In tanti si sono rivolti al giudice amministrativo per opporsi all’esclusione dalle graduatorie dopo il conseguimento dell’abilitazione con il Tfa ordinario. E dai Percorsi abilitanti speciali a seguito dell’innalzamento illegittimo, da parte del Miur, del “tetto” minimo dei titoli di servizio svolti. Pronto un altro “plotone” di ricorrenti: gli idonei ai concorsi pubblici che chiedono di mantenere le graduatorie di merito per tre anni. Pacifico (Anief): è sempre più impellente l’esigenza di rivedere la macchina organizzativa del reclutamento dei docenti italiani.
Cresce in tanti giovani italiani la voglia di diventare insegnante: in questi giorni a migliaia stanno tentando la via del ricorso contro le rigide norme del Ministero dell’Istruzione sul rilascio e la spendibilità del titolo di abilitazione all’insegnamento, certificazione indispensabile per accedere all’assunzione nei ruoli dello Stato italiano. A darne comunicazione è l’Anief, che in questi ultimi giorni ha notificato i ricorsi di oltre 6.000 neo-abilitati attraverso il Tfa ordinario, al fine di impugnare la loro mancata esclusione dalle graduatorie provinciali ad esaurimento.
Sempre la giovane associazione sindacale ha reso pubblico il dato sui ricorrenti contro la mancata accettazione della domanda di accesso ai PAS, i Percorsi Abilitanti Speciali riservati ai supplenti che hanno svolto una quantità minima di giorni di servizio in possesso del prescritto titolo di studio: in questo caso sono circa 2.500 ad aver intrapreso la strada del tribunale per opporsi all’illegittimo innalzamento dei requisiti minimi richiesti dall’amministrazione.
E, ancora, nei prossimi giorni saranno presentati i ricorsi di tanti candidati risultati idonei al concorso a cattedra, senza però essere assunti in ruolo: sempre attraverso il sindacato, chiedono ora l’istituzione e la validità triennale delle graduatorie di merito, fino al termine del concorso successivo, e il pieno riconoscimento del titolo abilitante conseguito al termine di una selezione concorsuale che li ha visti superare un test preliminare, due prove scritte ed altrettante orali.
“Anche alla luce di questi numeri senza precedenti – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è sempre più impellente l’esigenza di rivedere la macchina organizzativa del reclutamento dei docenti italiani. In attesa però che a questo pensi il legislatore, sarà compito del giudice amministrativo stabilire se i regolamenti, come noi sosteniamo, sono illegittimi per aver violato la legislazione previgente in tema di corsi riservati. Oltre che per l’adozione di norme improvvisate, irragionevoli e discriminatorie. Quindi contrarie ai principi sottesi alla carta costituzionale”.