L'ANIEF porta a segno altre tre schiaccianti vittorie nei confronti del Ministero dell'Istruzione e ottiene l'immissione in ruolo retrodatata al 2009 per tre docenti ancora precarie che finalmente potranno stipulare il contratto di lavoro a tempo indeterminato in virtù del loro corretto inserimento “a pettine” nelle graduatorie 2009/2011. Gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Francesca Picone ottengono il riconoscimento del pieno diritto dei nostri iscritti all'immediata immissione in ruolo e la condanna del MIUR a 15000 Euro di risarcimento danni per comportamento ostruzionistico.
La questione dei docenti impossibilitati a cambiare provincia e inseriti nelle “code della vergogna” istituite per l'aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento 2009/2011 è ormai nota e le sentenze ottenute dall'Avv. Francesca Picone, che con grande dedizione e professionalità segue i nostri iscritti sul territorio, la ricostruiscono alla perfezione. L'art. 1 comma 4-ter, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134 prevedeva che, in sede di aggiornamento delle GaE 2009/2011, i docenti che chiedevano il trasferimento in una diversa provincia rispetto a quella in cui risultavano iscritti, sarebbero stati collocati “in coda” alla relativa graduatoria senza, dunque, riconoscere alcun valore al punteggio e al merito dagli stessi posseduti. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 41/2011 ottenuta dall'ANIEF, ha dichiarato l'incostituzionalità di tale previsione normativa che violava palesemente il diritto dei docenti precari ad essere inseriti nella graduatoria di interesse in base al principio del merito.
Il Giudice del Lavoro di Agrigento, investito della decisione, ha ritenuto “grave e ostruzionistico”, il comportamento del Ministero dell'Istruzione nei confronti degli iscritti ANIEF costretti ad agire in tribunale e ad attendere anni per vedersi riconosciuto il giusto diritto all'immissione in ruolo a seguito del loro collocamento “a pettine” nelle Graduatorie a Esaurimento 2009/2011. L'avvocato Picone ha pienamente dimostrato in udienza, infatti, che il MIUR non solo stava perseverando nel ledere i diritti dei docenti precari, ma che il suo comportamento ostruzionistico - tenuto conto delle “numerose decisioni giurisprudenziali e soprattutto alla luce delle pronunce di incostituzionalità del Giudice delle Leggi” che il Ministero ben conosceva - ha causato un danno ingente ai ricorrenti.
Il Tribunale di Agrigento ha ritenuto, pertanto, non solo di dover dichiarare il diritto delle nostre iscritte all'immissione in ruolo da sempre negata, ma di dover sanzionare il MIUR applicando quanto prescritto dall'art. 96 c.p.c. e condannando l'Amministrazione sia al pagamento delle spese di ciascun giudizio quantificate in complessivi 3.000 Euro oltre accessori, sia a corrispondere a ognuno dei tre ricorrenti “la somma di euro 5.000,00 oltre interessi legali dalla data odierna sino all’effettivo soddisfo” a titolo di risarcimento del danno.
La caparbia ostinazione contro le giuste ragioni sostenute dall'ANIEF, dunque, è costata al MIUR più di 25.000 Euro tra spese e risarcimento danni. Una degna conclusione per aver ritenuto di poter violare così palesemente i diritti dei docenti precari. Ancora una volta l'azione sapiente e determinata del nostro sindacato ha ristabilito legalità e giustizia.