Replica del presidente nazionale Anief al titolare dell’Istruzione, il quale punta tutto sui concorsi: per il sindacalista, l’inserimento nelle ex graduatorie permanenti ha evitato in passato la condanna dell’Italia da parte della Commissione UE. Lo dice la Consulta e lo conferma la Cassazione. E Bussetti lo sa bene. Spieghi a settembre alle famiglie che non avranno i docenti in molte scuole della primaria del Nord chi insegnerà ai loro figli: la colpa, a quel punto, non sarà certo dei presidi che impazziranno con le graduatorie d’istituto per chiamare una maestra. Sui concorsi poi, sarebbe bello vedere assunti almeno i vincitori e perché no anche gli idonei, visto che in Sicilia dopo tre anni in 700 hanno vinto soltanto una promessa
“Basta graduatorie, se passi il concorso sei dentro”: è questo il principio base che governa le assunzioni dell’attuale amministrazione scolastica. Lo ha detto di recente il Ministro dell’Istruzione a Panorama, riferendosi alle cosiddette “graduatorie ad esaurimento”, finora utilizzate per il 50% delle immissioni in ruolo annuali. Solo che, ricorda oggi Orizzonte Scuola, per la “secondaria sono quasi vuote, mentre per la scuola di infanzia e primaria i risultati saranno noti in estate, dopo le sentenze di merito sui diplomati magistrale” conseguenti all’ultima espressione dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato sui maestri con diploma magistrale.
BASTA GRADUATORIE, SOLO CONCORSI
C’è da dire che le graduatorie ad esaurimento saranno aggiornate nelle settimane seguenti e che con la possibilità di cambiare provincia potrebbero esserci dei “rimescolamenti” anche per le prossime immissioni in ruolo. Ma è pure vero che dei circa 60 mila precari attuali, proprio per via dell’estromissione dei diplomati magistrale, ne rimarranno solo un terzo. Come tutti gli altri abilitati – a partire dai laureati in Scienze della formazione primaria, passando per coloro che hanno terminato i corsi Pas, Tfa, Ssis, Afam, Cobaslid e tutti gli altri tramite precedenti concorsi, quindi anche della scuola secondaria – si ritroveranno relegati in seconda fascia d’Istituto.
Proprio mentre il fabbisogno di cattedre e di turnover cresce. Per superare il precariato, il Ministro Marco Bussetti sostiene che il Governo ha avviato alcune procedure concorsuali, a partire da quella straordinaria per il primo ciclo su posto comune e di sostegno, passando per il concorso ordinario per infanzia e primaria e il concorso ordinario della scuola secondaria. Peccato che queste, ricorda sempre la stampa specializzata, non potranno comunque concludersi per le assunzioni 2019/20. Per questi ultimi due, gli ordinari, gli assunti saranno 140mila, di cui 100mila su materia e 40mila su sostegno, anche se lo stesso Bussetti non specifica in quanti anni.
Nelle intenzioni del Ministro, quindi, esaurite le liste delle graduatorie ad esaurimento, il concorso rimarrà l’unico canale per l’accesso al ruolo. Infine, il concorso torna ad essere abilitante, ossia chi supera le prove ma non rientra nel numero dei posti a bando ottiene l’abilitazione all’insegnamento, che potrà sfruttare nella seconda fascia delle graduatorie di istituto o per l’insegnamento nelle scuole paritarie.
IL COMMENTO DI MARCELLO PACIFICO (ANIEF)
Le collocazioni di oltre 100 mila precari nelle graduatorie d’Istituto, replica l’Anief, possono al massimo garantire le supplenze e non di certo la stabilizzazione. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato, “pensare di risolvere il problema annoso della supplentite solo con i concorsi significa avere una prospettiva miope del precariato scolastico. Perché basterebbe essere un minimo obiettivi ed ammettere che l’inserimento nelle ex graduatorie permanenti ha evitato in passato la condanna dell’Italia da parte della Commissione UE: non lo sosteniamo solo noi, ma lo dice la Consulta e lo conferma la Cassazione. Anche il Ministro lo sa bene”.
“Lo stesso Bussetti – continua il sindacalista autonomo - spieghi a settembre alle famiglie che non avranno i docenti in molte scuole della primaria del Nord chi insegnerà ai loro figli. Perché nelle graduatorie provinciali non ci sarà più nessuno. La colpa, a quel punto, non sarà certo dei dirigenti scolastici, anche loro vittime di questo sistema assurdo, che impazziranno con le graduatorie d’istituto per chiamare una maestra che non c’è. Sui concorsi poi, sarebbe bello vedere assunti almeno i vincitori e perché no anche gli idonei, i quali si dovranno invece accontentare dell’abilitazione che apre solo alle supplenze. Basta vedere quello che è accaduto in Sicilia: dopo tre anni di attesa, in 700 hanno vinto soltanto una promessa e chi non sarà assunto – conclude Pacifico - si ritroverà in mano il nulla”.
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