Torno a dare voce alla resilienza dei docenti che, come tanti don Chisciotte si prefiggono di operare nella scuola con l`intento di aiutare i deboli e sconfiggere i prepotenti. Non vi stupite, ma spesso la loro capacità di sfidare le avversità della realtà scolastica e di superarle li fa uscire rafforzati e perfino trasformati positivamente. Più spesso, purtroppo, gli fa cedere le armi l`escalation dei tagli alle risorse e delle vessazioni; così l`unico pensiero fisso è, o meglio era, raggiungere la fine dell`anno scolastico o il collocamento a riposo.
Ora nel primo caso, cioè raggiungere la fine dell`anno, l`obiettivo porta spesso a estraniarsi da quello che succede in ambito scolastico, a svolgere con il motore tenuto al minimo il proprio compito, a studiare forme di sopravvivenza che vanno, dal “non vedo, non sento, non parlo” ma sono qui, al “vediamo come posso allontanarmi” psichicamente o fisicamente dalla scuola.
Nel secondo caso, quello del collocamento a riposo, lascio al lettore l`evocazione dell`immagine mentale che si forma alla sola parola “pensione”. Automaticamente si passa dal pensiero all`incubo, poiché ciascuno di noi si proietta nel futuro pensando che il peggio non è mai morto e che, la meta, se prima era lontana ora è una chimera.
La riorganizzazione del proprio percorso professionale, la possibilità di trasformare un evento stressante in un processo di analisi strategica preventiva e di crescita personale, incontra il tema della resilienza ma è soprattutto frutto di una nostra scelta consapevole.
Il principio di realtà ci dice che, se attendiamo che ci siano condizioni perfette per dare il via a un progetto, è poco probabile che prenda forma.
Per chi ha voglia di ritrovare la motivazione, ed è dura di questi tempi, ho scelto di articolare una proposta che è rivolta principalmente ai docenti specializzati che nella scuola svolgono attività di sostegno, ma che vedrete, è calzante anche per tutti quelli che stanno vivendo con l`Anief una nuova proposta e se si può, se il tempo ci darà ragione, una nuova era dell`istruzione pubblica.
L`iniziativa si pone nell`ambito della campagna per le elezioni dei rappresentanti sindacali che si svolgeranno nella primavera del presente anno scolastico.
Si chiama “S.O.S.-teniamoci”.
E` un esse o esse in primo luogo per tutti i docenti di sostegno che non hanno mai incontrato un`organizzazione che si interessasse della tutela sindacale dei docenti specializzati.
Da sei mesi si sta facendo strada un`idea strisciante che insinua e mina i compiti specifici del docente di sostegno come risorsa all`interno delle classi e, oltre ai compiti, denigra la necessità della presenza o contemporaneità che porta, a essere contitolare di un team docente l`insegnante specializzato. A fronte di un impianto legislativo formalmente efficace (con tutti i suoi reali problemi di applicazione) che da sempre ha fatto distinguere la scuola italiana per inclusività e rispetto dei diritti soggettivi esigibili, quella che si vuole spacciare, in nome dell`innovazione è l`abolizione dell`organico di sostegno in quanto tale e la creazione di una task force degna dell`esercito della salvezza, che sia dispensatrice di buoni consigli al docente che dopo maestro unico o unico gestore del setting d`aula sarà unico più che mai nel suo genere e poiché unico sarà sempre più solo…
Se ci teniamo, sosteniamoci!
Ricevo spesso da contatti diretti storie surreali, spaccati di vita scolastica dai risvolti inquietanti, in tutte ho trovato una costante: poca o nessuna considerazione per gli alunni, meno che mai per gli alunni con disabilità.
Se l`alunno è poco considerato pur essendo il datore di lavoro di dirigenti, docenti e ata, figuriamoci quell`alunno che è visto prima di tutto come aggravio di spesa del sistema scolastico. A cascata, chi si occupa o meglio è demandato a occuparsi come primo e diretto responsabile della scolarità dell`alunno con disabilità si espone al forte rischio di divenire capro espiatorio e parafulmine di colleghi, dirigenti, assistenti e spesso anche della famiglia.
