Lo dice il Tribunale di La Spezia, il quale confermando la linea del sindacato sul mancato apporto del docente specializzato, sostiene che non può essere disattesa la precisa richiesta di supporto didattico da parte dell’equipe medica e psico-pedagogica: è un abuso limitare autoritativamente il numero di ore d’insegnamento rispetto a quelle contenute nel “Programma educativo individualizzato”. Il provvedimento, ottenuto dai legali Anief, riguarda un alunno della scuola dell’infanzia, a cui l’amministrazione aveva concesso solo 18 ore di sostegno a settimana, sottraendone 7 delle 25 ore indicate delle autorità competenti in materia. Il tribunale ligure non ha avuto dubbi: il comportamento omissivo dell'amministrazione produce “l'effetto di porre il bambino con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto agli altri alunni”, con conseguente “cessazione immediata della condotta discriminatoria”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): questa sentenza conferma il comportamento troppe volte illecito nei confronti dell'alunno disabile, per violazione del suo diritto all'istruzione, costituzionalmente protetto, alla sua integrazione sociale e crescita in un ambiente favorevole allo sviluppo della sua personalità e delle sue attitudini. Ci dà inoltre conforto nel difendere, attraverso l’iniziativa ‘Non un’ora di meno’, gli allievi con disabilità e le loro famiglie, troppo spesso lasciati soli a combattere contro lo Stato e la burocrazia. Ma non basta: all’assegnazione delle ore deve, infatti, aggiungersi la presenza di un adeguato corpo docente, unico vero rimedio per assicurare la continuità didattica: per questo motivo, vanno spostati in organico di diritto gli attuali 40mila posti di sostegno in deroga. Allo stesso modo, va eliminato l’obbligo dei 10 anni sul sostegno, prima di chiedere l’eventuale spostamento su cattedra comune. Infine, va accordata la partecipazione dei docenti specializzati alle prove suppletive del Concorso a cattedra. Sono richieste fondamentali che Anief, nei prossimi giorni, proporrà ai parlamentari nelle modifiche da apportare alla legge delega della Buona Scuola.
Quando l’amministrazione scolastica sottrae ore settimanali d’insegnamento specializzato agli alunni disabili compie un danno alla sua crescita formativa, calpestando il suo diritto all’istruzione, all’integrazione e allo sviluppo della personalità del giovane già messa a dura prova dal suo stato di difficoltà oggettiva: a rilevarlo è stato il Tribunale ordinario di La Spezia che, attraverso una precisa ordinanza cautelare, ha “bacchettato” il comportamento dell’Ufficio scolastico competente, autore di un'evidente “contrazione del diritto fondamentale del disabile all'attivazione, in suo favore, di un intervento corrispondente alle specifiche esigenze rilevate”, come da specifico Piano Educativo Individualizzato, comportando, in questo modo, “una discriminazione indiretta vietata dalla legge”. In conclusione, per il tribunale ligure, il comportamento omissivo dell'amministrazione pubblica preposta all'organizzazione del servizio scolastico produce “l'effetto di porre il bambino con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto agli altri alunni”.
Il provvedimento, ottenuto dai legali Anief, riguarda un alunno della scuola dell’infanzia, a cui l’amministrazione aveva concesso solo 18 ore di sostegno a settimana, sottraendone 7 delle 25 ore indicate delle autorità competenti in materia: ribadendo, in tal modo, quanto già disposto dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sentenza n. 25011 del 25 novembre 2014) e ricordato come “una volta che il piano educativo individualizzato, elaborato con il concorso determinante di insegnanti della scuola di accoglienza e di operatori della sanità pubblica, abbia prospettato il numero di ore necessarie per il sostegno scolastico dell'alunno che versa in situazione di handicap particolarmente grave, l'amministrazione scolastica è priva di un potere discrezionale, espressione di autonomia organizzativa e didattica, capace di rimodulare o di sacrificare in via autoritativa, in ragione della scarsità delle risorse disponibili per i servizio, la misura di quel supporto integrativo così come individuato dal piano, ma ha il dovere di assicurare l'assegnazione, in favore dell'alunno, del personale docente specializzato”.
“Anche ricorrendo - se del caso, là dove la specifica situazione di disabilità del bambino richieda interventi di sostegno continuativi e più intensi - all'attivazione di un posto di sostegno in deroga al rapporto insegnanti/alunni, per rendere possibile la fruizione effettiva del diritto, costituzionalmente protetto, dell'alunno disabile all'istruzione, all'integrazione sociale e alla crescita in un ambiente favorevole allo sviluppo della sua personalità e delle sue attitudini”.
I giudici hanno ordinato, quindi, al Ministero dell'Istruzione di provvedere alla “cessazione immediata della condotta discriminatoria posta in essere e la conseguente attribuzione in favore del minore, di n. 25 ore di sostegno, con le modalità indicate nel P.E.I per l’anno scolastico 2016/2017” e “ad adottare immediatamente le misure idonee per tutelare la situazione soggettiva dedotta in giudizio”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “questa sentenza conferma che con la mancata attribuzione del corretto monte ore settimanale indicato nel Pei, il Ministero dell'Istruzione pone in essere un vero e proprio illecito nei confronti dell'alunno disabile e configura una discriminazione per violazione del suo diritto all'istruzione, costituzionalmente protetto, alla sua integrazione sociale e crescita in un ambiente favorevole allo sviluppo della sua personalità e delle sue attitudini. Ci dà inoltre conforto nel difendere, attraverso l’iniziativa ‘Non un’ora di meno’, gli allievi con disabilità e le loro famiglie, troppo spesso lasciati soli a combattere contro lo Stato e la burocrazia”.
“All’assegnazione delle ore – continua Pacifico – deve aggiungersi la presenza di un adeguato corpo docente, unico vero rimedio per assicurare la continuità didattica: per questo motivo, vanno spostati in organico di diritto gli attuali 40mila posti di sostegno collocati in deroga, visto che i posti in deroga assegnati oltre i 12 mesi non sono più tali. Allo stesso modo, va eliminato l’obbligo di permanere per 10 anni sul sostegno prima di chiedere l’eventuale spostamento su cattedra comune. Infine, va accordata la partecipazione dei docenti specializzati alle prove suppletive del Concorso a cattedra, previste nel mese di aprile. Si tratta di precise quanto fondamentali richieste che Anief, nei prossimi giorni, chiederà formalmente ai parlamentari attraverso una serie di modifiche da apportare al decreto legislativo sulle nuove norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, prossimo alla discussione nelle commissioni parlamentari”.
Per approfondimenti:
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