Ritenuta su TFR e mancati scatti stipendiali: ancora una volta l’Anief spiana la strada ai lavoratori della scuola. Pronte le diffide per recuperare fino a 1.500 euro, attraverso la cancellazione della trattenuta che la Consulta nei giorni scorsi ha reputato illegittima.
Ma i rimborsi possono arrivare a 7mila euro, abbinandovi il ricorso contro il blocco degli aumenti automatici: non è possibile annullare o risolvere con un’una tantum l’unica possibilità che ha il personale della scuola di adeguare al costo della vita quello è che è già lo stipendio più basso tra i Paesi avanzati.
Buone notizie per i docenti italiani. Che arrivano, ancora una volta, grazie alle sentenze espresse nelle aule di giustizia. Dove i giudici sono costretti, sulla base dei rilievi mossi dall’Anief, a modificare le incaute decisioni prese dal Governo e dall’Amministrazione scolastica.
L’ultima vittoria di chi crede nella salvaguardia dei diritti dei lavoratori è contenuta nella sentenza della Corte Costituzionale n. 223 dell’11 ottobre 2012, attraverso cui è stato confermato quanto l’Anief affermava da tempo: le trattenute operate in busta paga dal 1° gennaio 2011 per il TFR sono interamente a carico del datore di lavoro, sia nel settore pubblico sia in quello privato. Mentre da quasi due anni ai lavoratori della scuola lo Stato sottrae illegittimamente il 2,5% dello stipendio in busta paga.
In queste ore la stampa specializzata ha calcolato l’importo del rimborso che arriverà grazie alla sentenza della Consulta, prevedendo che il nuovo regime previdenziale si applichi a decorrere dal 1° gennaio 2013: i rimborsi vanno dal minimo di 669 euro per il collaboratore scolastico ad inizio carriera ai 1.529 euro per i docenti di scuola secondaria di II grado alle soglie della pensione.
Per assicurarsi questi importi e il conseguente aumento dello stipendio - tra i 25 euro per il collaboratore scolastico neo assunto e i 55 euro per il docente della secondaria superiore a fine carriera – , derivante dalla ritenuta finalmente cancellata e messa a carica dello Stato, Anief mette gratuitamente a disposizione il modello di diffida da compilare e inviare all’Amministrazione, appositamente aggiornato dopo il fondamentale pronunciamento della Corte Costituzionale.
L’invio della diffida - ricordiamo - è requisito indispensabile per procedere, in caso di rifiuto dell’Amministrazione, a reclamare in giudizio quanto spettante. Per richiedere le istruzioni operative basta inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Tuttavia, Anief consiglia il personale scolastico a ricorrere, contestualmente, anche contro il mancato aumento degli scatti stipendiali. A spianare la strada verso la restituzione di queste quote indebitamente sottratte, anche ai fini previdenziali, è la sentenza “pilota” n. 53/2012 emessa dal Tar della Calabria, che ha risarcito la categoria dei magistrati a cui l’amministrazione aveva analogamente sottratto sia una quota stipendiale al fine di accantonarla per il TFR, sia una quota per i mancati aumenti automatici in busta paga.
A tal proposito, è indicativo che alcune Direzioni Provinciali del Tesoro abbiano in questi giorni rifiutato di effettuare la ricostruzione di carriera del personale assunto il 1° settembre 2010: poiché si tratta dell’anno che CISL, UIL, GILDA e SNALS reputano aver di sanato, attraverso l’accordo con il Mef sul recupero del 30% dei soldi risparmiati sugli stipendi dei precari e sulla qualità della didattica, per quale motivo viene negata la ricostruzione di carriera a dei dipendenti assunti proprio durante quell’anno? La risposta è semplice: quella concessa ai sindacati rappresentativi è soltanto un’una tantum, che non è conteggiabile ai fini dell'anzianità retributiva e dei gradoni stipendiali, come del resto specificato nel decreto interministeriale n. 3 del 14 gennaio scorso. E per lo stesso motivo non è possibile richiedere un atto di indirizzo all'ARAN per la firma di un contratto che non può essere firmato per legge fino al 2014.
“È sempre più evidente – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir alle alte professionalità – che l’unico modo per opporsi alla legge sul blocco degli scatti stipendiali è quella di impugnarla per palese incostituzionalità: il diritto a un contratto e ad un aumento di stipendio è infatti tutelato dalla Costituzione e non è scambiabile. Seguendo la strada avviata dai giudici del Tar della Calabria, il nostro sindacato si batterà sino in fondo per far restituire delle quote che oltre a fare giustizia permetteranno ai dipendenti della scuola di recuperare diverse migliaia di euro”.
Anche a tutti coloro che vogliono recuperare anche gli scatti stipendiali Anief invierà le dovute istruzioni: basta scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..