Il Ministero dell’Istruzione si preoccupa per le sorti dell’Europa unita: con la nota n. 382 del 30 gennaio, il dicastero di Viale Trastevere invita gli istituti a partecipare al questionario sulla “Consultazione sul futuro dell’Europa”, per riflettere sui temi delle politiche sociali ed economiche ponendo l’attenzione su concetti come l’istruzione e la formazione, i giovani e il lavoro. Anief, nell’auspicare che tanti cittadini si esprimano, non può non sottolineare come molti dei punti affrontati dal Cnel siano fondamentali per i destini di una Europa sempre più minacciata dalla frammentazione e di nazionalismi. Guardando all’Italia, emerge la distanza siderale che il nostro Paese mantiene rispetto a certi temi. Marcello Pacifico (Anief): Mai come oggi occorre rinsaldare certi valori comuni, perché viviamo in un’Ue sempre ostaggio di divisioni d’intenti, indifferenze e autoreferenzialità. La scuola può fare molto e per questo apprezziamo l’iniziativa ministeriale di puntare sull’educazione civica, se però allargata proprio alla storia e al diritto europeo. Le stesse sentenze che continuiamo a promuovere, presso la Commissione e la Corte di Giustizia Europea, per cancellare ingiuste e incostituzionali discriminazioni, tra personale di ruolo e precari, ci dicono che la strada da perseguire è questa.
Va condivisa l’iniziativa del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, indirizzata “a nuove generazioni, parti sociali, associazioni di consumatori”, perché tratta i principi fondamentali e gli assetti istituzionali dell’Unione Europea: concetti basilari per un Continente che vive di valori comuni. I punti indicati, per i quali si chiede di esprimere un parere numerico di rilevanza, attraverso una scala numerica che va da 1 a 10, sono svariati: vanno dalla libertà di pensiero, di coscienza, di religione, a quella di espressione, di riunione e di associazione; dal diritto alla libertà e sicurezza dei cittadini, al rispetto della vita privata e familiare; dal divieto di discriminazioni, al rafforzamento delle funzioni del Parlamento Europeo e di gruppi politici trasversali rispetto al Paese di origine, sino alla messa a punto di liste politiche transnazionali.
IL QUESTIONARIO DEL CNEL
Il questionario affronta le politiche economiche dell’Unione Europea, chiedendo quanto sia importante, ad esempio, “sostenere gli investimenti relativi all’innovazione” oppure “garantire libertà di circolazione delle persone per studio, lavoro, volontariato” o centrare “l’obiettivo di piena occupazione”. Ci sono anche delle parti sull’Unione monetaria, su come “organizzare la difesa comune dell’Europa”, la “stabilità fiscale dell’Europa”, “migliorare la qualità dei servizi sanitari”, “l’assistenza sociale”, “il diritto d’asilo e l’immigrazione”, “il rafforzamento delle politiche giovanili” e “la tutela dell’ambiente”.
Si affronta poi il tema della digitalizzazione, chiedendo se “deve essere unico ed uniforme a livello europeo il regolamento sul trattamento dei dati personali (privacy), sulla protezione del diritto d'autore (copyright) e sulla cancellazione dati obsoleti da parte dei fornitori di contenuti (diritto all'oblio)”. Si chiede, inoltre, il grado di rilevanze del “sistema di identità digitale unico europeo, per accedere ai servizi delle pubbliche amministrazioni in tutti i paesi UE”.
Uno dei passaggi più importanti del questionario del Cnel è quello che tocca da vicino le politiche sociali europee, “al fine di sostenere il lavoro”: a tale scopo, si chiede se è rilevante “rilanciare diritti e doveri del lavoratore e del datore di lavoro” e “creare pari opportunità di accesso al lavoro e sostegno all'occupazione”. Interessante è anche la sezione su come “sostenere l’Istruzione e la formazione” in Europa: a tale scopo, si chiede se a favorire questo processo è “la mobilità di studenti e insegnanti sul territorio europeo” e anche “la formazione permanente, anche per il reinserimento nel mercato del lavoro”.
