Il MIUR discrimina i precari e viola le disposizioni europee: il Tribunale di Biella accoglie 43 ricorsi proposti dall'ANIEF con il patrocinio dell'Avv. Giovanni Rinaldi e riconosce ad altrettanti docenti il diritto alla stessa progressione stipendiale di cui usufruiscono i docenti di ruolo. L'ANIEF dimostra ancora una volta che il MIUR non può permettersi di considerare i precari “lavoratori di serie B”.
Sono tanti i docenti precari che – pur lavorando per anni e con assoluta continuità al servizio del MIUR con i connessi oneri e responsabilità, in nulla inferiori a quelli dei colleghi di ruolo – sono mantenuti dal Ministero dell'Istruzione al livello stipendiale d’ingresso e retribuiti alla stessa stregua di un docente al suo primo incarico di lavoro. Denunciando questa palese discriminazione che mortifica il lavoro e la professionalità dei lavoratori precari della scuola, l'ANIEF si è da sempre battuta per il riconoscimento della pari dignità di questa categoria, ricordando che la tutela antidiscriminatoria sancita dalla normativa europea estende ai lavoratori a tempo determinato la stessa disciplina economica, normativa (anzianità di servizio e conseguenti scatti) e previdenziale dei lavoratori a tempo indeterminato. Il “Principio di non discriminazione” sancito dalla clausola 4 dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla Direttiva 1999/70/CE dispone, infatti, che riguardo alle condizioni d'impiego i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato.
“Il nostro sindacato - dichiara Marcello Pacifico, presidente ANIEF - ha dimostrato più volte nei tribunali di tutta Italia che il disegno speculativo del MIUR, volto a un'evidente operazione di risparmio nei confronti ed in danno dei lavoratori precari, si realizza anche attraverso il mancato riconoscimento agli stessi di qualsiasi progressione stipendiale e, in particolare, degli scatti di anzianità. Tale condotta, che fa percepire ai lavoratori per tutto il periodo di precariato unicamente la retribuzione di base, si pone in aperto contrasto con i principi costituzionali di ragionevolezza e di equità retributiva, di cui al combinato disposto degli articoli 3, 36 e 97 della Costituzione, nonché del connesso ‘Principio di non discriminazione’ sancito dalla Direttiva Europea 1999/70/CE”.
“Forti delle ragioni dettate dall'Unione Europea e dalla Costituzione italiana – continua il presidente del giovane sindacato - abbiamo chiesto al Giudice del Lavoro di Biella, Dott.ssa Maria Rosaria Pietropaolo, la disapplicazione della normativa interna ottenendo la condanna del Ministero dell'Istruzione al pagamento della cifra complessiva di circa 250.000 Euro per le differenze stipendiali non corrisposte a seguito dei plurimi contratti a tempo determinato stipulati nel corso degli anni con 43 docenti iscritti ANIEF”.
“È disarmante costatare – conclude Pacifico – come, nonostante le numerosissime condanne in tribunale, lo Stato italiano perseveri nell'ignorare i principi comunitari, seguitando a speculare su quei lavoratori che da anni prestano la propria professionalità e le proprie competenze al servizio del Ministero dell'Istruzione e che, invece di essere stabilizzati come sarebbe loro diritto, continuano così odiosamente e sistematicamente ad essere discriminati”.