Ulteriore conferma sugli scatti biennali dovuti ai docenti precari. Anche la provincia autonoma di Trento è costretta dall'ANIEF ad adeguarsi alla normativa europea e a riconoscere ai docenti precari gli scatti biennali da sempre negati. La Direttiva 1999/70/CE, infatti, vieta qualunque discriminazione nei confronti dei lavoratori a tempo determinato e negare loro la progressione stipendiale per il sol fatto di essere “precari” viola palesemente l'Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato.
Presso il Tribunale di Rovereto, l'Avv. Cristiana Pinamonti ha ottenuto ragione contro la Provincia Autonoma di Trento: il Giudice ha accertato e dichiarato “che il mancato riconoscimento dell'anzianità maturata in forza dei precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato si pone in contrasto con la clausola 4, punto 1 dell'Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato dd. 18.3.99 allegato alla direttiva CE 1999/70”. Per l'effetto, la Provincia Autonoma di Trento è stata condannata a collocare la nostra iscritta al livello stipendiale corrispondente all'anzianità di servizio maturata ed al pagamento delle differenze retributive dovute.
Il Giudice ha aggiunto che “Tale importo non va diminuito - contrariamente a quanto sostenuto dalla convenuta [..] - della retribuzione erogata durante la sospensione estiva. Tale previsione contrattuale […] è del tutto irrilevante rispetto al principio di non discriminazione fissato dalla normativa comunitaria” e ha sottolineato che “il riconoscimento dello stipendio estivo non si pone quale graziosa elargizione provinciale, ma è subordinato alla prestazione del servizio estivo (ad es. scrutini ed esami) da parte del docente a tempo determinato con le medesime modalità prestate dal docente a tempo indeterminato.”
Malauguratamente il MIUR e le province autonome, in barba alla normativa comunitaria, continuano a costringere docenti e ATA precari a rivolgersi ai giudici per ottenere gli scatti biennali dovuti; l'ANIEF resterà al loro fianco battendosi, come sempre ha fatto, per ottenere il riconoscimento definitivo di questo diritto e per ribadire in tutte le sedi opportune che i “precari” meritano, sempre e comunque, rispetto.