Il Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria smentisce se stesso e nega il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale all'inserimento in GaE. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Non ci fermeremo e porteremo la voce dei diplomati magistrale ai tavoli della contrattazione, chiederemo a gran voce la tutela dei loro diritti attraverso una risoluzione legislativa e ci rivolgeremo alla CEDU. Ancora una volta, sarà lì che avremo ragione”.
L'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, dopo l'udienza tenutasi lo scorso 15 novembre, ha pubblicato oggi la sentenza definitiva smentendo se stesso e negando il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 all'inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento. Dopo ben cinque sentenze (nn. 1973/2015 - 3628/2015 - 3673/2015 - 3788/2015 e 4232/2015) ottenute dall'Anief ed emanate dallo stesso organo giudicante che dava piena ragione a oltre 2.000 ricorrenti, oggi il Consiglio di Stato ha deciso per un dietrofront su tutta la linea, segno che le pressioni politiche e dell'opinione pubblica hanno colpito nel segno. “La soluzione arriverà dall'Europa – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – sarà la CEDU a darci ragione e a decretare il loro giusto diritto alla stabilizzazione. Non esistono abilitati di serie A o di serie B e noi chiederemo a gran voce anche una soluzione legislativa che sani le illegittimità perpetrate nei loro confronti”. Il Miur, inoltre, dovrà rispondere anche presso i tribunali del lavoro per illegittima reiterazione di contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio stipulati su posti vacanti con docenti cui è stato precluso l'accesso alle immissioni in ruolo tramite GaE e dovrà risarcirli del grave danno che stanno subendo da anni.
I diplomati magistrale, come abbiamo avuto modo di apprezzare negli ultimi mesi, fanno paura al Miur perché con la loro presenza in GaE incarnano proprio quel “precariato storico” che si voleva far credere essere stato “debellato” efficacemente con la “Buona Scuola” e il piano straordinario di immissioni in ruolo e, a quanto pare, fanno paura anche a buona parte della classe politica e accademica italiana che per mesi si è spesa in varie forme denigrando questa categoria, accusandola di incompetenza e di rappresentare tutti i mali della scuola pubblica del nostro paese. Evidentemente a tanti conviene che questi lavoratori tornino a essere degli “invisibili” relegati nelle graduatorie d'istituto a svolgere, anno dopo anno, supplenze su posti vacanti, ma senza “disturbare” i piani di quanti continuano a ripetere che le graduatorie dei “precari storici” sono state esaurite grazie al loro splendido lavoro. “Il precariato non si risolve eliminando i nomi da una graduatoria – replica il presidente Pacifico – e non si può cancellare con un colpo di spugna il giusto diritto di un docente abilitato ad aspirare alla stabilizzazione. I docenti con diploma magistrale continueranno ad essere chiamati dalla II fascia delle graduatorie d'istituto come docenti abilitati e continueranno a rivendicare il loro giusto diritto all'immissione in ruolo dopo tanti anni di lavoro al servizio del Ministero dell'Istruzione. Non esistono, e non possono esistere, abilitati di serie A e di serie B, come vorrebbe far credere qualche benpensante che, però, non sembra aver davvero messo piede in una scuola pubblica negli ultimi anni”. L'Anief, dunque, preso atto di questa brutta pagina scritta oggi nella giurisprudenza italiana, sta già predisponendo le nuove azioni legali utili a rivendicare i diritti di tutti i docenti illegittimamente esclusi dalla possibilità di accedere alle GaE e da anni sfruttati come lavoratori cui è stato negato il diritto all'immissione in ruolo.
La sentenza dell'Adunanza Plenaria emanata oggi, è bene rammentarlo, non esplica i suoi effetti immediatamente nei confronti dei docenti inseriti in GaE a seguito di provvedimento cautelare e i contratti in essere, siano essi a tempo determinato o indeterminato, non potranno essere rescissi. I provvedimenti cautelari emanati dal TAR o dal Consiglio di Stato, infatti, mantengono tutti i loro effetti fino a quando i giudici non fisseranno l'udienza di merito e non si esprimeranno con sentenza definitiva per ogni singolo ricorso. Gli oltre 2.000 docenti destinatari delle sentenze favorevoli passate in giudicato emanate dal Consiglio di Stato e da alcuni tribunali del Lavoro nel corso di questi anni, inoltre, non saranno toccati da quanto deciso dall'Adunanza Plenaria: per loro il diritto è consolidato e non potranno essere cancellati dalle GaE; questo è un altro paradosso generato dal Consiglio di Stato con la sentenza di oggi.
Assordante, oggi più che mai, il silenzio dei sindacati rappresentativi che in questi anni hanno seguito la scia dell'Anief nella proposizione dei ricorsi, ma da mesi latitano e non tutelano i diritti dei loro iscritti. “Non appena diventeremo rappresentativi – conclude il giovane sindacalista autonomo - saremo noi a portare la voce anche dei diplomati magistrale e di tutte le categorie di docenti abilitati esclusi dalle GaE ai tavoli della contrattazione e chiederemo a gran voce una risoluzione legislativa che preveda l'immediata riapertura straordinaria delle GaE e l'istituzione di una fase transitoria anche per gli abilitati della scuola infanzia e primaria. Oggi il Consiglio di Stato ha perso l'occasione di dimostrare che in Italia il Diritto e la Giustizia non sono un'utopia, ma tant'è. Noi continueremo per la nostra strada e sarà la CEDU, eventualmente, a darci ragione”.