Attraverso quattro sentenze dall’esito comune, i giudici del lavoro stabiliscono che il servizio svolto durante il periodo di precariato debba essere a tutti gli effetti ritenuto utile ai fini del computo dei 5 anni di servizio prestati per ottenere il trasferimento da posto di sostegno a posto di disciplina comune.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): la stessa volontà del Miur di trasformare in organico di diritto appena 5mila cattedre delle quasi 40mila vacanti, destinate ad aumentare per il progressivo innalzamento del numero di alunni disabili iscritti nei nostri istituti, rappresenta un segnale di mancata volontà di eliminare il precariato scolastico. Ad iniziare proprio dal sostegno. Come sempre, il nostro sindacato fa da apripista e segna la strada in tribunale su un terreno inesplorato: mai nessuno, infatti, aveva contestato l’illegittimità dei contratti collettivi sulla mobilità, nella parte in cui imponevano che il vincolo quinquennale di sostegno fosse svolto esclusivamente computando il servizio di ruolo quando, invece, è palese la discriminazione di tale previsione e la violazione della normativa comunitaria 1999/70/CE.
Anche a tutela dei diritti degli studenti disabili e delle loro famiglie, per avere più docenti di sostegno, per l’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto, per cancellare il vincolo quinquennale per tutti i neo-assunti, per chiedere, poi, rispetto e pari dignità per il servizio svolto durante il precariato non solo nelle operazioni di mobilità ma, inoltre, anche ai fini dell’integrale ricostruzione di carriera una volta immessi in ruolo, Anief ha deciso di scioperare e indire un presidio davanti Montecitorio il prossimo 14 novembre.
Mentre il Governo rassicura sul fatto che tramite la Legge di Stabilità 2017 si procederà alla trasformazione di 5mila cattedre di sostegno da organico di fatto a quello di diritto, aprendo quindi ad altrettante immissioni in ruolo, dal Tribunale del Lavoro di Roma arrivano delle sentenze che aprono nuovi scenari tra il personale docente impegnato sulla didattica speciale rivolta agli alunni disabili: i giudici, con quattro sentenze, hanno infatti disposto la piena valutazione del servizio pre-ruolo svolto su posti di sostegno, ai fini del trasferimento su comuni discipline d’insegnamento computando integralmente il servizio a tempo determinato.
Con quattro sentenze dello stesso tenore, il Tribunale della capitale ha dato piena ragione alle tesi patrocinate dall’Anief – attraverso gli avvocati Salvatore Russo, Ida Mendicino, Fabio Ganci e Walter Miceli – dopo aver appurato che “la mancata parificazione fra l'attività di insegnamento come docente di ruolo su posti di sostegno e quella svolta come “supplente”, ai fini della soddisfazione del vincolo di permanenza quinquennale, si ponga effettivamente in conflitto con la clausola 4, punto 1, dell'Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato del 18 marzo 1999 (Direttiva 1999/70 CE).
I giudici hanno rilevato, infatti, che "per quanto attiene alle condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non devono essere trattati in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo motivo di lavorare a tempo determinato, a meno che un trattamento differente sia giustificato da ragioni obiettive". Questo, del resto, è un principio ribadito dalla Corte di Giustizia Europea che ha più volte evidenziato la parità delle prestazioni di lavoro fornite in costanza di rapporto a tempo determinato e indeterminato, anche tra i dipendenti pubblici.
Con le sentenze, il Miur risulta totalmente soccombente in giudizio e viene condannato a concedere il trasferimento su posto comune, computando correttamente il servizio a tempo determinato svolto dai ricorrenti, ma anche al pagamento delle spese di lite quantificate in un totale di 10mila euro oltre accessori.
“Ancora una volta – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – debbono purtroppo essere i giudici a dare ai lavoratori della scuola quella giustizia, attraverso adeguati riconoscimenti economici e professionali, che purtroppo latita ancora troppo spesso nella nostra incerta realtà scolastica. La stessa volontà del Miur di trasformare in organico di diritto appena 5mila cattedre delle quasi 40mila vacanti e disponibili, destinate ad aumentare per il progressivo innalzamento del numero di alunni disabili iscritti nei nostri istituti, rappresenta un segnale di mancata volontà di eliminare il precariato scolastico. Noi, del resto, ci siamo espressi da subito sull’inutilità di raggiungere un accordo tra i due ministeri, Miur e Mef, per la risoluzione del precariato scolastico,
che necessita di ben altri provvedimenti. Ad iniziare proprio dal sostegno visto che, ancora oggi, abbiamo un docente specializzato su tre precario”.
“Come sempre - continua Pacifico -, il nostro sindacato fa da apripista e segna la strada in tribunale su un terreno inesplorato: mai nessuno, infatti, aveva contestato l’illegittimità dei contratti collettivi sulla mobilità, nella parte in cui imponevano che il vincolo quinquennale di sostegno fosse svolto esclusivamente computando il servizio a tempo indeterminato quando, invece, è palese la discriminazione di tale previsione e la violazione della norma comunitaria 1999/70/CE. Siamo soddisfatti: Anief, anche stavolta, ha imposto al Miur pieno rispetto per il servizio svolto dai supplenti”.
Proprio per evitare l’elusione delle ore di didattica speciale, Anief ha avviato l’iniziativa gratuita “Sostegno: non un’ora di meno!”, attraverso cui viene messo a disposizione delle famiglieun modello di lettera per richiedere sin dal primo settembre le ore di sostegnoper l’intera durata dell’orario di servizio settimanale dell’insegnante specializzato: se non saranno erogate le ore di sostegno necessarie in questi primi giorni di scuola o in caso di inadempienze, le segnalazioni possono essere già raccolte dal sindacato inviando unaemail aQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Anief, infine, ricorda che lo sciopero di lunedì prossimo, 14 novembre, con presidio a Roma è stato voluto e organizzato proprio per dare voce ai docenti precari, agli idonei dei concorsi ancora non stabilizzati, ai diplomati magistrale ante 2001/02, agli abilitati TFA, PAS, SFP, Estero cui il MIUR vuole precludere l’accesso alle GaE e, inoltre, al personale di ruolo anch’esso diventato precario con la Legge 107/15, per cui rischia concretamente di perdere per sempre il diritto alla titolarità e alla continuità didattica oltre che subire continuamente, come nel caso della mobilità, lo svilimento del servizio prestato durante gli anni di precariato, come indicato nella piattaforma rivendicativa dello sciopero nazionale.
Anief ricorda che per ulteriori informazioni sullo sciopero si può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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