Accolto dal tribunale partenopeo il reclamo ANIEF per ottenere, in favore delle nostre iscritte, l’immediato inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento d’interesse e la conseguente loro partecipazione al piano nazionale di immissioni in ruolo decretate con la legge 107/2015. Il Collegio giudicante dà, infatti, piena ragione agli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Michele Speranza e dichiara che l’esclusione delle ricorrenti dalle GaE avrebbe causato loro “gravi danni professionali” a fronte di un diritto da troppo tempo negato dal Ministero dell’Istruzione.
Nell’ordinanza, puntuale nella ricostruzione della situazione giuridica dei docenti abilitati tramite diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002, viene riconosciuta a chiare lettere non solo la sussistenza del periculum in mora consistente nei “gravi danni professionali, soprattutto in relazione alle nuove immissioni in ruolo che verranno effettuate nell’imminenza”, ma anche del fumus boni iuris, “apparendo del tutto ingiustificato il perdurante comportamento delle amministrazioni convenute che, pur a seguito dell’annullamento del DM 235/2014, alcuna modifica hanno apportato al sistema informatico di presentazione delle domande, con ciò di fatto continuando ad impedire l’accesso alle graduatorie di cui si discute alle odierne ricorrenti”.
L’ANIEF, forte della decennale esperienza in materia, ha nuovamente dimostrato con i fatti che anche quando il MIUR in Tribunale sembra passare in vantaggio, la strategia del legali ANIEF e la loro indiscussa competenza riescono a dare i loro frutti e a ottenere ragione vincendo la partita. Il nostro sindacato, forte dell’ulteriore vittoria, prosegue la sua battaglia al fianco dei docenti in possesso di abilitazione per l’immediata riapertura delle Graduatorie a Esaurimento e rassicura i propri iscritti sull’impegno costante per la tutela dei diritti di tutti i docenti abilitati da troppo tempo esclusi dal MIUR dalla possibilità di entrare in ruolo a seguito dell’inserimento nelle GaE di competenza. La partita è ancora lunga, ma l’ANIEF, come più volte dimostrato, non teme confronti e preferisce di gran lunga i fatti alle parole.