L’Anief sbaraglia il Ministero dell’Istruzione anche presso la corte d’Appello di Trieste e ottiene il completo rigetto dell’appello proposto dall’Amministrazione avverso al favorevole sentenza che riconosceva a una docente precaria il diritto al risarcimento del danno per illegittima reiterazione di contratti a termine su posti vacanti e gli scatti di anzianità. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Fortunato Niro non danno tregua in tribunale al MIUR che, nuovamente soccombente contro le ragioni sostenute dal nostro sindacato, è condannato anche al pagamento delle spese di lite.
Non si era rassegnato il Ministero dell’Istruzione alla sonora sconfitta ricevuta in primo grado contro i legali Anief che sostenevano il pieno diritto di una docente precaria ad essere quantomeno risarcita per l’abusiva reiterazione di contratti a tempo determinato stipulati in successione ben oltre i 36 mesi di servizio. Il Tribunale del Lavoro di Udine aveva pienamente accolto le richieste del nostro sindacato e riconosciuto alla nostra iscritta un cospicuo risarcimento del danno e il pieno diritto a godere delle medesime progressioni stipendiali riconosciute ai soli docenti a tempo indeterminato.
La Corte d’Appello di Trieste ha tenuto soprattutto a ribadire, in pieno accordo con la difesa patrocinata dai legali Anief, come si configuri nel caso in esame l’evidente e illecito abuso di contratti a tempo determinato su posti vacanti da parte del Ministero dell’Istruzione e come, anche a livello retributivo, vi sia un evidente “problema di parità di trattamento” evidenziando come, non essendoci differenze tra il lavoro svolto dai docenti a tempo determinato e i colleghi con contratto a tempo indeterminato, “gli interessati, proprio in quanto assunti “solo” a termine, sono stati trattati in modo diverso”. La Corte d’Appello, pertanto, giunge alla conclusione che solo “la presenza del termine è la reale ragione di differenziazione, il che non può essere alla luce della prassi comunitaria”. MIUR nuovamente soccombente, dunque, condannato per violazione della Direttiva Comunitaria 1999/70/CE e al pagamento di 3.800 Euro oltre accessori per le spese di giudizio.
Il MIUR, che si è dimostrato ancora una volta sordo alle ragioni dei precari, ha incassato una nuova sconfitta in tribunale, dunque, con una sentenza esemplare ottenuta grazie alla professionalità dei legali Anief che ricorda all’Amministrazione come la normativa e la giurisprudenza comunitaria sono, senza ombra di dubbio, dalla parte del lavoratori precari della scuola.
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