La Consulta, con la sentenza n. 223 dell’11 ottobre 2012, ha annullato l’art. 12, comma 10 del d. l. 78/2010 convertito nella legge 122/2010 nella parte in cui discrimina i lavoratori pubblici rispetto a quelli privati dove la trattenuta è interamente a carico del datore di lavoro. Aveva ragione l’Anief che sola tra i sindacati aveva messo a disposizione un modello di diffida per i ricorrenti e aveva iniziato le procedure di ricorso al giudice del lavoro. Secondo una prima stima dell’ANIEF, lo Stato dovrà adesso versare circa 8 miliardi di euro!
L’articolo 2120 del Codice civile, infatti, prevede che dal 1° gennaio 2011 la trattenuta del TFR del 6,91% sia interamente a carico dell’amministrazione. Pertanto, lo Stato deve restituire le somme illegittimamente trattenute in questi ultimi due anni. Si ricorda che il TFR è una retribuzione differita a totale carico del datore di lavoro, che prevede un accantonamento pari alla retribuzione annua (per ciascun anno di servizio o frazione di anno), divisa per 13,5.
Inoltre, il Giudice delle leggi ha dichiarato incostituzionale l’art. 9, c. 22 della suddetta legge, ovvero il blocco degli automatismi di incremento stipendiale per i magistrati per gli anni 2010-2013, anni in cui è stato previsto anche il blocco degli aumenti di stipendio dei dipendenti pubblici senza alcuna possibilità di recupero.
Anche su questo punto, Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir alle alte professionalità, aveva prontamente denunciato l’incostituzionalità del blocco degli incrementi stipendiali perché non eccezionali, non transeunti, arbitrari e inadeguati allo scopo prefisso, come ha rimarcato la Consulta nella sentenza richiamata. A tal proposito, sono state avviate già da tempo le procedure per ottenere sempre dal giudice del lavoro il recupero degli aumenti di stipendio previsti dal legislatore. Ciò avviene proprio nel momento in cui da indiscrezioni sul testo del decreto legge “stabilità” si conferma il blocco degli stipendi e della vacanza contrattuale per gli statali per tutto il 2014.
Ancora una volta il ricorso alla magistratura rimane l’unica strada percorribile dal cittadino per tutelare il diritto al lavoro e una giusta retribuzione, come la Costituzione sancisce. Chi è interessato al modello di diffida per recuperare il 2,5% indebitamente trattenuto sul TFR e/o per ricorrere al giudice del lavoro per farsi riconoscere gli scatti di stipendio maturati nel quadriennio 2010-2014 può chiedere informazioni inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., oppure contattando lo 091.6598362.