenti calabresi, gli alunni disabili non avranno più il docente di sostegno (Orizzonte Scuola del 14 ottobre 2015)