C`è un però che chiude il cerchio: ci si ricorda che c`è “personale in più”… che si può cercare quel jolly da giocarsi quando tutte le carte non chiudono la partita con un pareggio o una vittoria. Allora sì che ti coinvolgono e nel coinvolgerti sei tra l`incudine e il martello oltre che fuorilegge. Parlo di supplenze, parlo di orario di servizio, parlo di personale in esubero, di docenti non specializzati ma utilizzati su posto sostegno. Conta l`ordine di servizio? Conta il registro delle sostituzioni? Conta il diritto allo studio cioè un diritto soggettivo ed esigibile dell`alunno?
Soprattutto mi chiedo:
Si deve tutelare il discente o il docente, o di più ancora il dirigente?
In quale misura questi rischi hanno origine in una scarsa preparazione o motivazione dei docenti stessi?
Quanto sono responsabili i dirigenti che prendono decisioni del tutto fuorvianti rispetto alla tutela dei loro datori di lavoro, cioè gli alunni?
Quanto si scarica la responsabilità e i rischi professionali sui propri sottoposti, arrivando persino a sanzionare coerenza e principi deontologici invece di apprezzarli e difenderli?
Chi tutela in questi casi?
Chi affianca il docente che incappa in questi agguati?
Non ho incontrato nella mia carriera di docente di sostegno una sola organizzazione sindacale che creasse (perché non è mai esistita), una politica sindacale specifica a sostegno dei docenti specializzati.
Queste problematiche sono state sempre affrontate a livello di promozione sociale, di tutela dei diritti da parte di federazioni, organizzazioni, coordinamenti che non si occupano in maniera diretta di tutela sindacale dei diritti dei lavoratori della scuola. Non posso negare che da sempre hanno affrontato battaglie per sostenere oltre ai disabili e alle famiglie anche i docenti, che sono state determinanti nel sostenere l`irreversibilità del processo d`integrazione scolastica.
Di fatto, molti nodi stanno venendo al pettine e dalla drastica riduzione di risorse a ogni livello dedicate alla scuola, nascono nuove zone d`ombra e vulnerabilità che investono anche tutto il personale specializzato, ultimo baluardo individuabile per compensare i più di novantamila esuberi che si paventano nelle ultime cifre all`attenzione del neo governo tecnico.
Allora, ti chiedo: sei pronto a voltare pagina?
Non ti chiedo di archiviare l`esperienza più che trentennale rassegnandoti a subire le conseguenze di un disegno che tende a privatizzare il sostegno e a disconoscere che sei più preparato degli altri.
Se ti sei specializzato, non sei un docente ordinario, nemmeno per definizione!
Eppure non è riconosciuto che chi si specializza ha una marcia in più e non un`inclinazione ad assecondare tutto il resto del team docente, quando non anche il dirigente scolastico.
Continuare a fare cose che detestiamo, significa ingannare noi stessi.
Capire cosa amiamo veramente invece può motivarci.
Ti propongo di aiutarci a fare chiarezza sul nostro status, a scoprire insieme cosa funziona e cosa va cambiato per dare concretezza al nostro programma elettorale per la campagna R.S.U. in corso.
Solo quando l`immagine che abbiamo e diamo di noi stessi come professionisti dell`inclusione collima con quello che realmente siamo, di conseguenza riusciamo a promuovere iniziative e progetti.
Non lasciamoci innovare da altri, né dall`alto: troviamo insieme l`ambizione a raggiungere traguardi in cui la fatica sarà annullata dai risultati e dai benefici che potremmo trarre dalle nostre iniziative, solo allora resistere sarà innovare.
Inizio in prima persona a impegnarmi perché la politica scolastica abbia un suo ambito a tutela dei docenti specializzati.
Se sei un docente che si fida delle persone, oltre che delle organizzazioni, puoi trovare molte cose sul mio conto nell`epoca del web 2.0, basta cercarle.
Se sei un docente che si fida delle organizzazioni, oltre che delle persone, tieni presente che ho scelto ANIEF, da quando si è creata una rete territoriale, per proseguire la mia crescita personale e professionale.
Ricorda che insieme possiamo cambiare la scuola!
Qui trovi tutti i link e le modalità per aiutarci.
Buon lavoro e buona vita, all`insegna dei migliori risultati che potrebbero accadere se raggiungerai con noi il tuo obiettivo.
Elena Duccillo
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