Grazie all'intervento dell'ANIEF l'annosa vicenda dei docenti precari cancellati dalle graduatorie a esaurimento per non aver prodotto domanda di aggiornamento ed esclusi “a vita” dal MIUR dalla possibilità di poter recuperare la propria posizione nelle stesse, ha compiuto un determinante passo avanti. Gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, avvalendosi della preziosa collaborazione dei nostri legali sul territorio, ottengono un nuovo successo in tribunale e la conferma che il MIUR non poteva escludere i docenti già inseriti nelle graduatorie a esaurimento se non per il solo biennio di validità per cui gli interessati non avevano prodotto domanda.
L'Avv. Salvatore Russo, alla cui professionalità e competenza l'ANIEF ha affidato il patrocinio dei propri iscritti nella capitale, ci trasmette la prima soddisfacente vittoria ottenuta presso il tribunale del lavoro di Roma; la sentenza riconosce il pieno diritto di una docente precaria, cui il MIUR ha ripetutamente negato la possibilità di essere reinserita nelle graduatorie di interesse, a rientrare nelle graduatorie valide per il triennio 2011/2014 recuperando anche il punteggio pregresso. Il Giudice del Lavoro ha dato piena ragione al nostro legale costatando, infatti, che il chiaro disposto dell’art. 1 bis della Legge 4 giugno 2004, n. 143, dopo aver precisato che la mancata presentazione della domanda comporta la cancellazione dalle graduatorie per gli anni scolastici successivi, dispone che, a domanda dell'interessato - da presentarsi entro il termine fissato per l'aggiornamento - è consentito il reinserimento nelle graduatorie.
Il Legislatore, dunque, come da sempre sostenuto dall'ANIEF, se, per un verso, ha inteso comminare la sanzione dell’esclusione dalle GaE per i docenti che non avevano presentato per tempo domanda di aggiornamento, per altro verso ha limitato tale grave penalizzazione soltanto al periodo di vigenza delle stesse. L'azione del nostro sindacato si è dimostrata nuovamente efficace contro le arbitrarie determinazioni del Ministero dell'Istruzione che riteneva, invece, di poter condannare quei docenti che per anni hanno speso energie e professionalità all'interno della scuola a un illegittimo e definitivo “limbo” senza uscita escludendoli “a vita” dalle graduatorie a esaurimento e dalla relativa possibilità di essere finalmente immessi in ruolo in virtù del punteggio acquisito dopo anni di lavoro a tempo determinato.