Il sindacato Anief, nell’invitare i cittadini a partecipare al questionario, non può non sottolineare come molti dei punti affrontati dal Cnel siano essenziali per il futuro dell’Europa e dei suoi stati membri. Guardando all’Italia, emerge la distanza siderale che il nostro Paese mantiene rispetto a certi temi. A partire dal rilancio dei diritti e doveri del lavoratore e del datore di lavoro, ma anche dalla mancanza di pari opportunità di accesso al lavoro e sostegno all'occupazione. Sono temi imprescindibili, infatti, per un territorio del vecchio Continente che si professa unito negli intenti e negli interessi.
IL CONSENSO DEL PROFESSOR MARCELLO PACIFICO
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e vice presidente Cesi, accoglie con entusiasmo l’iniziativa del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, perché, spiega, “vuole mettere in evidenza, a prescindere dai risultati, come il futuro dell’Unione Europea sia prima di tutto legato a doppio filo con le direttive comuni che regolano la nostra vita: è importante che i giovani, i primi che dovrebbero partecipare all’iniziativa, conoscano la storia dell’Europa e le regole che la governano dal lontano Duecento, quando sotto Federico II si andarono a costituire i caratteri di un'Europa dove gli scontri e le battaglie non hanno comunque mai soffocato la tendenza al dialogo”.
Il professor Marcello Pacifico ha espresso questi concetti anche a Lisbona, lo scorso dicembre, nel corso del convegno Accademia Europea Cesi su Horizon 2025, quando si soffermò sull’importanza della condivisione di temi come l’educazione civica, il diritto comunitario, partendo dalle Carte fondamentali e dai Trattati Europei. Inoltre, nei giorni scorsi, il sindacalista a capo dell’Anief ha aderito all’appello transnazionale formulato da decine di intellettuali – tra cui Mario Vargas Llosa, Milan Kundera, Orhan Pamuk, Anne Applebaum, Bernard-Henri Lévy, Claudio Magris, Roberto Saviano, Eugenio Scalfari - per opporsi in massa all’Europa che sta “andando in pezzi davanti ai nostri occhi” e seguito dell’ondata di totalitarismi e populismi che stanno caratterizzando praticamente tutti i Paesi membri. Un processo pericolosissimo, contro il quale Anief ha proposto di introdurre a scuola, all’interno dell’Educazione Civica, delle parti su Cittadinanza dell'Unione”.
"Fare proprio questi concetti – incalca il sindacalista autonomo – significa avvicinarsi alla storia, al pensiero, all’economia e a tutti i valori, come il rispetto del diritto e del lavoro e tendenti alla giustizia sociale, che hanno portato l’Europa ad unirsi e a farsi garante degli stessi. Mai come oggi occorre rinsaldare questi contenuti. Perché viviamo in un’Europa sempre più minacciata da divisioni d’intenti, derive nazionaliste, indifferenza e autoreferenzialità, e pericolose uscite dell’Ue. In questo contesto, la scuola può fare molto e per questo apprezziamo l’iniziativa ministeriale di puntare sull’educazione civica, se però allargata proprio alla storia e al diritto europeo. Le stesse sentenze che Anief ha sollecitato e continua a promuovere, presso la Commissione Ue e la Corte di Giustizia europea, per cancellare quelle ingiuste e incostituzionali discriminazioni, ad esempio, tra personale di ruolo e precari, ci mostrano che la strada da perseguire è questa: una strada che porta dritti alla cittadinanza solidale, alle regole giuste ed eque, ad un'identità – conclude Pacifico – incentrata finalmente sul rispetto del diritto e del dialogo reciproco”.
Partecipa al sondaggio del Cnel dal titolo, “Consultazione sul futuro dell’Europa”, cliccando qui.
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