Nuovo successo dell'Anief in tribunale a tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola, da anni sfruttati dal MIUR con contratti illecitamente reiterati a termine in palese violazione delle norme comunitarie. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Michele Ursini ottengono nuovamente piena ragione in favore di due nostre iscritte e fanno condannare il Ministero dell'Istruzione al risarcimento del danno e al riconoscimento delle progressioni stipendiali mai corrisposte.
Il Tribunale del Lavoro di Trani, infatti, accoglie senza riserve le tesi sostenute dai legali ANIEF in udienza ed evidenzia come “nel caso di specie la ricorrente, dall’anno scolastico 2004-2005 è sempre stata assunta dal MIUR con contratti a tempo determinato dall’inizio delle attività scolastiche e fino alla fine delle stesse (30 giugno di ogni anno). Il numero di contratti di lavoro stipulati dalla ricorrente con la stessa amministrazione, con l’interruzione della prestazione lavorativa sempre durante la sospensione delle attività didattiche nel periodo estivo, è significativa di esigenze lavorative stabili del Ministero resistente, e non temporanee ed eccezionali” e, richiamando le argomentazioni della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, rileva come “la successione di contratti di lavoro a tempo determinato stipulati tra le parti sia in contrasto con la clausola 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura nell’allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, poiché il datore di lavoro ha abusato del suo potere di stipulare contratti a tempo determinato”.
Ottenuto, dunque, il risarcimento del danno in modo che, come riportato in sentenza, il lavoratore precario “non sia discriminato rispetto al lavoratore assunto a tempo indeterminato per il solo fatto che egli sia stato, invece, assunto con contratto a termine”, la misura del risarcimento ottenuto dall'ANIEF tiene conto proprio “degli stipendi che la ricorrente avrebbe avuto diritto a percepire nei periodi di sospensione dell’attività lavorativa e comunque fino al successivo contratto di lavoro, qualora fosse stata assunta a tempo indeterminato” e riconosce anche gli “aumenti stipendiali collegati all’anzianità maturata che egli avrebbe percepito qualora fosse stato assunto a tempo indeterminato”.
Ancora una volta il MIUR, che persevera nella reiterazione di contratti a termine in palese contrasto con le prescrizioni eurounitarie, è stato condannato in tribunale grazie alla precisa azione legale promossa dal sindacato ANIEF e ha pagato lo scotto dell'abuso perpetrato con una condanna esemplare che restituisce dignità all'impegno e alla professionalità dei lavoratori precari della scuola.