In merito ai comunicati diramati dalle sezioni territoriali di alcune OO.SS. (per i quali rimandiamo alla sintesi di orizzontescuola.it disponibile a questo link), l'ANIEF intende sottolineare come sia soltanto una perdita di tempo per i ricorrenti e di denaro per i contribuenti ogni tentativo di non applicare le ordinanze di ottemperanza relative al commissariamento del MIUR. La giurisprudenza è chiara in materia e le sue procedure altrettanto: chi sbaglia paga. Pertanto qualsiasi richiesta di revoca della revoca della revoca alla fine si rileverà improcedibile.
I comunicati recenti di alcune OO. SS. a favore delle code della vergogna, sindacati di cui peraltro dopo il rinvio delle elezioni RSU non è più possibile misurare la rappresentatività, dimostrano l'arroganza, l'ignoranza e l'incapacità di chi colpevolmente omette di aver convinto il MIUR a eludere una sentenza del TAR Lazio confermata dal CdS prima dell'aggiornamento delle GaE nel 2009, a ignorare il commissariamento disposto dai giudici prima dell'emanazione di una legge di interpretazione autentica di cui si dimentica - guarda caso - l'immediata remissione alla Corte costituzionale per la violazione di sei articoli della nostra Carta. Questi finti sindacati - ancora tali per il favore del Governo e non per la libera scelta dei lavoratori - che non fanno niente per la stabilizzazione ma che anzi contrattano i soldi dei tagli sulla pelle dei precari per garantire gli scatti biennali ai docenti di ruolo, che vorrebbero negare la mobilità ai precari ma la garantiscono con le assegnazioni provvisorie a quelli di ruolo, che fanno sedere a volte nello stesso tavolo dei rinnovi dei contratti di istituto parte datoriale e dei lavoratori delle loro stesse organizzazioni, con questi comportamenti si presentano chiaramente come la causa dell'eterno precariato e del perenne clima di incertezza che hanno causato nella gestione delle graduatorie con la loro cattiva concertazione. Appena potremo votare liberamente le RSU sentiremo la voce dei lavoratori. Nel frattempo, non vi sono incertezze perché il diritto è uno e se cambia la legge deve rispettare la Costituzione a cui neanche il sindacato, pur essendo soggetto privato, può sottrarsi. Le regole vanno rispettate e i precari non possono essere illusi da chi usa la parola soltanto per fini personali e contro chi giornalmente dimostra di saper interpretare e rispettare la normativa nella difesa dei diritti del personale docente e ata della scuola.