Ancora una volta dalla stampa arrivano inquietanti quanto inopportune “previsioni” sulla decisione dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato riguardo al diritto degli abilitati in possesso di diploma magistrale all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento della scuola primaria e della scuola dell’Infanzia. Stavolta è il turno di Italia Oggi, che nel ricordare l’imminente pronuncia dei giudici di Palazzo Spada ci tiene a mettere l’accento sin dal titolo sul fatto che la decisione potrebbe sfavorire gli interessati.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è evidente che i diplomati magistrali in Gae sono un incubo per qualcuno. Peccato che sia lo Stato ad aver riconosciuto il valore abilitante di quel titolo, i cui possessori hanno, quindi, piena legittimazione ad essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. È ora di finirla con questa malcelata corsa a tirare la giacca ai giudici chiamati ad esprimersi sulla vicenda.
Ci risiamo: sono passate solo poche settimane dall’ultimo attacco ai diplomati magistrale (qui la risposta Anief), rei di avere subito per anni il mancato riconoscimento del valore abilitante del loro titolo, che solo dopo una lunga e non ancora conclusa battaglia legale è stato dichiarato utile all’inserimento nelle Gae. Stavolta è il turno di Italia Oggi, che nel ricordare l’imminente pronuncia dei giudici di Palazzo Spada – l’udienza dell’Adunanza plenaria è stata fissata per il prossimo 15 novembre – ci tiene a mettere l’accento sin dal titolo sul fatto che la decisione potrebbe sfavorire gli interessati.
Anief non può tollerare questo inquietante ed inopportuno proliferare di “Cassandre” che prevedono (o forse auspicano?) venti di sciagura sui diplomati magistrale. La stessa stampa specializzata, nel commentare l’articolo del quotidiano economico, evidenzia come al suo interno, in realtà, “non viene portata avanti nessuna motivazione che ad oggi potrebbe far pensare a tale orientamento”.
“Ci chiediamo quanto e a chi diano così fastidio i diplomati magistrale in GaE – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal -, per qualcuno sembrano essere diventati addirittura un incubo. Peccato che sia lo Stato, e non i giudici, ad aver riconosciuto il valore abilitante di quel titolo, i cui possessori hanno quindi piena legittimazione ad essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.”
“È ora di finirla – continua il presidente del giovane sindacato che ha patrocinato il contenzioso – con questa malcelata corsa a tirare la giacca ai giudici chiamati ad esprimersi sulla vicenda, continuando ad evocare scenari apocalittici. Ricordiamo che la storia di questo ricorso è stata costellata finora di pronunciamenti favorevoli ai ricorrenti: tra questi, una sentenza ormai definitiva dello stesso Consiglio di Stato per migliaia di essi, una sentenza definitiva della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso del Miur sulla giurisdizione, cui vanno a sommarsi decine di misure cautelari in sede di giustizia amministrativa”.
“Il problema – precisa il leader Anief – non sono i numeri, che qualcuno usa come spauracchio per chiedere velatamente ai giudici di mettere fine agli inserimenti nelle GaE; non lo sono perché questi colleghi stanno lavorando tutti nelle scuole, e la gran parte di loro da immessi in ruolo con riserva in attesa della sentenza definitiva o con supplenze annuali. È evidente quindi che la scuola ha bisogno di loro, così come ha bisogno anche dei laureati in Scienze della formazione Primaria. Il problema non è nemmeno la loro preparazione: il loro titolo è stato dichiarato abilitante fino al 2001/02, lo Stato avrebbe dunque preparato male le sue maestre e i sui maestri fino ad allora? Per non parlare del fatto che l’ultimo concorso a cattedra del 2016 annovera tra i vincitori migliaia di diplomati magistrale.”
“Il punto – conclude Pacifico – era e rimane solo uno: questi docenti hanno o non hanno diritto a stare nelle Gae visto che il loro titolo, per stessa ammissione dello Stato italiano, è abilitante e lo era già quando le graduatorie erano ancora aperte per legge ai nuovi inserimenti? È solo su questo che l’Adunanza Plenaria è chiamata ad esprimersi, e noi e le decine di migliaia di docenti interessati della scuola italiana attendiamo con fiducia la decisione del Consiglio di Stato. Invitiamo chi la pensa in modo diverso a fare altrettanto”.