Il Tribunale del Lavoro accoglie il ricorso Anief, riconoscendo la violazione da parte del Ministero di norme di carattere imperativo perché afferenti al diritto comunitario, a partire dalla Direttiva 1999/70/CE. Gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Irene Lo Bue ottengono una sentenza esemplare, in favore dei docenti precari, confermando l’illegittimo abuso da parte dell’amministrazione scolastica dei contratti a termine e che la normativa italiana risulta irrispettosa dei dettami euro-unitari perché “consente - di fatto - di soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali, derivanti dalla mancanza strutturale di personale di ruolo” e discrimina i docenti a tempo determinato non riconoscendo loro le medesime progressioni stipendiali previste per i docenti di ruolo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): abbiamo ottenuto giustizia e continueremo a batterci in tutte le sedi opportune per condurre il Ministero dell’Istruzione al pieno rispetto di tutti i lavoratori precari della scuola che hanno diritto alla stabilizzazione, invece allontanata nel tempo abusando della loro professionalità.
Il giovane sindacato rammenta che è possibile ricorrere, tramite il portale Anief, per chiedere l’immissione in ruolo, il riconoscimento degli scatti stipendiali e l’estensione dei contratti dal 30 giugno al 31 agosto. È possibile, infine, ricorrere per farsi riconoscere, ai fini della mobilità, il servizio pre-ruolo con il medesimo punteggio attribuito al servizio di ruolo.
Quando il Ministero dell’Istruzione rimanda sine die l’assunzione a tempo indeterminato di un insegnante della scuola pubblica produce una “condotta illecita”, abusando dell’istituto dei contratti a termine per coprire esigenze di organico stabili ed evidentemente non transitorie. Lo ha scritto, nero su bianco, il giudice del lavoro di Reggio Emilia, esaminando il ricorso di una precaria con 14 anni di supplenze alle spalle, tutte sino al 30 giugno o al 31 agosto. La docente, dopo anni di “gavetta” infinita, si è rivolta ai legali dell’Anief, ottenendo un risarcimento danni pari a 35 mila euro.
Nella sentenza, il giudice ha spiegato che il comportamento del Miur “certamente non può rimanere senza sanzioni, altrimenti rimanendo inattuato il principio più volte ribadito dalla Corte di Giustizia, secondo il quale le misure alternative alla conversione devono rivestire un carattere non soltanto proporzionato, ma altresì sufficientemente energico e dissuasivo per garantire la piena efficacia delle norme adottate in attuazione dell’accordo quadro”. Pertanto, sulla base di tali premesse, è giunto alla condanna del Ministero dell’Istruzione e al al risarcimento di ben nove mensilità dell’ultima retribuzione, in favore della ricorrente.
Inoltre, lo stesso giudice del lavoro del capoluogo emiliano, ha stabilito il diritto “al pagamento delle relative differenze retributive, in ragione dell’anzianità di servizio maturata, quantificata in 18.074,93 euro, oltre interessi legali dal deposito della sentenza al saldo” e anche il riconoscimento mensile dello scatto stipendiale previsto dal Contratto collettivo nazionale per il personale assunto a tempo indeterminato, “pari a 257,77 euro da liquidare mensilmente” nella busta paga della ricorrente.
“Questa sentenza conferma come la normativa italiana e la contrattazione collettiva – ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - siano in palese contrasto con l’Accordo Quadro CES, UNICE e CEEP, allegato alla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato. Ne consegue che il Ministero dell’Istruzione continua a discriminare i lavoratori precari, abusando della loro professionalità, attraverso la stipula di innumerevoli contratti a termine che vanno ben oltre il consentito, negando loro pure le prerogative stipendiali dei lavoratori a tempo indeterminato. Pertanto, il nostro sindacato, che ha nel suo Dna la difesa dei diritti dei lavoratori precari, continuerà a battersi in tutte le sedi per ottenere quella giustizia che l’amministrazione, il Governo e il legislatore continuano a negare”.
Il giovane sindacato rammenta che è possibile ricorrere, tramite il portale Anief, per chiedere l’immissione in ruolo, il riconoscimento degli scatti stipendiali e l’estensione dei contratti dal 30 giugno al 31 agosto. È possibile, infine, ricorrere per farsi riconoscere per intero, ai fini della mobilità tutto il punteggio dichiarato da supplente (punti 6, piuttosto che punti 3), nel rispetto di quanto più volte affermato dai giudici del lavoro sulla ricostruzione e la progressione di carriera, e in coerenza con quanto espresso dalla Corte di giustizia europea: per aderire al ricorso Anief, al fine di farsi riconoscere per intero tutto il punteggio ai fini della mobilità, andare al seguente link.
Per approfondimenti:
LA SENTENZA DELLA CORTE UE (Terza Sezione) del 9 luglio 2015
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