I giudici del lavoro di Milano e di Verona sconfessano la nota della CISL scuola sui ricorsi riassunti dall’Anief entro i termini stabiliti dalla legge e ordinano, inaudita altera parte, il mantenimento dell’inserimento a pettine e la stipula dei contratti a tempo indeterminato. Attese nei prossimi giorni altre migliaia di ordinanze. Inutile e dispendiosa l’opposizione della Gilda.
Ecco che finalmente, come aveva scritto sempre l’Anief, giunge alla fine della sua storia la partita sull’inserimento a pettine, per il biennio 2009-2011, nelle graduatorie di coda, riassunta nelle Corti territoriali del lavoro, dopo il difetto di giurisdizione del Tar Lazio richiesto dalla Gilda-Unams che si era costituita ad opponendum controi ricorsi presentati dall’Anief. I giudici del lavoro salvano gli effetti cautelari e sostanziali delle decisioni già prese dalla magistratura amministrativa (ordinanze nn. 5142/09, 5150/09) e dal commissario ad acta (nota 14.03.11), come la legge prevede (art. 11, c. 7, d.lgs. 104/10), e vista l’abbondante ed evidente giurisprudenza in materia e la costituzione del contraddittorio a suo tempo definita, ordinano anche la stipula dei contratti ai ricorrenti, prima ancora della decisione di merito nel processo. L’inserimento a pettine deve essere disposto o mantenuto, subito con urgenza, “senza alcuna riserva e pleno iure, fatti salvi tutti gli effetti giuridici ed eventualmente economici e come tali utili alla stipula dei contratti a tempo determinato e indeterminato”.
Le decisioni dei giudici di Milano (2269/12, 2232/12) e di Verona (412/2012), prese inaudita altera parte, vista la gravità del periculum e l’evidenza del fumus, escono proprio quando con maliziosa ostinazione la CISL scuola (27 febbraio 2011) chiede al Miur di assegnare i 1.500 posti accantonati ai non aventi diritto, tanto immemore della sentenza n. 41/11 della Corte costituzionale che ha definito illegale assumere i docenti dalle graduatorie non pettinate, quanto ansiosa di assegnare dei posti illegittimamente prima che i nuovi giudici ne sconfessino le richieste nelle aule dei tribunali. A questo punto, si rende vana anche l’azione perpetrata quest’estate dal senatore Pittoni (Lega nord), tesa a congelare alcune immissioni in ruolo per favorire i residenziali piuttosto che i meritevoli.
“L’unico rimpianto dopo questo contenzioso – dichiara Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief – “è avere preso atto che l’azione politica-sindacale di chi ha avversato l’Anief in questi tre lunghi anni ha portato all’introduzione della tassa del contributo unificato per ottenere giustizia e alla parcellizzazione del contenzioso nei tribunali del lavoro, in materia di graduatorie del personale docente, in luogo del canonico ricorso collettivo al Tar Lazio, più economico e dagli esiti vincolanti per tutto il territorio nazionale. Ma il trionfo del diritto ripaga, comunque, gli sforzi di chi si è battuto sempre per il rispetto della legalità e delle regole, nella vita lavorativa del personale della scuola. Adesso chiedo soltanto al Miur di evitare pesanti condanne alle spese e di ottemperare a quanto disposto dalla magistratura, perché i cittadini italiani non meritano di pagare con le proprie tasche le errate scelte della politica o le indebite pressioni di qualche sindacalista”.
A pochi giorni dalle elezioni RSU, l’Anief si conferma come il solo sindacato baluardo della Costituzione.