Con tre distinte sentenze emesse dai Tribunali di Ragusa e Sciacca, l’ANIEF continua a vincere al fianco dei tanti docenti precari cui il MIUR ha negato la giusta immissione in ruolo collocandoli “in coda” nelle graduatorie 2009/2011. Anche i due Tribunali siciliani accolgono le tesi sostenute dagli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli in favore dei nostri iscritti e confermano l’unanime orientamento dei tribunali del lavoro di tutta Italia: nella scuola pubblica si deve sempre assumere nel rispetto del merito e della Costituzione.
Sono due le sentenze favorevoli ottenute in questi giorni dall’Avv. Nadia Campo cui l’ANIEF ha affidato la tutela dei propri iscritti presso il Tribunale di Ragusa. In entrambe le sentenze, il Giudice riconosce il diritto delle ricorrenti al loro corretto inserimento “a pettine” nelle graduatorie d’interesse definendo “illogica la collocazione in coda alle graduatorie” e ribadendo che il MIUR, con il D.M. 42/2009 che istituisce le “code” nelle graduatorie dei precari, “introduce un ostacolo alla libera circolazione dei lavoratori sul territorio nazionale e minimizza il criterio meritocratico ponendosi, pertanto, in palese frizione con gli artt. 3, 16 comma 1°, 120 comma 1°, 51 comma 1° e 97 Cost.”. La condanna alle spese per il MIUR ammonta a un totale di 3.000 Euro oltre accessori.
Anche il Tribunale di Sciacca dà piena ragione all’ANIEF e accoglie il ricorso patrocinato sul territorio dall’Avv. Francesca Picone condannando il MIUR all’immediata immissione in ruolo della nostra iscritta sin dal 1° settembre 2009 e al pagamento delle spese di giudizio quantificate in 1.400 Euro oltre IVA e CPA.
Grazie all’azione dell’ANIEF, dunque, altre tre docenti precarie hanno ottenuto l’immissione in ruolo che il MIUR aveva negato loro decidendo di collocare “in coda” i docenti che avrebbero voluto, invece, liberamente trasferirsi in altra provincia nel biennio 2009/2011. Dopo i Tribunali Amministrativi e la Corte Costituzionale, anche i tribunali del lavoro di tutta Italia confermano quanto l’ANIEF ha sempre sostenuto: nella scuola pubblica il merito e la Costituzione non possono essere collocati “in coda”.